La dermatofitosi nel gatto è una malattia che colpisce prevalentemente i gatti. Vediamo quale la causa, i sintomi e il trattamento.
La dermatofitosi nel gatto è una patologia che si manifesta principalmente in condizioni ambientali poco curate, la malattia può essere presente o molto frequente in una popolazione o territorio e la sua eliminazione può essere molto faticosa. Inoltre trattandosi di una zoonosi, può essere trasmessa ad altre specie animali e all’uomo, in particolare ai bambini. Questa malattia tende a diffondersi soprattutto per contatto diretto con un animale infetto.
La dermatofitosi nel gatto conosciuta anche con il nome di tigna, è una malattia causata dalla presenza di funghi dermatofiti conosciuti anche come funghi patogeni cheratinofili e cheratolitici. È una malattia quindi di origine micotica che colpisce per la maggior parte la pelle dell’animale, facilitando la formazione di chiazze cutanee e successivamente la perdita di pelo.
Questo fungo genera artrospore (cellula batterica che aumenta di volume e diviene resistente all’azione di agenti esterni per la perdita di acqua o per ispessimento della sua membrana) che vengono rimosse attraverso i peli del gatto che si spezzano o tramite le squame cutanee.
Queste spore possono essere facilmente trasmesse per contatto diretto o con particelle di polvere, coperte, biancheria, giocattoli, spazzole, vestiti e restare contagianti per circa un anno. Ci sono purtroppo alcuni soggetti maggiormente a rischio in quanto sono predisposti alla malattia, essi sono:
Altri gatti in particolare quelli adulti sono invece sono portatori asintomatici di M. canis. Ragion per cui tutti i gatti presenti nei gattili e nei rifugi, anche quelli asintomatici, dovrebbero essere trattati e si bisognerebbe avere cura di procedere con la pulizia accurata dell’ambiente circostante per essere sicuri di avere decontaminato.
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La dermatofitosi nel gatto si manifesta attraverso dei sintomi ben evidenti e tipici, difficilmente si possono confondere con segnali patologici di altre malattie. Essi consistono in:
Davanti alla presenza di questa sintomatologia, se vi nasce il sospetto che una lesione sul vostro animale sia stata causata dalla dermatofitosi nel gatto, per esaminarla meglio, occorre indossare i guanti in lattice, in quanto se doveste venire a contatto e successivamente vi grattate la testa anche dieci minuti dopo rischiate di prenderla.
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Per poter capire come procedere con il trattamento, occorrerà ottenere prima una diagnosi, che solo il veterinario potrà fornirci. Attraverso il gold standard, ossia il metodo di riferimento per confermare la dermatofitosi, la coltura su terreno di Sabouraud di peli o squame raccolti dalle lesioni.
Mentre sono tecniche meno sensibili, l’esame con lampada di Wood e il riscontro al microscopio di artrospore sui peli, i quali appariranno più spessi e con una superficie rugosa e irregolare. Tutto questo serva a capire se si tratta realmente di dermatofitosi nel gatto e quale fungo sia a causarla, prima di poter procedere con la terapia opportuna.
Una volta stabilita la diagnosi il veterinario procederà con il trattamento, il quale consiste in due tipologie:
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Raffaella Lauretta
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