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Salute dei Gatti

Gatto triste: segnali, cause e rimedi alla tristezza felina

Anche il gatto può essere triste: la tristezza felina è un fenomeno comune, che può essere riconosciuta da sintomi specifici. Possibili cause e rimedi per il tuo micio

Sintomi e rimedi contro la tristezza nei gatti (Foto Pixabay)

Adottare un animale domestico significa assumersi la responsabilità del suo benessere e della sua felicità: ecco perché spesso capita di domandarsi se il proprio gatto è triste o allegro, nel tentativo di capire se il micio ha a disposizione tutto ciò di cui ha bisogno.

Di solito, basta saper osservare con attenzione il comportamento del gatto per cogliere i sintomi della sua condizione emotiva e psicologica: un gatto triste invia dei segnali inequivocabili, che è importante saper leggere in tempo per aiutarlo a riprendersi al meglio.

In questo articolo, analizzeremo i sintomi della tristezza felina, scopriremo quali sono le sue cause più comuni e come aiutare un gatto triste a star meglio, per evitare che il suo malessere sfoci in problematiche più serie.

Quando il gatto è triste: riconoscere e risolvere la tristezza felina

Gatto triste e stanco (Foto fonte iStock)

I gatti sono solitamente animali indipendenti, in grado di vivere tranquillamente la propria quotidianeità senza bisogno che qualcuno badi costantemente a loro. In alcuni casi, però, la proverbiale indipendenza felina lascia il posto a una certa tristezza nel gatto, che ha bisogno di aiuto per tornare ad essere emotivamente tranquillo e sereno.

Saper riconoscere eventuali segnali comportamentali del gatto triste è fondamentale, perché attraverso il linguaggio del corpo questi animali inviano i propri messaggi e comunicano anche il proprio malessere: capire se il gatto è triste può aiutarci ad evitare che il problema peggiori, trasformandosi in una vera e propria depressione del gatto.

Come capire se il gatto è triste? Sintomi e segnali

Sintomi di tristezza nel gatto (Foto da Pixabay)

Chi ha adottato un gatto, o magari più di uno, sa benissimo di cosa stiamo parlando: avere un micio in casa è un vero e proprio regalo della vita, che riempie le giornate di allegria, curiosità e giochi sempre nuovi.

Ma purtroppo, a volte anche il gatto può scivolare nella tristezza e bisogna capire quando questo accade: ecco alcuni dei segnali più comuni per imparare a riconoscere un gatto triste.

– Il gatto triste spesso è anche un gatto inappetente: rifiutarsi di mangiare è solitamente segno di malessere nei nostri animali domestici.

– Si sa che i gatti sono animali molto attivi, scattanti e giocherelloni: se notiamo un cambiamento nel micio e lo vediamo diventare apatico, restando fermo per parecchie ore al giorno, siamo di fronte a un sintomo di tristezza.

I gatti dormono molte ore nel corso della giornata, ma se il sonno felino sfora le 15/16 ore al giorno è probabile che l’animale sia triste o addirittura depresso.

Un gatto si nasconde quando c’è qualcosa che non va: anche la tristezza può causare questo comportamento felino tipico.

– Se il gatto smette di cercare il contatto fisico, evitando le coccole e gli “strusciamenti” anche con un certo fastidio, potrebbe essere triste.

– Se notiamo che il gatto piange senza un motivo apparente, è probabile che stia comunicando la sua tristezza.

– Il gatto triste vaga senza meta in casa e a volte si mette fermo ad aspettare non si sa cosa davanti alla ciotola o sulla porta.

– Infine, attenzione alla comparsa di comportamenti ossessivo compulsivi nel gatto come ad esempio la tendenza a leccare troppo il pelo o a succhiare lana e altri oggetti.

Cause più comuni di tristezza felina

Gatto (Foto fonte Pixabay)

1. I gatti hanno bisogno di un ambiente stimolante proprio perché sono animali curiosi e attenti: fate attenzione a non costringerlo in uno spazio piccolo e angusto, perché per essere felice micio deve poter saltare, arrampicarsi, osservare.

2. Il gatto è di natura un animale abitudinario, che mal sopporta i cambiamenti radicali nella sua routine: la nascita di un bambino, l’adozione di un nuovo animale domestico, la presenza di ospiti, un trasloco possono essere veri e propri traumi per micio.

3. Nei gatti cuccioli è possibile riscontrare la tristezza a causa di una separazione troppo precoce da mamma gatta, allo stesso tempo quest’ultima può vivere male il distacco dai gattini.

4. Traumi, incidenti, maltrattamenti, interventi chirurgici possono rendere il gatto triste.

Il gatto è triste: come rimediare?

Gatto (foto Pixabay)

La tristezza del gatto può cronicizzarsi e rendere il nostro micio potenzialmente depresso, per cui è importante sapere cosa fare per aiutarlo a star meglio.
La cosa principale è dare al micio di casa adeguati stimoli: il gatto, solitamente, è triste a causa della noia e per questo giocare con lui è il primo passo da compiere.

Nelle ore in cui non siete in casa e lasciate il gatto da solo, procurategli giochi e passatempi adatti a lui: palline, topolini di peluche, tiragraffi, strutture su cui arrampicarsi sono soltanto alcuni esempi di giocattoli per gatti che possono distrarre il micio.

Contro l’inappetenza, invece, potete provare a viziare un po’ il gatto triste offrendogli i suoi cibi preferiti e anche qualche piccolo snack goloso.
Infine, se vi rendete conto che la tristezza del vostro gatto persiste da troppo tempo, portatelo dal veterinario che potrà valutare il miglior trattamento per la situazione specifica.

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C.B.

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Chiara Burriello

Giornalista pubblicista iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia, esperta di comunicazione web e social, laureata in marketing ed economia, amante della fotografia e della natura, da sempre appassionata alla scrittura e al mondo dell’informazione: amo lavorare nella redazione di Amoreaquattrozampe, dove ho la possibilità di coniugare la passione per le parole con quella per gli animali. Lavoro ogni giorno con la voglia di conoscere e imparare come punto di partenza, sperando di riuscire a trasmettere e diffondere contenuti utili e interessanti per chi ha scelto di assumersi la grande responsabilità di prendersi cura di un amico a quattro zampe (e non solo quattro!).

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Chiara Burriello

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