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Salute dei Gatti

Gatto anziano: le tre fasi della vecchiaia e cosa aspettarsi

Prendersi cura di un gatto anziano richiede attenzioni specifiche: ecco le tre fasi della vecchiaia del gatto e quali problemi comportano nella vita del micio.

La vecchiaia del gatto fase per fase (Foto Pixabay)

Quando un gatto compie i suoi 10 anni di età entra ufficialmente nella fase di vecchiaia, che oggi dura fortunatamente molto più di quanto durasse un tempo grazie ai progressi della medicina veterinaria: un gatto anziano oggi può arrivare senza grossi problemi anche a 20 anni, tuttavia è innegabile che con il trascorrere del tempo subentrino alcuni acciacchi e problemi dell’età che necessitano di attenzioni particolari.

La vecchiaia di un gatto può essere suddivisa in tre fasi: dai 10 ai 12 anni, dai 13 ai 15 anni e dai 16 anni in poi. In ciascuna fase il gatto anziano andrà incontro a specifici cambiamenti, problemi di salute ed esigenze a cui è meglio essere adeguatamente preparati: in questo articolo analizziamo le tre fasi della vecchiaia del gatto con le cure specifiche e i bisogni di un gatto anziano età per età.

Le fasi della vecchiaia felina e la cura del gatto anziano

Prendersi cura del gatto dopo i 10 anni (Foto Pixabay)

Gatto anziano, necessità e cure dai 10 ai 12 anni

I gatti che hanno compiuto i loro primi 10 anni di età iniziano ad accusare alcuni cambiamenti e acciacchi tipici della prima fase di vecchiaia: i primi segnali che sarà possibile notare riguardano i comportamenti abituali del micio.

A partire dai 10 anni è possibile che il micio anziano abbia meno energie, sia meno agile e scattante e inizierà ad arrampicarsi meno di frequente in quei luoghi alti che tanto amano i gatti. Tenderà a riposare più del solito e non sempre si alzerà per correre incontro al padrone quando quest’ultimo rientra a casa.

Inoltre, i gatti anziani sono ancora più sensibili ai cambiamenti nella loro routine e possono stressarsi molto più degli esemplari giovani se intervengono novità nelle loro abitudini quotidiane. Un gatto anziano diventa anche più pauroso (a causa di rumori forti o persone sconosciute, ad esempio) e tende a miagolare molto di più.

Rispetto alla salute fisica e alle patologie tipiche della vecchiaia, i gatti fino a 12 anni rischiano di ammalarsi di artrite, diabete felino, malattie renali o problemi tiroidei. Per aiutarlo a star meglio è fondamentale intervenire prima possibile: ecco perché un gatto anziano deve essere sottoposto a regolari visite dal veterinario con cadenza biennale, facendo attenzione a comunicare qualsiasi cambiamento intravisto nel nostro amico felino.

Problemi ed esigenze del gatto in vecchiaia (Foto Pixabay)

Gatto anziano, necessità e cure dai 13 ai 15 anni

Dai 13 anni di età in poi, la vecchiaia del gatto diventa un pochino più complessa perché il micio sviluppa una serie di cambiamenti fisici e comportamentali che vanno presi in attenta considerazione e affrontatei con le cure giuste.
Dal punto di vista comportamentale, il gatto anziano tra i 13 e i 15 anni diventa ancora meno attivo e tende a dormire sempre di più.

Nelle famiglie con bambini o per chi ha altri animali in casa, ma più in generale osservando il gattino ormai anziano, sarà possibile notare una tendenza a stare più spesso da solo: il gatto anziano ha bisogno di tranquillità ed è fondamentale insegnare ai bambini e agli altri animali più giovani di casa a interagire con lui con maggior calma e pazienza.

Micio avrà anche bisogno di una cuccia più calda, imbottita e tranquilla perché sentirà spesso bisogno di ritirarsi là dove si sente protetto e al sicuro: ciò nonostante, il gatto durante la vecchiaia ha tanto bisogno di coccole e di interagire con la sua famiglia umana, quindi bisognerà dedicare un po’ di tempo ogni giorno a stare in sua compagnia.

Riguardo alle patologie tipiche del gatto anziano, spesso un gatto che ha superato i 13 anni di età rischia di incorrere in problemi legati alla vista e all’udito: attenzione, quindi, ai segnali che potrebbero indicare un gatto cieco oppure un gatto sordo.
La vecchiaia può causare anche demenza senile nel micio: attenzione a riportare tutte le informazioni utili durante la visita veterinaria periodica. E’ inoltre fondamentale che il veterinario faccia al gatto gli esami di sangue, urine e feci per un checkup completo.

Come rendere felice il gatto in vecchiaia (Foto Pixabay)

Vecchiaia felina, necessità e cure dai 16 anni in poi

Se si ha la grande fortuna di avere con sé il proprio gatto anche dopo il compimento dei 16 anni di età bisogna rendersi conto che un micio così anziano equivale a un uomo di 80 anni: per questo è fondamentale dargli le cure e l’amore necessari al suo benessere in quelli che saranno gli ultimi anni della sua vita.

Il gatto anziano oltre i 16 anni sarà sempre più lento e impacciato nei movimenti, a volte sembrerà confuso e poco reattivo, dormirà tanto e miagolerà quasi sicuramente più di prima: anche se cercherà meno l’interazione con la sua famiglia, non bisogna mai lasciarlo troppo da solo perché durante la vecchiaia è fondamentale dargli tanto amore e sicurezza.

Un gatto in vecchiaia potrebbe avere difficoltà a raggiungere la lettiera, presentando alcuni episodi di incontinenza felina: non bisogna rimproverarlo, ma trattarlo con tanta pazienza e tanto amore. Attenzione in questa fase a osservare ogni possibile cambiamento o comportamento che potrebbe essere sintomo di dolore nel gatto: questi animali tendono a nascondersi quando soffrono e potresti non accorgerti di una patologia.

Durante la visita dal veterinario, è importante comunicare sintomi e segnali come aumento o diminuzione della sete, inappetenza del gatto o aumento dell’appetito, stitichezza o incontinenza, comportamenti aggressivi, difficoltà respiratorie e di movimento.
Per rendere felice il tuo gatto negli ultimi anni della sua vita, procuragli una cuccia comoda e calda da sistemare in un posto tranquillo della casa, con alcuni tra i suoi giochini preferiti sempre a portata di mano.

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C.B.

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Chiara Burriello

Giornalista pubblicista iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia, esperta di comunicazione web e social, laureata in marketing ed economia, amante della fotografia e della natura, da sempre appassionata alla scrittura e al mondo dell’informazione: amo lavorare nella redazione di Amoreaquattrozampe, dove ho la possibilità di coniugare la passione per le parole con quella per gli animali. Lavoro ogni giorno con la voglia di conoscere e imparare come punto di partenza, sperando di riuscire a trasmettere e diffondere contenuti utili e interessanti per chi ha scelto di assumersi la grande responsabilità di prendersi cura di un amico a quattro zampe (e non solo quattro!).

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Chiara Burriello

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