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Salute dei Gatti

Idrocefalo o acqua nel cervello nel gatto: cos’è, sintomi e terapia

L’idrocefalo nel gatto è una rara patologia di tipo neurologico, causata dall’accumulo di liquido spinale nelle cavità del cervello.

L’idrocefalo è una patologia molto grave che può colpire il gatto, causando danni cerebrali irreversibili. Quali sono le razze predisposte, come riconoscerlo in tempo e a quali trattamenti sottoporre il nostro amico a quattro zampe? Scopriamolo insieme per proteggere la salute del micio.

Idrocefalo nel gatto: di cosa si tratta

(Foto Adobe Stock)

Il gatto affetto da idrocefalo presenta un accumulo anomalo di liquido cefalorachidiano all’interno dei ventricoli del cervello. Il ristagno di questo fluido esercita una forte pressione sul tessuto interessato, provocando conseguenze molto pericolose per la salute dell’animale. Possiamo distinguere tra due principali tipi di idrocefalo:

  • Compensativo, la causa di questa patologia può essere sia congenita che acquisita.
  • Ostruttivo, si tratta di una malattia esclusivamente genetica nel gatto, che tende a presentarsi con la cavità cranica dell’animale a forma di cupola.

Fattori di rischio e sintomi

(Foto Adobe Stock)

Quali sono le cause che determinano l’insorgenza di questa patologia nel micio? Nella maggior parte dei casi, si tratta di una malattia di tipo ereditario, dovuta a un difetto genetico che causa un malfunzionamento nel drenaggio del fluido spinale, o ne provoca una sovrapproduzione.

Alcune razze di gatti risultano maggiormente predisposte rispetto ad altre allo sviluppo di questa patologia: Manx, Persiano e Siamese. Le cause dell’encefalo acquisito sono:

  • Infezioni batteriche e fungine
  • Tumore
  • Cisti
  • Virus, come panleucopenia e peritonite infettiva felina.

Come si manifesta l’idrocefalo nel gatto? La sintomatologia del micio è varia, poiché dipende dalla gravità della sua condizione. Tra le manifestazioni più comuni di questa patologia ci sono:

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Idrocefalo nel gatto: diagnosi e cura

(Foto Adobe Stock)

Attraverso quali strumenti diagnostici il veterinario può confermare la presenza di idrocefalo nel gatto? Prima di tutto, bisognerà escludere la presenza di patologie con sintomi simili. Per questo, dopo aver sottoposto il micio a una visita di routine, verranno eseguite le analisi del sangue e delle urine.

Per verificare eventuali danni cerebrali, potrebbe essere necessario effettuare i seguenti esami:

Sfortunatamente, ad oggi non esiste una cura per l’idrocefalo. L’obiettivo, quindi, è quello di ridurre la presenza di liquido spinale nel cervello, per diminuire la pressione sulle zone interessate.

La specifica modalità di intervento dipende dalla gravità della situazione. Nei casi più lievi, si procederà con un trattamento farmacologico volto a ridurre la produzione o ad aumentare l’assorbimento del fluido.

Qualora sia necessario, il micio potrebbe essere sottoposto ad un intervento chirurgico. Mediante il posizionamento di uno shunt, il liquido cefalorachidiano in eccesso viene deviato al di fuori del cranio, in modo che sia assorbito dal corpo.

Qual è la speranza di vita del micio?

(Foto Pixabay)

Individuare e trattare tempestivamente l’idrocefalo nel gatto rende la prognosi più favorevole: sottoponendo il micio alle dovute terapie, l’animale potrà vivere un’esistenza relativamente normale.

Al contrario, laddove la patologia sia trascurata, avrà il tempo di progredire causando danni cerebrali permanenti e riducendo irrimediabilmente l’aspettativa di vita del gatto. Per questo, per prolungare la vita del felino è indispensabile monitorare periodicamente la sua salute e l’andamento della patologia.

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Laura Bellucci

Laura Bellucci

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