Il tumore cerebrale nel gatto, è una malattia comune negli animali domestici anziani. Vediamo quale le cause, i sintomi e il trattamento di questa patologia.
Il tumore cerebrale nel gatto, colpisce in maggior misura i gatti anziani. Questi tumori possono essere primari che scaturiscono dalle cellule cerebrali o dal loro rivestimento (meningi) o tumori secondari, che nascono in altri punti del corpo e si diffondono al cervello. I tumori cerebrali primari più comuni nei cani e nei gatti sono meningiomi, gliomi, papilloma del plesso coroideo e adenoma ipofisario.
I meningiomi sono i più frequenti e derivano da meningi (membrane che coprono il cervello) sono a lenta crescita e suscettibili al trattamento anche se si verificano più forme maligne. I tumori cerebrali secondari sono tumori che si diffondono attraverso metastasi in un’altra parte del corpo e purtroppo hanno una prognosi buona.
Il cervello è l’organo centrale del sistema nervoso, la sede delle funzioni cognitive, sensoriali, motorie e vegetative che si trovano nella scatola cranica. Quando il tumore attacca questo organismo lo possiamo poi distinguere in gradi:
I sintomi di un tumore cerebrale nel gatto, derivano dalla massa che comprime o invade il cervello e dipende dall’area interessata. I tumori cerebrali in genere generano segnali progressivi negli animali anziani. I sintomi spesso iniziano ad essere lievi per poi aggravarsi, ma per fortuna non sempre.
Possono iniziare improvvisamente, ad esempio, in un gatto anziano può iniziare ad avere convulsioni dal nulla o possono verificarsi in modo più sottile e graduale, possono anche aumentare e addirittura diminuire.
Se il tumore colpisce il cervello anteriore, che è l’area responsabile del pensiero e del comportamento, i sintomi possono includere cambiamenti comportamentali come:
In effetti, la comparsa improvvisa di convulsioni nel gatto è uno dei sintomi più comuni della presenza di un tumore nel cervello anteriore. Se il tumore sta deteriorando il tronco encefalico, la capacità dell’animale di camminare, la vigilanza mentale e i sistemi respiratorio e cardiovascolare potrebbero subire danni.
I sintomi più comuni di un tumore del tronco encefalico sono:
Potrebbe esserci anche un cambiamento nell’abbaiare, nell’incapacità di muovere gli occhi e paralisi. In alcuni casi, un animale domestico malato potrebbe entrare in coma e morire. Un tumore nel cervelletto, che controlla la coordinazione dei movimenti, può avere sintomi che includono :
In generale, qualsiasi animale di età superiore ai cinque anni che presenta nuovi sintomi neurologici dovrebbe essere esaminato per un tumore al cervello. Fatta la valutazione e la storia clinica del gatto, il veterinario, conferma la sua diagnosi richiedendo ulteriori esami:
Attraverso i risultati della risonanza e il resto delle valutazioni, il veterinario deciderà il trattamento da eseguire, le opzioni per il trattamento del tumore cerebrale nel gatto sono: chirurgica, la radioterapia, la chemioterapia (spesso l’una a sostegno dell’altra) e il trattamento palliativo dei sintomi del tumore nel gatto.
La chirurgia viene effettuata principalmente per alleviare i sintomi dell’animale ed ha lo scopo di eliminare quanta più massa maligna dal cervello dell’animale.
La radioterapia logicamente avviene con sedazione e ciò implica che il gatto sia in condizioni abbastanza ottimali, tali da poter subire anestesia ogni qual volta si debba sottoporre a sedute di radioterapia. La radioterapia ha lo scopo di rallentare la progressione della maggior parte dei tipi di tumori cerebrali negli animali domestici.
La chemioterapia non è un trattamento molto comune per questo tipo di tumore, poiché la barriera emato-encefalica limita l’efficacia dei farmaci, pochi sono i farmaci chemioterapici che possono attraversare la barriera.
Inoltre questi farmaci chemioterapici possono avere effetti collaterali devastanti, specialmente nel fegato e nel midollo osseo e l’animale in questo caso deve essere attentamente osservato durante il trattamento.
La chemioterapia può essere somministrata in diversi modi:
Infine, contattando un veterinario olistico, potrà essere in grado di fornire terapie naturali al 100% aggiuntive alla cura già in corso, che potranno ridurre il dolore e l’infiammazione e tentare così di alleviare il dolore all’animale attraverso queste cure palliative.
Raffaella Lauretta
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