Leucocitosi nel gatto, una condizione delicata nel peloso domestico. Vediamo in che cosa consiste, come si manifesta e come è possibile curarla.
Ci sono problematiche di salute nel felino di cui ci si può non accorgere subito, variazioni nel suo organismo che possono manifestarsi attraverso dei sintomi importanti e gravi, fondamentali da conoscere e riconoscere nel proprio animale domestico. Vediamo che cos’è la leucocitosi nel gatto e come deve essere affrontata.
Si tratta di una malattia che può colpire il micio e non basta questa parola per descriverne i fattori che la compongono e i sintomi con cui si manifesta. É un disturbo molto complesso che è importante conoscere per il proprio gatto. Leggiamo nello specifico qui nell’articolo.
Con il tempo, si imparano a conoscere anche le fragilità del nostro micio domestico. Il felino ha anche lui la sua sensibilità e il suo corpo non può sempre resistere a tutto.
Di alcune malattie che mettono a dura prova il gatto se ne parla troppo poco e, invece, andrebbero conosciute meglio per non farsi mai trovare impreparati se si ha la sfortuna di esserne vittime.
La leucocitosi è una di queste. Ma che cos’è esattamente? Per essere chiari, parliamo dell’aumento dei globuli bianchi nel sangue dell’animale e sono quelli che difendono il suo organismo.
Esistono varie categorie di leucociti e, quando si innalzano, si verificano: leucocitosi neutrofilica, eosinofilica, basofila, linfocitaria, monocitica. Ogni forma di leucocitosi ha una sua causa che andremo a vedere.
La leucocitosi neutrofilica (neutrofilia) prevede l’aumento dei neutrofili nel sangue del felino. Questi nascono da cellule staminali del midollo osseo ed hanno il compito di ingerire e uccidere batteri.
La neutrofilia può essere causata da stress, da anestesia, da malattie croniche, da disordini nel metabolismo, da un tumore o da un trauma cranico nel gatto.
Ma anche l’attività fisica intensa, eccitazione e paura, il parto e le convulsioni del gatto sono cause scatenanti della leucocitosi neutrofilica.
Altre cause che provocano la malattia possono essere infiammazioni o infezioni batteriche e parassitarie, così come per ustione, uremia ed emorragia acuta.
La leucocitosi eosinofilica (eosinofilia) si verifica nel peloso quando aumentano gli eosinofili nel sangue e ciò, di solito, sta ad indicare disturbi parassitari o allergici.
A causare eosinofilia sono la parassitosi, la dermatite allergica da pulci nel gatto, l’allergia alimentare, l’asma bronchiale. Altre cause della malattia sono le malattie infettive, come la toxoplasmosi nel gatto e la panleucopenia nel gatto.
Inoltre, insufficienza renale nel gatto, calore e ipertiroidismo del gatto sono possibili cause.
La leucocitosi basofila (basofilia) è la forma più rara poiché i basofili sono molto pochi nel sangue. Le sue cause principali sono i tumori, le malattie infiammatorie, come le difficoltà respiratorie nel gatto, e anche la dermatite da inalazione.
La leucocitosi linfocitaria (linfocitosi) vede l’aumento dei linfociti nel sangue del micio. Le cause che la scatenano possono essere forme di leucemia nel gatto, reazioni post vaccini, infezioni croniche, e anche la forte adrenalina.
La leucocitosi monocitica (monocitosi) si verifica con la circolazione di più monociti nel sangue del peloso. Associata, spesso, a disturbi cronici, questa malattia trova le sue cause in stimoli infiammatori e tumorali, emorragie interne ed esterne.
Ancora, le cause scatenanti nell’animale sono anemia del gatto, dermatiti, traumi, stress e la somministrazione di cortisonici.
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Quando i leucociti variano nel sangue del proprio animale, è essenziale tenere sotto controllo queste variazioni nel suo organismo, effettuare le analisi necessarie e portare avanti una giusta prevenzione, in modo da tutelare la salute del gatto. Leggiamo meglio.
Nel corpo del felino, i leucociti, ovvero i globuli bianchi, hanno l’obiettivo di proteggere il suo organismo dalle malattie. Se si notano uno o più segnali sospetti nel proprio gatto, è importante informarne il veterinario di fiducia.
Sotto il controllo medico, verranno analizzate le urine del felino per poter diagnosticare la forma della leucocitosi nell’animale.
Il veterinario procederà con la cistocentesi, una tecnica con la quale rileverà il campione di urina. Con questo metodo, si potrà evidenziare qualsiasi infiammazione presente, dalla vescica ai reni del gatto.
Un cambiamento nelle abitudini urinarie del felino è un altro segnale della presenza di una possibile cistite nel gatto o di un accumulo di calcoli vescicali.
Si tratta di problematiche che possono diventare molto pericolose per l’animale colpito, poiché si possono generare modificazioni metaboliche. Occorre agire in fretta e rivolgersi al medico esperto.
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Ilaria G
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