La malattia laringea nel gatto: una patologia che impedisce anche di miagolare. Vediamo quale le cause, i sintomi e il trattamento.
La malattia laringea nel gatto è molto meno rara rispetto al cane. I gatti colpiti sono generalmente più anziani, ma ciò non esclude che gatti più giovani possano essere colpiti anche se secondari a traumi o procedure chirurgiche.
Anche il cancro della laringe si verifica maggiormente in gatti anziani di circa 11 anni di età e non fa esclusione di razze. La malattia laringea nel gatto si riferisce a qualsiasi condizione che altera la normale struttura e / o funzione della casella vocale o della laringe.
Le cause della malattia laringea nel gatto, possono essere diverse e possono essere anche presenti dalla nascita, perciò detta congenita, in alternativa può esser stata acquisita e molto spesso da causa sconosciute. Quelle che possiamo riportare sono alcune delle cause più comuni di malattie laringee:
Il determinarsi di sintomi specifici della malattia laringea nel gatto sono legati strettamente alla compromissione o limitazione del flusso d’aria attraverso la casella vocale o la laringe, nonostante la paralisi acquisita sia spesso associata a sforzo, stress o calore estremo. Nello specifico i sintomi che si possono rilevare dalla malattia laringea nel gatto sono:
Per poter effettuare una diagnosi il veterinario dovrà conoscere come nella maggior parte delle situazioni, la storia pregressa dell’animale, i sintomi e i possibili incidenti che potrebbero aver preceduto questa condizione.
Successivamente il medico procederà con un profilo ematico completo, incluso un profilo ematico chimico, un emocromo completo e un’analisi delle urine. Come prima cosa cercherà di valutare la situazione della tiroide dell’animale, per poi proceder con altri esame laddove si possa escludere di un problema tiroidale, in particolare se il gatto è anziano.
Il medico poi potrà inoltre procedere con una valutazione tramite tecniche di imaging diagnostico come per esempio: radiografie fluoroscopia e broncoscopia per aiutare a escludere altre diagnosi differenziali e per rilevare la polmonite da aspirazione. Queste appena citate sono tutte tecniche non invasive ma che comunque necessitano di anestetizzare l’animale.
Se nonostante determinati accertamenti ancora non si è potuto determinare una diagnosi precisa, il medico può condurre una laringoscopia . Il gatto dovrà essere sottoposto a forte sedazione o anestesia per consentire al veterinario di valutare il rapimento laringeo all’ispirazione e di rilevare la presenza di lesioni di massa.
Spesso le condizioni che causano ostruzione, come il collasso tracheale o le masse vicine alla laringe, possono essere simili alla malattia laringea nel gatto. E se nel caso durante l’esame dovesse essere rilevata una lesione di massa, potrebbe essere necessario rimuoverla chirurgicamente.
Se è stato diagnosticato un tumore, la rimozione chirurgica del tumore può essere curativa. In attesa dell’intervento l’animale verrà trattato con l’ossigenoterapia, combinata con sedazione e steroidi. In casa sarà necessario evitare ambienti caldi e scarsamente ventilati, poiché questi possono ulteriormente compromettere i normali meccanismi di raffreddamento del corpo e il corretto ricambio d’aria.
Limitare l’attività in attesa di un intervento chirurgico. Evitare anche l’uso di collari per gatti durante questo periodo, al fine di ridurre al minimo la pressione sulla casella vocale o sulla trachea. Successivamente all’intervento, il veterinario dovrà eseguire uno scrupoloso follow-up, in quanto uno dei maggiori rischi di morte del gatto è la polmonite da aspirazione.
Ciò è dovuto al fatto che dopo qualsiasi intervento chirurgico che coinvolge la casella vocale o la laringe, poiché la chirurgia pone la laringe in una “posizione fissa-aperta”, eliminando la sua funzione protettiva durante la deglutizione o il rigurgito.
Dopo un intervento chirurgico riuscito i proprietari hanno riscontrato una stabilizzazione e una più reattività dell’animale. Se l’intervento iniziale non è stato soddisfacente, un ulteriore intervento chirurgico può migliorare la prognosi. Mentre in merito ai linfomi, la prognosi dipende dalla chemioterapia utilizzata e dalla risposta del paziente.
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Raffaella Lauretta
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