Con granuloma eosinofilico in realtà non si intende una sola patologia, ma un complesso di disturbi che possono colpire anche il gatto: scopriamo insieme quali sono.
Sono innumerevoli le patologie di cui può soffrire il nostro amico a quattro zampe: impossibile dunque conoscerle tutte. Il granuloma eosinofilico addirittura racchiude in sé più disturbi che possono affliggere il gatto. Scopriamo insieme di quali si tratta, quali sono le cause e come riconoscerli.
Con granuloma eosinofilico non si intende una semplice patologia, ma un insieme di disturbi cutanei (tali da parlare di complesso granuloma eosinofilico) che possono colpire anche il gatto.
Non si conoscono con certezza le cause. Si ipotizza, tuttavia, che il complesso di patologie abbia origine genetica (e che dunque colpisca il felino fin dalla nascita) oppure derivi da reazioni allergiche (ad alimenti, al polline, o a parassiti).
Di norma la locuzione “granuloma eosinofilico” racchiude le seguenti patologie:
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Il granuloma eosinofilico, in tutte le sue forme è accomunato dal forte prurito che provocherà al nostro amico a quattro zampe. Il felino colpito dalla patologia tenderà a grattarsi continuamente, provocandosi involontariamente delle ferite, nella ricerca di un temporaneo sollievo.
D’altronde gli artigli del gatto, come noto, sono molto affilati; per questo è facile che l’esemplare colpito dalla patologia rechi diverse piaghe. I disturbi sono di natura cutanea: la diversità degli stessi dipenderà dalla forma che ha colpito il gatto.
Ad esempio, l’ulcera indolente colpisce la zona del labbro dell’animale; il disturbo cutaneo, per quanto visibile, non gli cagiona dolore.
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Alla comparsa dei sintomi occorrerà allertare immediatamente il proprio veterinario di fiducia. Il professionista, effettuata la diagnosi del disturbo, procederà ad individuare la causa dal quale origina.
In particolare, laddove si sospetti che il granuloma eosinofilico sia causato da un’allergia, occorrerà individuare l’elemento che provoca la reazione.
Ad esempio, se l’allergene è un alimento, si potrà procedere cambiando radicalmente il menù del felino, per poi reinserire gradualmente e singolarmente gli elementi che componevano quello precedente. In tal modo si potrà individuare piuttosto agevolmente l’alimento che provoca l’allergia nel gatto.
Allo stesso tempo il veterinario prescriverà la somministrazione di farmaci al fine di controllare le lesioni sul corpo dell’animale.
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