Linfedema nel gatto: la ritenzione di liquidi e gonfiore dei tessuti dovuta alla raccolta di linfa nel gatto. Vediamo le cause, i sintomi e la cura.
Il linfedema nel gatto è una patologia causata da problemi al sistema linfatico, che si manifesta con gonfiore localizzato.
Il gatto meno del cane può essere colpito da questa patologia e come per il resto delle malattie a cui può essere soggetto il vostro micio, sarà difficile individuarla.
Come infatti, per poter capire che il gatto è affetto da linfedema è necessaria la diagnosi del veterinario, in quanto nella maggior parte dei casi non provoca dolore.
Vediamo quindi quali sono le cause, i sintomi e il trattamento del linfedema nel gatto.
Un linfedema è un gonfiore dovuto all’accumulo di liquido linfatico nei tessuti. Questa condizione è conosciuta anche come linfa.
Questo fluido acquoso si raccoglie tipicamente negli spazi interstiziali, in particolare il grasso sottocutaneo, a causa di un sistema linfatico danneggiato.
Le forme ereditarie e congenite di linfedema (presenti alla nascita) sono causate da malformazioni del sistema linfatico, come aplasia, incompetenza valvolare e fibrosi linfonodale.
Questa patologia ha origine molto lentamente, si manifesta con un lieve gonfiore che non provoca dolore, e che diminuisce durante la notte.
Il sintomo più rappresentativo (ed evidente) di questa patologia è il gonfiore agli arti (un braccio, una gamba o entrambi), accompagnato da senso di pesantezza.
L’arto affetto da linfedema potrebbe presentare un colorito diverso all’altro.
Il gonfiore può interessare uno o più arti e in genere inizia all’estremità dell’arto e si sposta lentamente verso l’alto. In alcuni casi possono svilupparsi anche zoppia e dolore.
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Per poter eseguire una diagnosi corretta, il veterinario eseguirà un esame fisico completo nel gatto, e nel frattempo, vorrà essere messo al corrente della storia clinica dell’animale, ovvero tutte le eventuali malattie avute.
Vorrà conoscere lo stato di salute fino al momento in cui il gatto ha mostrato i primi segnali di malessere che hanno destato preoccupazione.
Inoltre, vorrà sapere dei probabili incidenti che possono essersi verificati e i segnali che il padrone ha notato prima di portarlo a visita.
Dopodiché, procederà con un profilo biochimico e un emocromo completo (i cui risultati sono generalmente normali).
Tuttavia, il test per diagnosticare questa condizione, l’unico più affidabile è chiamato linfografia. Si tratta di un esame di imaging che utilizza una sostanza di contrasto.
Tale sostanza viene iniettata direttamente nel sistema linfatico, prima di eseguire i raggi X.
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Stabilita la diagnosi, il veterinario procederà con la prescrizione del trattamento.
Nonostante non sia chiaro, ci sono stati numerosi trattamenti medici e chirurgici con esiti piuttosto variabili, ma una vera cura ancora non c’è.
Come infatti, in alcuni gatti l’applicazione a lungo termine di bendaggi a pressione e antibiotici hanno evitato infezioni.
Purtroppo, il riposo e altre tecniche chirurgiche per trattare il linfedema nel gatto, non hanno dato i risultati che ci si aspettava.
Per tale ragione, il veterinario si concentrerà sull’attenuare i sintomi secondari e le complicazioni come la zoppia nel gatto.
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