I mici domestici, a volte, diventano aggressivi anche verso la propria famiglia. Perché il gatto attacca il suo padrone e quando può essere pericoloso?
Di certo, i gatti sono tra gli animali domestici più diffusi e popolari in tutto il mondo. Sono amati da tantissimi appassionati, spesso li vediamo come dei simpatici compagni di vita anche grazie all’enorme seguito che hanno su internet, ma non dobbiamo mai dimenticare che anche se parliamo di una pallina di pelo, è dotata di artigli e denti affilati come lame. Inoltre, un graffio o un morso di questo animale può essere infetto anche in modo grave e trasmettere malattie negli esseri umani. Spesso tutto questo viene sottovalutato, ma un comportamento aggressivo del gatto può avere effetti molto negativi. Quando dobbiamo preoccuparci, e soprattutto quanto possono essere davvero pericolosi i gatti?
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Se volessimo cercare qualche statistica sulle vittime umane dei gatti, non troveremmo nulla – come succederebbe se cerchiamo statistiche di esseri umani uccisi da cani o animali esotici, in realtà. Per quanto aggressivo un micio può essere, e per quanto ci sono di certo dei pericoli in caso di attacchi, i gatti sono troppo piccoli fisicamente per uccidere un essere umano adulto.
Potrebbero, teoricamente, sopraffare un bambino umano, ma non c’è nessun caso registrato in realtà, nonostante le varie leggende metropolitane di gatti malefici che soffocano neonati. Sono storie spaventose come quelle delle streghe con i gatti neri, nulla più.
Certo, i mici sono predatori di animali piccoli (topi, uccelli, ecc) e di certo sono territoriali e competitivi, ma non attaccano i bambini in modo davvero pericoloso, almeno non in modo volontariamente letale. Un gatto può avere molti motivi per attaccare un adulto o un bambino, ma solitamente è una difesa a un comportamento (volontario o meno) che vede come una minaccia. In pratica, attacca solitamente se provocato.
Dobbiamo innanzitutto mettere nella giusta prospettiva questo discorso, prima di parlare dei pericoli dei gatti. Certo, questi animali sono ormai addomesticati, ma non quando parliamo di propensione all’aggressività. Un animale domestico è comunque capace di attaccare quando serve, non è un comportamento rimosso durante il processo di addomesticamento.
Non dobbiamo quindi sottovalutare la possibilità che un gatto – per quanto considerato un animale domestico – se necessario, possa avere l’istinto che comunemente è associato agli animali selvatici. Il comportamento degli animali è infatti derivato dall’ambiente in cui vivono e da come vengono cresciuti: se un gatto non è socializzato correttamente verso gli esseri umani, sarà abbastanza “selvaggio” da assomigliare ai suoi antenati. Allo stesso modo, un gatto selvaggio che viene allevato ed addomesticato correttamente, sarà simile a un gatto domestico.
Un animale domestico correttamente socializzato, di solito, non avrà motivo di attaccare un umano in modo grave, se non provocato. Ma ovviamente parliamo di esseri viventi, quindi potrebbe succedere un episodio particolare o una situazione particolarmente forte per cui un animale sarà molto stressato e risponderà in modo negativo.
Quando un gatto attacca il suo padrone, potrebbe anche avvenire senza precedenti. Quanto spesso sentiamo dire “Il mio gatto non l’ha mai fatto prima” dopo un morso o un graffio subito? Purtroppo in ogni momento e in ogni situazione il micio potrebbe avere una reazione negativa, anche per la prima volta.
L’addomesticamento di un felino selvaggio non è collegato al non attaccare gli umani. Non possiamo paragonare il numero di umani attaccati da una tigre o un giaguaro (felini solitamente considerati pericolosi), che hanno una grande forza fisica, con quello di un piccolo gatto. Se un gatto avesse le stesse dimensioni (e muscoli) di uno dei suoi “cugini” più spaventosi, probabilmente avrà lo stesso tipo di pericolosità.
Molti grandi felini, per quanto addomesticati, potrebbero comunque attaccare i loro padroni. Solo che, a differenza dei gatti, un solo attacco davvero violento di questi animali potrebbe essere letale per il loro umano.
Tutti abbiamo visto qualche video su internet di gatti che attaccano in modo anche violento i loro padroni, spesso ridendoci su e stupendoci dell’avvenuto. Ma gli incidenti di questo tipo non sono così rari. Gli animali domestici possono essere una minaccia se li sottovalutiamo.
E soprattutto, può essere pericoloso se non sappiamo come leggere i segni di uno stress così forte da portare il micio all’esasperazione. Impariamo quindi quali sono le cause di tali attacchi e quali sono i segni imparare a leggere, per intervenire subito e evitare tali problemi con i nostri amati animali domestici.
I segni da imparare a capire sono vari, e tutti i padroni di animali domestici dovrebbero conoscerli o non potranno comprendere quello che sta irritando il loro compagno peloso. I più comuni segni di stress dei gatti domestici si dividono tra difensivi e aggressivi.
La posizione difensiva, o anche sottomessa, è indicata da segni quali: pupille dilatate, pelo irto sulla schiena, coda curva e rivolta verso il basso, bocca aperta (solitamente accompagnata da sputi e soffi), orecchie piatte e rivolte all’indietro. Inoltre, il gatto tende a appiattirsi al suolo, e quando guarda il suo “avversario” non lo fa direttamente ma lateralmente.
La posizione di aggressione offensiva, molto pericolosa e da tenere sotto controllo, indica un gatto immediatamente pronto all’attacco. In nessun caso è il caso di provare a ragionare, calmare o consolare un gatto in questa posizione. I segni più comuni sono: sguardo diretto verso il suo bersaglio, cammina diretto verso di lui e lo affronta in modo sicuro, la coda è dritta verso il basso (non curva), le orecchie sono dritte con la parte posteriore leggermente ruotata in avanti, pelo dritto. Solitamente è accompagnata da ringhi.
Come è facile capire, le differenze principali sono nelle orecchie (rivolte in avanti o all’indietro), nell’avanzare (avanza sicuro, o sembra quasi indietreggiare), e nei versi che emette il micio. In caso però il gatto sia affetto da rabbia, come nel caso dei randagi, il comportamento può essere irrazionale e quindi è più difficile descrivere i segni con precisione.
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Non bisogna sottovalutare un gatto che attacca il padrone, sia da un punto di vista psicologico che fisico: i morsi di gatto infatti hanno una forte tendenza a essere infetti, anche più di quelli dei cani. Il motivo è legato alla forma dei denti, che essendo molto affilati creano ferite profonde, tanto da promuovere l’attività batterica, ed essere anche più difficili da disinfettare.
I morsi di gatti non familiari, inoltre, sono molto rischiosi a causa della rabbia. I casi di umani che contraggono la rabbia sono piuttosto rari, ma i gatti sono considerati gli animali domestici più frequentemente infetti da questa malattia, nei soli Stati Uniti. In caso veniamo morsi da un gatto sconosciuto, infatti, dobbiamo immediatamente recarci a un pronto soccorso e verificare la gravità delle ferite.
F. B.
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