Una zona intima molto delicata e che potrebbe avere non pochi problemi: ecco cosa sapere sulle più comuni malattie della prostata nel gatto.
Si tratta di una zona delicata sia negli uomini sia negli animali, ma bisogna fare molta attenzione ai segnali che ci invia il corpo del nostro micio, che è più bravo di Fido a nascondere il suo malessere fisico. Ecco dunque cosa sapere sulle malattie della prostata del gatto più frequenti, dall’apparire dei sintomi alle cure possibili per risolvere il problema.
Prima di capire che problemi può avere, preoccupiamoci di sapere di più sulla sua funzione: si tratta della struttura anatomica prettamente maschile, all’interno del bacino dell’animale tra la vescica e l’ano.
La prostata funziona normalmente quando non solo si sviluppa ma anche quando unisce il liquido prostatico agli spermatozoi, permettendo loro di conservarsi integri e ‘funzionali’ per la fecondazione della femmina. Sebbene considerata una ghiandola ‘accessoria, perché non produce essa stessa gli spermatozoi, ha una funzione molto importante nel ciclo di riproduzione.
Quando la prostata subisce un rigonfiamento, una crescita sproporzionata, lo stesso suo volume strozza l’uretra, l’organo tubolare che trasporta l’urina dallo sfintere all’esterno: ciò vuol dire che compromette anche il passaggio dello sperma. Questa viene definita Ipertrofia prostatica benigna. Ma come facciamo ad accorgerci che Micio ha questo problema? I principali segnali sono due:
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C’è da dire, per fortuna, che le malattie prostatiche feline sono molto più rare rispetto ai casi che si registrano nei cani maschi: ciò ovviamente rende però il riconoscimento e la cura di esse molto più difficili nei nostri amici gatti.
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Un altro problema frequente è la prostatite, che è invece l’infiammazione della prostata, che comporta dolore sia al cane sia al gatto nel momento stesso della minzione ma anche del rapporto sessuale.
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Essendo un problema piuttosto raro nel felino, anche le cure sembrano rimaste ‘un passo indietro’ rispetto agli altri casi conosciuti ad esempio nei cani. Dato che sarà il veterinario esperto a valutare la gravità della situazione di Micio, in linea di massima potremmo dire che alle volte i medici si affidano a cure a base di antibiotici. E’ probabile che si opti anche per cure più specifiche, che abbiano lo scopo di ristabilire il funzionamento della ghiandola e riportare la stessa ad un volume ‘normale’.
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