La campilobatteriosi nel gatto è causata da un batterio, responsabile di disturbi intestinali nel felino: vediamo come riconoscere la patologia.
La campilobatteriosi nel gatto è un’infezione batterica. Questo batterio si trova spesso nelle viscere (tratto gastrointestinale) del gatto e altri mammiferi sani. Si rileva molto più spesso nel cane, nonostante possa colpire anche il gatto, ma maggiormente si manifesta nei cuccioli e nei gattini di età inferiore ai sei mesi.
Le infezioni da Campilobatteriosi sono le cosiddette malattie zoonosi (malattie trasmesse dagli animali) diffuse in tutto il mondo. La maggior parte delle infezioni da Campilobatteriosi patogeni deriva dall’ingestione di bevande o cibi contaminati da materiale fecale di animali infetti.
Infatti, questi batteri sono presenti in molti animali a sangue caldo, sia selvatici che domestici (bovini, ovini, maiali, cani, gatti, roditori e tutte le varietà di uccelli), il cui tratto gastrointestinale rappresenta il principale serbatoio dei Campylobacter patogeni.
Anche il latte non pastorizzato è un ottimo veicolo, così come il contatto ravvicinato con animali da appartamento infetti. Tra gli alimenti più a rischio rammentiamo anche la carne di pollo lasciata leggermente cruda. Possibile anche la trasmissione diretta da persona a persona o persona-gatto, per via oro-fecale.
La potenza dei sintomi è abbastanza variabile, tanto che nel gatto colpito da forme lievi la malattia può procedere in maniera asintomatica, mentre nelle forme più severe può prendere aspetti simili alle coliti ulcerose, con i seguenti sintomi:
Il metodo diagnostico più diffuso è la coltura fecale. Il medico veterinario esaminerà la cultura dopo 48 ore per cercare i globuli bianchi (leucociti) nel tratto gastrointestinale o nelle feci del gatto, ulteriori indagini saranno eseguite sul sangue e nelle urine.
Gli antibiotici sono l’opzione di trattamento più efficace per gli animali che mostrano la malattia in modo più persistente o diarrea e disidratazione. È importante mantenerlo idratato, osservare qualsiasi peggioramento dei sintomi e aiutare l’animale a seguire i trattamenti.
Questo per garantire che i batteri siano stati completamente rimossi. Per i casi lievi, è possibile un trattamento ambulatoriale e gli effetti generali sono considerati solo moderati. In casi gravi, sarà necessario un monitoraggio della malattia per vedere i progressi dell’animale.
Potrebbe anche essere necessario isolare l’animale, somministrando un trattamento di fluidoterapia orale contro la disidratazione del gatto, nonché una trasfusione di sangue.
Gli esperti in merito alla maggior parte delle malattie, ritengono la prevenzione fondamentale e quindi è importante una pulizia regolare dello spazio in cui vive e mangia il tuo gatto domestico e una pulizia regolare delle ciotole di acqua e cibo.
Raffaella Lauretta
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