Non offrite dolcetti a un gatto, non gli fanno bene. Ma non basta perché in realtà i gatti non sentono il dolce. Non lo sapevate?
Caramelle e dolcetti non interessano ai gatti. I nostri amici felini hanno occhi solo per una cosa: la carne (beh, anche per le coccole e i sonnellini, ma queste sono attività non alimentari). E non parliamo solo di quanto il suo istinto cacciatore lo porti a acchiappare una preda che sia un topo o un uccellino, il motivo di questo disinteresse è che i gatti non hanno la capacità di sentire la dolcezza, a differenza di tutti gli altri mammiferi. Vediamo quindi come funziona il gusto dei gatti, e perché non potranno mai godere del sapore dei dolci.
Le papille gustative
Nella lingua della maggior parte dei mammiferi ci sono dei ricettori di sapore: proteine sulla superficie cellulare che si legano a una sostanza vicina, attivando i recettori interni della cellula che fanno partire un segnale verso il cervello. Gli umani hanno cinque tipi (forse sei) di papille gustative: acido, amaro, salato, umami (o carnosità) e dolce (e forse anche il grasso). Il ricettore del dolce in realtà è composto di due proteine accoppiate, generate da due geni diversi, noti come Tas1r2 e Tas1r3.
Quando funzionano correttamente, i due geni formano la proteina accoppiata, e quando qualcosa di dolce entra nella nostra bocca, questa notizia viene mandata velocemente al cervello, soprattutto perché la dolcezza è un segno di ricchi carboidrati – un’importante fonte di nutrimento per gli erbivori e gli onnivori come gli umani. Ma i gatti sono un nobile carnivoro e, a differenza di alcuni carnivori meno schizzinosi (come gli orsi che sono onnivori) e degli erbivori, i felini mangiano esclusivamente carne.
Una scelta della dieta
Che sia il risultato di una scelta legata alla loro dieta, o che ne sia invece una causa, tutti i felini – leoni, tigri, e mici di casa – hanno una mancanza della coppia di amminoacidi 247, che è alla base del gene Tas1r2 nel DNA. Il risultato è che non crea quindi la proteina adatta, impedendo ai gatti di sentire la dolcezza.
Ma in realtà il non poter sentire il sapore dolce non è un male, infatti i gatti non devono mangiare dolci – come i loro proverbiali colleghi animali, i cani – perché sono dannosi per la loro salute. Secondo alcuni scienziati infatti, i denti dei gatti sono già abbastanza delicati così senza caramelle a peggiorare le cose.
Studiosi dei dolcetti
Alcuni studiosi del Monell Chemical Senses Center di Philadelphia, tra cui il biochimico Joe Brand e la sua collega Xia Li hanno scoperto questa particolarità nel gene Tas1r2 (o pseudogene, vista la sua incapacità di produrre le proteine del sapore dolce) dopo decenni di studi, evidenziando che i gatti sono indifferenti ai cibi dolci.
Certo, come sempre ci sono delle eccezioni: i gatti mangiano il gelato, lo zucchero filato, i marshmallow, anche se raramente. Secondo il dottor Brand questo può essere dovuto a un uso maggiore del ricettore Tas1r3, per sentire il sapore delle alte concentrazioni di zucchero, anche se non è ancora chiaro.
Anche se i gatti non sentono il dolce, riescono a sentire cose che noi umani non riescono ad assaporare, ad esempio l’adenosina trifosfato (ATP), il composto che fornisce energia a ogni cellula vivente. Questo elemento dà il segnale che siamo di fronte a della carne, anche se è presente in piccole quantità.
Altri animali hanno dei diversi tipi di recettori, ad esempio le galline – cui manca il senso del gusto come ai gatti – hanno la possibilità di sentire gli amminoacidi nell’acqua a concentrazioni nanomolecolari.
Alimentazione corretta
Secondo quello che gli scienziati sanno attualmente, i gatti sono gli unici mammiferi che non sentono il sapore dolce. Altri mammiferi carnivori, come le iene o le donnole, che sono dei parenti stretti dei mici, riescono a sentire, amare e digerire gli zuccheri. Purtroppo, la maggior parte del cibo prodotto industrialmente per animali contiene mais o grano, che può dare il diabete ai gatti.
Il cibo per gatti industriale ha in media circa il 20% di carboidrati. Ma i gatti non sono abituati ai carboidrati e non sanno processarli, tanto che il fatto che non riescono a sentirne il sapore può essere un problema per la loro salute. Certo, magari il micio non tenterà di rubarci il dessert, ma dobbiamo comunque tenere d’occhio la loro linea.
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Fabrizio Burriello