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Salute dei Gatti

Actinomicosi nel gatto: cause, sintomi e trattamento

Actinomicosi nel gatto, una rara malattia batterica che colpisce cani e gatti. Vediamo quali le cause, i sintomi e il trattamento.

(Foto AdobeStock)

L’actinomicosi è una patologia batterica causata da batteri del genere Actinomyces.

Questi sono batteri che vivono bene senza ossigeno e nello specifico sono i pleomorfi, i Gram positivi, micraerofili e anaerobi.

L’Actinomyces è anche detto patogeno opportunista, in quanto vive nella bocca dell’animale, ma senza per forza di cose provocare un’infezione.

Diversamente accade se, il gatto presenta ferite, tagli, graffi o lesioni, in questo caso l’Actinomcyces sfrutta la situazione per proliferare e provocare infezione, insieme anche ad altri batteri presenti.

Provocando un’alterazione e uno squilibrio dell’ambiente batterico locale.

Cause dell’actinomicosi nel gatto

(Foto AdobeStock)

Come abbiamo appena accennato quindi le cause di questa infezioni possono essere scatenate da ferite, graffi o lesioni. Tuttavia le cause possono essere determinate anche da malattie immunomediate, immunodepressione o la presenza di altre malattie.

Un esempio possono essere anche le patologie parodontali(nel caso di lesioni orali), dove il batterio del genere Actinomyces agisce penetrando nel derma o nel sottocute.

Le specie più frequenti di questi batteri nel gatto sono A. viscosus e A. hordeovulneris.

In alcuni soggetti ovvero quelli più deboli e quindi immunodepressi, l’infezione può anche essere inalata e può diffondersi a livello sistemico e colpire vari organi (polmoni, pleure e pericardio, peritoneo, milza, fegato, articolazioni).

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Sintomi

Per poter individuare la presenza di actinomicosi nel gatto è importante cercare di comprendere determinati segnali che l’animale lancia attraverso il corpo, come ad esempio:

  • stato letargico;
  • depressione;
  • dolore;
  • febbre nel gatto;
  • Infiammazione del tessuto cellulare dietro il peritoneo, la membrana liscia che riveste l’addome (retroperitonite);
  • osteomielite (la quale essendo una malattia localizzata alla colonna vertebrale, genera una compressione del midollo spinale, tale da provocare deficit neurologici, propriocettivi, problemi motori, sensoriali).
  • peritonite;
  • presenza di infezioni su muso e collo (possono essere sia singole e localizzate che diffuse);
  • presenza di ascessi (in questo caso possono essere con o senza fistole).

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Diagnosi e trattamento dell’actinomicosi nel gatto

(Foto Adobe Stock)

Per poter effettuare una diagnosi sarà necessario fornire al veterinario la storia pregressa e completa della salute del gatto, senza tralasciare ovviamente la comparsa dei sintomi e la natura di essi.

Dopodiché il medico procederà con l’esecuzione di alcuni esami utili per poter individuare la patologia. Gli esami consistono, nelle seguenti analisi:

  • esame fisico completo;
  • profilo biochimico;
  • analisi delle urine;
  • emocromo completo;
  • pannello elettrolitico;
  • raggi X per individuare lo strato esterno dell’osso, l’osteosclerosi reattiva (indurimento dell’osso) e l’osteolisi (dissoluzione dell’osso);

Per poter poi procedere ad una diagnosi più precisa, il veterinario potrà procedere con il prelievo di un campione di pus o frammenti ossei osteolitici per la coltura.

E se non dovesse bastare potrà utilizzare anche la colorazione di Gram, la citologia e la colorazione acido-resistente.

In merito al trattamento dell’actinomicosi del gatto, il veterinario procederà con la terapia per risolvere gli ascessi.

Questo avverrà tramite l’aiuto di un tubo di gomma morbida che viene posizionato nell’area interessata per prevenire l’accumulo di liquido.

A seconda poi della gravità dello stato della patologia, il medico interverrà di conseguenza. È possibile che si debba intervenire chirurgicamente tagliando o rimuovendo l’osso o il tessuto.

Per poi continuare la terapia con gli antibiotici per il gatto per circa tre o quattro mesi dopo la scomparsa dei sintomi.

Gli antibiotici aiuteranno eventualmente anche a combattere la presenza di altri microbi che solitamente si associano.

Logicamente per tutto il tempo il gatto dovrà essere seguito dal veterinario con regolare appuntamenti per il controllo onde evitare recidive in quanto in circa la metà dei casi è molto facile che possa verificarsi.

Ragion per cui è opportuno non perdere di vista il proprio animale domestico, osservandone il comportamento del gatto e i segnali evidenti quali: prurito, gonfiore, arrossamento e/o drenaggio.

Raffaella Lauretta

Raffaella Lauretta

Sono una giornalista pubblicista, con una passione profonda per gli animali. Sono regolarmente iscritta all'Ordine dei Giornalisti. Scrivo articoli su problematiche di salute degli animali, curiosità e argomenti legati alla promozione dell'adozione responsabile degli animali domestici. Nel tempo libero amo fare volontariato nelle strutture e rifugi per animali meno fortunati.

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