Intussuscezione nel gatto: cause, sintomi e trattamento

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By Raffaella Lauretta

Salute dei Gatti

Intussuscezione nel gatto una condizione pericolosa del tratto intestinale del felino. Vediamo quali le cause, i sintomi e il trattamento.

gatto dal veterinario
(Foto AdobeStock)

L’intussuscezione nel gatto è una condizione che può verificarsi in animali di tutte le età.

Generalmente, però, colpisce i gatti più giovani con un sistema immunitario più debole (in età compresa tra una settimana e nove anni).

Può verificarsi in tutte le razze ma sono maggiormente soggetti i Siamesi.

Si tratta di un’ostruzione che può essere parziale o completa, ma il verificarsi di un’intussuscezione come conseguenza porta a una chiusura meccanica del tratto gastrointestinale.

Cause dell’intussuscezione nel gatto

Le cause dell’intussuscezione nel gatto più comuni possono essere: parassiti intestinali, enterite, recente chirurgia addominale, malattia murale intestinale.

Ma tutto questo può anche essere dovuto all’introduzione di un corpo estraneo nel tratto e intense contrazioni della porzione intestinale dell’intestino.

Purtroppo però possiamo affermare che qualsiasi malattia che può alterare la motilità gastrointestinale può portare a un’intussuscezione.

Sintomi

I segnali che si possono manifestare quando si verifica intussuscezione nel gatto, si distinguono per intussuscezione nel tratto intestinale alto e quello basso.

gatto dal veterinario
(Foto Pinterest)

I sintomi per intussuscezione alta nel tratto intestinale, possono essere:

  • difficoltà a respirare;
  • distensione addominale;
  • dolore addominale;
  • rigurgito;
  • vomito nel gatto;
  • vomito sanguinante.

I sintomi per intussuscezione bassa nel tratto intestinale, possono essere:

Natura, gravità e durata dei segni clinici sono correlate alla sede dell’intussuscezione lungo il tratto intestinale.

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Diagnosi e trattamento dell’intussuscezione nel gatto

Per poter effettuare una diagnosi il veterinario dovrà eseguire determinati esami.

tumore nel gatto
(Foto AdobeStock)

Naturalmente, non prima di essersi accertato dell’anamnesi, dell’insorgenza dei primi segnali di malessere e i possibili incidenti che abbiano potuto causare questa condizione nel felino.

Successivamente procederà con l’esame clinico, talvolta permette di percepire alla palpazione una massa situata nel settore addominale craniale.

Andrà poi avanti con una diagnosi differenziale, poiché sono diverse le possibili cause per questa condizione.

Il veterinario continuerà ad effettuare esami fino a quando il problema non verrà individuato. Per far questo procederà con diversi esami:

  • radiografie;
  • ecografie;
  • prelievo del campione di feci (per verificare la presenza di parassiti intestinali e verranno controllati gli equilibri elettrolitici).

Stabilita la diagnosi, il veterinario procederà con il trattamento idoneo, non prima di aver idratato il gatto, attraverso un fluido endovenoso immediato e aggressivo.

Dopo aver stabilizzato il gatto, potrà affrontare eventuali segni di squilibri elettrolitici e decidere di somministrare antibiotici.

Laddove l’ostruzione dipendesse da un corpo estraneo, la soluzione è intervenire chirurgicamente ed eliminare manualmente il problema, per poi successivamente somministrare farmaci al gatto per favorire la guarigione e prevenire l’infezione.

Purtroppo, anche dopo il trattamento è possibile una recidiva, entro le prime settimane dall’intervento chirurgico dell’animale.

Ecco perché occorre un’accurata osservazione dell’animale, una dieta adeguata (pasti piccoli e facilmente digeribili per i primi giorni) e la somministrazione di liquidi per evitare la disidratazione nel gatto.

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Raffaella Lauretta

 

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