I parassiti possono trasmettere delle patologie ai gatti: ecco quali malattie sono trasmesse dalle pulci al gatto, come riconoscerle, prevenirle e curarle.
Durante i mesi più caldi dell’anno è più probabile che il gatto possa essere colpito da una temibile infestazione di pulci: questi minuscoli parassiti causano un tremendo prurito e grande fastidio al micio, ma il problema non si ferma qui. Alcune malattie, infatti, vengono trasmesse al gatto attraverso i morsi delle pulci e questo rende ancora più importante la prevenzione del problema attraverso puntuali trattamenti antiparassitari.
Il problema delle pulci non riguarda soltanto i gatti che vivono in strada o che sono liberi di uscire da casa: anche gli esemplari che vivono abitualmente solo all’interno delle pareti domestiche vanno adeguatamente protetti dai parassiti. Le pulci, infatti, possono farsi strada nell’ambiente domestico nascondendosi nei luoghi più impensati, comprese le fibre dei tessuti o le intercapedini di pavimenti e pareti.
Ecco perché è importante conoscere quali sono le malattie trasmesse dalle pulci al gatto ma soprattutto sapere come prevenire il problema prima ancora che i parassiti possano causare danni alla salute e al benessere del nostro amico felino.
4 malattie trasmesse dalle pulci ai gatti
1. Bartonellosi
Le pulci possono essere veicolo di trasmissione di un’infezione batterica da bartonella, nota anche come bartonellosi: più che dai morsi della pulce, il gatto si infetta solitamente attraverso le feci di questi ultimi con cui entra in contatto quando i piccolissimi insetti si insediano sulla cute di micio. Il gatto si lecca il pelo per pulirsi ed entra in contatto con le feci infette.
Si tratta di una zoonosi, che colpisce anche altri animali oltre ai gatti ed è trasmissibile anche all’uomo: è nota infatti come malattia da graffio dei gatti. Di solito la bartonellosi è asintomatica nel gatto, per cuiè difficile accorgersi che micio è ammalato e spesso diventa suo malgrado vincolo di trasmissione della malattia.
Solo negli animali immunodepressi si riscontrano solitamente alcuni sintomi, tra cui ad esempio febbre, letargia, uveite nel gatto. Anche se i sintomi sono solitamente silenti, ci sono molte condizioni mediche collegate alle infezioni da bartonella nei gatti come ad esempio malattie delle gengive e del cavo orale, infiammazioni agli occhi ma anche patologie cardiache.
L’unico modo certo per diagnosticare una bartonellosi è sottoporre il gatto a un prelievo di sangue che possa identificare la presenza dei batteri. Nel caso il veterinario confermi la diagnosi, la bartonella può essere curata con un trattamento a base di antibiotici: tuttavia, la cosa migliore è la prevenzione, con opportuni trattamenti antiparassitari per gatti.
2. Dermatite allergica da pulci (DAP)
Alcuni gatti possono avere una ipersensibilità alle sostanze contenute nella saliva delle pulci e, quando questi parassiti mordono la loro cute, possono verificarsi reazioni allergiche quali la cosiddetta DAP, dermatite allergica da pulci. La risposta immunitaria dell’animale comporta la comparsa di svariati sintomi, tra cui in particolare un’irritazione cutanea piuttosto grave, con perdita del pelo, presenza di croste e infezioni della pelle nelle zone più colpite.
Se si riscontrano sintomi di questo tipo nel gatto bisogna procedere all’individuazione del problema, andando a cercare sulla cute e sul pelo dell’animale la presenza effettiva delle pulci. A quel punto, bisogna agire per eliminare la causa del problema: il gatto va sottoposto a trattamento antiparassitario e bisogna anche occuparsi di disinfettare gli oggetti e l’ambiente in cui micio vive.
Infine, anche in questo caso come per tutte le malattie trasmesse dalle pulci al gatto è bene adoperarsi con una costante e regolare prevenzione: oltre ai classici trattamenti medicinali, esistono anche ottimi collari antipulci che possiamo far indossare al nostro gatto per proteggerlo dai parassiti.
3. Anemia felina
Se il gatto viene morso da un gran numero di pulci che si nutrono del suo sangue, potrebbe sviluppare una forma di anemia: questa condizione medica è grave soprattutto per i cuccioli e deve essere prontamente affrontata con cure veterinarie adeguate.
Un gatto che soffre di anemia presenterà un numero pericolosamente ridotto di globuli rossi, con sintomi che variano dalla debolezza al pallore delle mucose, passando per pica nel gatto, ittero, tachicardia e tachipnea.
Se il gatto mostra uno o più di questi segnali è importante rivolgersi al veterinario per sottoporlo ad analisi nel sangue: attraverso la lettura di ematocrito e emogramma, il dottore potrà diagnosticare l’effettiva condizione anemica e prescrivere i trattamenti più adatti.
Quando i gatti diventano anemici a causa delle pulci, bisogna innanzitutto agire su queste ultime eliminando il problema. In casi particolarmente gravi, il veterinario potrebbe sottoporre l’animale a una trasfusione di sangue per ripristinare il numero adeguato di globuli rossi. Per approfondire il tema, puoi consultare qui il nostro approfondimento sull’anemia felina.
4. Tenia
La tenia è un verme parassita che viene trasmesso al gatto dalle pulci: di solito, il gatto ingerisce i parassiti durante la fase di toelettatura mentre lecca il pelo per pulirsi. Se una delle pulci ingerite è infetta da tenia, anche il gatto sarà a sua volta infettato.
La tenia è uno tra i più diffusi parassiti intestinali di cani e gatti: questi minuscoli vermi si attaccano alle pareti dell’intestino dell’animale che li ospita attraverso dei boccagli simili a ventose, assorbendo i nutrienti dal cibo che il gatto o cane mangiano, ma non riesce più ad assimilare.
A volte, si possono notare quelli che sembrano frammenti questi vermi nel retto del gatto: si riconoscono facilmente perché assomigliano a dei chicchi di riso bianchi. In realtà si tratta di “pacchetti” di uova di tenia che vengono rilasciati nell’ambiente attraverso le feci.
I sintomi più comuni di un’infestazione da tenia nel micio sono: diarrea o stitichezza alternate, vomito, debolezza, dimagrimento del gatto, pelo opaco e arruffato, prurito nella zona dell’ano dovuta proprio alla fuoriuscita delle uova. Se il veterinario effettua una diagnosi di tenia nel gatto, bisognerà sottoporre l’animale a un trattamento vermifugo.
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Chiara Burriello