Il gatto ha mangiato la cipolla: rischi e cosa fare

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By Francesca Ciardiello

Salute dei Gatti

Il micio può mangiarla o può danneggiarlo? Cosa possiamo fare se il gatto ha mangiato la cipolla? Come riconoscere sintomi e rischi.

Il gatto ha mangiato la cipolla
Il gatto ha mangiato la cipolla: cosa fare e come rimediare (Foto iStock)

Le cipolle rientrano tra i cibi che può mangiare un gatto? Facciamo un’indagine più approfondita su questo prodotto della terra, famoso per rendere gustosi i piatti, seppur con alcuni effetti collaterali. E che conseguenze ha sul nostro micio? L’articolo non si prefigge l’obiettivo di essere un trattato scientifico, bensì di dare alcune indicazioni utili sulle manovre di primo soccorso per aiutare il nostro gatto che potrebbe avere bisogno di aiuto. Ecco quindi come intervenire e riconoscere i primi segnali di allarme.

Le cipolle: cosa sono e cosa contengono

Appartenenti alla famiglia delle Liliaceae, del genere Allium, le cipolle contengono sostanze pericolose che possono causare intossicazioni: naturalmente stiamo parlando di grandi quantità. Esse possono creare avvelenamenti anche piuttosto serie e potenzialmente mortali per la vita dei nostri animali domestici. A questo c’è una spiegazione scientifica, del perché cioè i gatti sono particolarmente sensibili a questo tipo di intossicazione. A causa della struttura particolare della loro emoglobina e a causa della carenza di alcuni enzimi detossificanti.

La cipolla è tossica poiché contiene un’alta concentrazione di composti solforati: la loro quantità dipende dalla quantità di solfuri nel terreno in cui sono state coltivate. Questi composti solforati, in qualsiasi modo siano somministrate e ingerite, sono idrolizzati in tiosolfati, che a loro si scindono in disolfuri. Essi sono dei potenti agenti ossidanti. La quantità pericolosa è quando supera lo 0,5% del peso totale dell’animale.

I sintomi

Il gatto ha mangiato la cipolla
Il gatto ha mangiato la cipolla: quali sono i segnali preoccupanti (Foto iStock)

Facciamo attenzione ai rifiuti e ai residui di bucce e pezzi di cipolla cruda, o peggio ancora può essere il padrone stesso a dargliene, inconsapevole del danno che potrebbe procurargli. Tra l’altro verificare che una cipolla sia buona lo si può fare solo assaggiandone un pezzo. Ma cosa fa il gatto di strano che dovrebbe metterci in allarme? Ecco una serie di segnali a cui prestare attenzione:

  • mucose biancastre,
  • disturbi gastrointestinali,
  • anemia,
  • sangue nelle urine,
  • debolezza,
  • spossatezza generale,
  • depressione,
  • battito cardiaco accelerato,
  • problemi respiratori,
  • episodi di vomito e diarrea,
  • anoressia,
  • morte.

Il gatto ha mangiato la cipolla: cosa fare

Il gatto ha mangiato la cipolla
Il gatto ha mangiato la cipolla: tutte le manovre di primo soccorso (Foto iStock)

Mantenere calma e sangue freddo è sicuramente il modo giusto per affrontare la situazione. Con freddezza e razionalità possiamo capire cosa fare e come intervenire per salvargli la vita in un tempo breve. Innanzitutto osserviamolo e siamo molto attenti ai segnali che ci invia lui e il suo organismo (approfondisci qui i segnali di un gatto che sta male); il passo successivo sarà di certo quello di contattare il veterinario oppure raggiungere il pronto soccorso veterinario più vicino.

Se la cipolla è stata ingerita da poco, sarà il caso di indurre il vomito nel gatto: molto utile in questi casi è il perossido di idrogeno (almeno un 3%) e del carbone attivo. In questo modo si proverà a rimuovere la fonte di avvelenamento. Bisognerà sottoporre il micio ad una serie di controlli, comprese le analisi del sangue, e capire in base ai risultati se ci fosse o meno il bisogno di eventuali trasfusioni.

L’esperto potrebbe consigliare per il gatto un trattamento di fluidoterapia, accompagnate da alcune variazioni nella dieta e nella sua alimentazione (scopri qui l’alimentazione ideale per il gatto che vomita). Le proteine infatti della pappa hanno un’influenza sulla sintesi di glutatione. Il trattamento dovrebbe dare i risultati sperati entro le due settimane dall’inizio.

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F.C.

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