Quando un micio tende a farsi del male è assolutamente necessario frenarlo. Ma quali sono i motivi per cui un gatto è autolesionista? Cosa c’è da sapere.
Non solo i gatti ma anche i cani ed altri animali domestici, abituati a vivere in cattività, possono sviluppare per vari motivi dei comportamenti che alla lunga possono essere davvero molto dannosi per la loro salute. In particolare i felini spesso hanno degli atteggiamenti che riescono a danneggiare il loro stesso corpo, tanto da esporlo ad infezioni e irritazioni anche molto serie. Vediamo quali sono le cause alla base di questi comportamenti e adottiamo i rimedi adatti ad evitarli. Cosa fare quando il tuo gatto è autolesionista.
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Se pensiamo che questa espressione si riferisca ad un gatto indisciplinato, siamo sulla strada sbagliata. Il disturbo comportamentale è un’alterazione del modo di fare del felino, che è la diretta conseguenza di un disagio sia fisico sia emotivo. In pratica se un gatto adotta un comportamento lesivo nei suoi confronti non è un gatto che sta bene (Leggi qui: Come capire se il gatto sta male: 8 segnali da non sottovalutare). Il malessere nel micio può essere scatenato da diversi fattori e si riversa in alcune azioni insolite, specialmente in un gatto che non ne aveva mai fatte prima.
Facciamo un esempio: il gatto inizia a strapparsi il pelo a morsi, oppure si lecca in modo ossessivo la stessa zona del corpo fino a squamarla. Non basterà sgridarlo per farlo smettere, anzi potrebbe essere addirittura dannoso. Altrettanto pericoloso è non dare la giusta importanza a questi comportamenti e minimizzarli: se diventassero sempre più ‘abituali’, sarebbe molto difficile in seguito correggerli. Ma come facciamo a definire ‘disturbo’ un atteggiamento del felino? Ecco quali sono i comportamenti che potrebbero far scattare l’allarme.
Se il gatto non sta bene e sta vivendo un momento di particolare stress, è probabile che tenti di sfogarsi su se stesso. E’ probabile che lo faccia anche per attirare l’attenzione di un padrone troppo distratto o che non gli dà tante attenzioni quante ne vorrebbe lui. E poi si tratta di un ‘disturbo graduale’ che acquisisce sempre maggiore intensità e frequenza. Il micio ne potrebbe diventare dipendente e potrebbe non riuscire a farne più a meno. Ma cosa fa il gatto che dovrebbe farci preoccupare?
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Un gatto che attua uno dei comportamenti sopra citati è in preda ad una smania, ad un’eccessiva agitazione ed eccitazione. Non a caso questi disturbi ossessivo compulsivi sono, genericamente, racchiusi sotto la stessa definizione di ‘iperestesia felina’: si tratta di un disturbo del sistema neuromuscolare abbastanza raro, che espone il gatto ad una ipersensibilità evidente in alcune parti del corpo. Ma quali sono le cause alla base di questi strani comportamenti? Vediamoli tutti.
Se notiamo nel nostro amato felino un comportamento auto-distruttivo è assolutamente necessario intervenire, ma come? Di certo perdere la pazienza, o peggio, non servirebbe a nulla, se non a minare il rapporto di fiducia che si è instaurato tra umano e animale. Se pensiamo che il gatto lo stia facendo solo per attirare la nostra attenzione, sorprendiamolo con un atteggiamento assolutamente inaspettato: ignorandolo!
Evitiamo di incentivare questi comportamenti, magari con coccole e attenzioni, poiché ciò potrebbe indurlo a ripeterli. La cosa migliore è provare a distrarlo e ad attirare la sua attenzione con qualcosa altro, che sia un giocattolo o il suo snack preferito. Avere una casa ricca di ‘svaghi e distrazioni’ può essere molto utile anche in casi come questo: spesso è anche la noia che porta il gatto ad assumere certi comportamenti autolesionisti.
Se abbiamo capito la causa del suo disturbo, proviamo ad evitarla quando e se è possibile. Se così non fosse rivolgiamoci a un esperto, che potrebbe anche prescrivere una terapia farmacologica. Un etologo, esperto di comportamento animale, è solitamente la chiave giusta per i casi particolarmente gravi e ‘resistenti’ alle terapie.
F.C.
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