L’insufficienza pancreatica esocrina è una patologia piuttosto rara nel gatto; ma proprio per questo motivo può essere particolarmente insidiosa. Scopriamo il perché.
Non è affatto semplice comprendere la causa del malessere del proprio gatto. Sintomi come la diarrea ed il vomito, ad esempio, sono comuni a diverse patologie, alcune delle quali piuttosto rare e non sempre diagnosticate con tempestività. In questo articolo parleremo delle cause che cagionano l’insufficienza pancreatica esocrina, i sintomi che manifesta il gatto che ne è colpito nonché il trattamento terapeutico adottato per la cura del felino.
L’insufficienza pancreatica esocrina (IPE) è una patologia cagionata dall’insufficiente produzione, da parte del pancreas, degli enzimi necessari all’organismo per un corretto processo digestivo.
Si tratta di un disturbo piuttosto raro nel gatto (seppur vi siano alcune razze più predisposte di altre all’insorgenza della malattia), ed anche per questo motivo spesso viene confusa con altre patologie.
Si è soliti distinguere tra IPE primaria ed IPE secondaria. La prima è causata dall’atrofia pancreatica acinare, che aggredisce il sistema immunitario del pancreas esocrino compromettendone la funzionalità; a tale tipologia di IPE sono soggetti, di norma, gatti di giovane età.
L’IPE secondaria può essere causata da un cancro al pancreas, da pancreatiti croniche o da interventi chirurgici all’organo; pertanto statisticamente è più probabile che colpisca gatti in età avanzata.
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Come detto, i sintomi dell’insufficienza pancreatica esocrina sono comuni a diverse patologie, e pertanto, trattandosi di una malattia che colpisce il gatto piuttosto raramente, spesso viene confusa con altri disturbi.
Ecco quali sono i principali:
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Spesso tendiamo ad identificare alcuni dei sintomi correlati all’insufficienza pancreatica esocrina, come la diarrea od il vomito nel gatto, come disturbi di natura passeggera.
In realtà sono sempre spie di malessere dell’animale, che non vanno assolutamente sottovalutate, specialmente se accompagnate da altri segnali clinici.
In presenza dei sintomi descritti, dunque, è sempre auspicabile rivolgersi con tempestività al proprio veterinario di fiducia. La diagnosi della patologia è piuttosto semplice, seppur richiede lo svolgimento di esami specifici.
Purtroppo, tuttavia, si tratta di un disturbo che accompagnerà il nostro piccolo amico a quattro zampe per tutto il resto della sua vita.
Fermo restando il trattamento terapeutico più adeguato in considerazione della causa alla base del disturbo (si pensi ad esempio al cancro pancreatico), sarà necessario assicurare all’organismo del gatto gli enzimi che l’organo non è più in grado di produrre da solo.
Tale integrazione dovrà essere coadiuvata da una specifica dieta per il gatto; anche per la formulazione del regime alimentare più adatto al nostro amico a quattro zampe meglio affidarsi al parere del professionista, evitando il fai da te.
A. S.
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