L’ipoadrenocorticismo nel gatto o malattia di Addison è una patologia endocrina che colpisce il nostro amico peloso. Vediamo le cause, i sintomi e la cura.
L’ipoadrenocorticismo nel gatto, si verifica quando il corpo non è in grado di produrre quantità adeguate di determinati ormoni, incluso un ormone chiamato cortisolo.
Come ormai risulterà ben noto a chi vive con un gatto, che questi sono animali molto schivi e fieri, non mostrano molto facilmente i loro problemi di salute, ma anzi tendono a nasconderli. Questo atteggiamento è dovuto al fatto che non amano mostrarsi vulnerabili per indole. Ecco perché risulterà molto difficile identificare la malattia nel gatto.
La malattia di Addison o l’ipoadrenocorticismo nel gatto, c’è da dire che è molto più diffusa nei cani che nei gatti, ma può verificarsi saltuariamente nei gattini. Cosa succede al gatto che risulta avere la malattia di Addison? Le ghiandole surrenali funzionano eccessivamente, quindi smettono di produrre una quantità sufficiente di ormoni corticosteroidi.
L’ipoadrenocorticismo nel gatto, è possibile che sia causato dall’atrofia delle ghiandole surrenali risultante da un problema autoimmune. Altre possibili cause della malattia di Addison nei gatti includono l’uso di corticosteroidi, tumore nel gatto, danni alla ghiandola pituitaria e infezione.
I sintomi della malattia di Addison nel gatto, sono poco chiari, aspecifici e di diversa gravità. E proprio la gravità dei sintomi è molto variabile, nelle crisi addisoniane acute i segnali sono più severi e possono mettere a rischio la vita del gatto. I sintomi della malattia di Addison nel gatto sono:
La diagnosi dell’ipoadrenocorticismo nel gatto, può essere effettuata ascoltando la storia dell’animale descritta dal proprietario, i sintomi che esso mostra, i cambiamenti osservati nei test di laboratorio, nell’elettrocardiogramma (a seguito del aumento del livello di potassio nel sangue) nonché la valutazione delle radiografie del torace e dell’addome che sono nella maggior parte dei casi, utili per eliminare altre malattie che possono causare sintomi simili.
Il veterinario effettuerà, l’esame del sangue al gatto, dopo aver esaminato l’animale e verificato i sintomi descritti. Successivamente il medico, può anche eseguire un’analisi delle urine del gatto. In quanto la densità delle urine è spesso bassa quando è presente la malattia.
Infine per stabilire con certezza la diagnosi sarà possibile attraverso un “test di stimolazione dell’ACTH”. L’ ACTH (o l’ormone adreno-cortico-trofico) o l’ormone corticotropico o l’adrenocorticotropina viene prodotto dalla tiroide e stimola le ghiandole surrenali.
L’ACTH provoca steroidogenesi (sintesi di steroidi) agendo su specifici recettori della corteccia surrenale e nel caso della malattia di Addison, il livello di ACTH nel sangue aumenta (perché le ghiandole surrenali non rispondono).
Solitamente il veterinario stabilirà, un trattamento individuale una volta determinata la causa, che corrisponde alla forma della malattia, acuta o cronica. Ma comunemente i trattamenti consistono nella somministrazione di corticosteroidi e spesso anche i liquidi, per correggere gli squilibri elettrolitici.
Le risposte dell’organismo del gatto, durante il trattamento, gli consentiranno di perfezionare sia il trattamento sia individuare con precisione la diagnosi della causa e favorire perciò un recupero ottimale.
Per chi ama questo animale, ci sentiamo di dire, alla luce della comprensione di questa malattia, che è molto importante impedire al gatto di sviluppare questa patologia, poiché l’ipoadrenocorticismo nel gatto è un disturbo grave.
Ciò che gli esperti consigliano è sempre di cercare di prevenire ogni malattia, dando all’animale una vita basata sul benessere e stabilire un’alimentazione dell’animale in base alla sua razza, età, peso, fornire un ambiente privo di stress e ansia al gatto e ascoltare qualche suggerimento del tuo veterinario per poter fornire i giusti integratori al gatto.
Raffaella Lauretta
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