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Salute dei Gatti

I gatti dopo la quarantena: come vivranno il cambiamento? Consigli pratici

Anche i gatti dopo la quarantena potrebbero avere problemi di ansia da separazione come i cani. Gli esperti ci danno dei consigli per gestire al meglio il cambiamento.

Sintomi di problemi nei gatti dopo la quarantena. (Foto Flickr)

I gatti non sono così indifferenti nei confronti dei loro proprietari come potrebbero sembrare, e possono anzi anche avere ansia da separazione se lasciati soli, proprio come fanno i cani. Uno studio ha fatto venire alla luce questa problematica, intervistando 130 proprietari di gatti brasiliani. Si è scoperto che un gatto su dieci mostrava comportamenti problematici quando veniva lasciato solo, tra cui aggressività, depressione e defecazione inappropriata. Dopo l’emergenza della quarantena, il pericolo per il nostro micio è che viva il ritorno alla vita normale come qualcosa di stressante.

Ansia da separazione nei gatti

Il gatto mostra stress in tanti modi. (Foto Pixabay)

Almeno uno su dieci gatti presentavano problemi comportamentali quando erano lontani dai loro umani – con una frequenza maggiore nelle famiglie con un solo animale domestico e in quelle senza giocattoli per gatti. Inoltre, i gatti sembrano avere maggiori probabilità di avere problemi di separazione se vivono in una casa senza donne (o più di una), o con padroni giovani adulti (età compresa tra 18 e 35 anni).

I problemi comportamentali segnalati includono aggressività, depressione, vocalizzazione eccessiva e defecazione e minzione inadeguate. I ricercatori concludono che, nonostante la loro distinta reputazione, questa natura sociale dei gatti significa che possono sviluppare legami con i proprietari. Ma per i padroni dei gatti questa non è certo una novità.

I segni da considerare

Il gatto stressato ha comportamenti da tenere sotto controllo. (Foto Pixabay)

Questo studio fornisce informazioni sui segni comportamentali che dimostrano problemi legati alla separazione tra i gatti domestici, e offre anche approfondimenti sulle pratiche di gestione utilizzate dai padroni. Ovviamente, è importante conoscere questi segni e le pratiche per risolvere i problemi dei gatti dopo la quarantena che hanno un’alta probabilità di avvenire.

Dallo studio è emerso che circa il 13% dei gatti (30 sui 223 campionati) potrebbe avere segni coerenti con l’ansia da separazione. I test hanno indicato inoltre che 20 dei 30 gatti presentano comportamenti distruttivi e altri comportamenti simili, o anche stati mentali problematici. Questi includono una vocalizzazione eccessiva (19 gatti su 30), minzione inappropriata (18 gatti), depressione-apatia (16 gatti), aggressività (11 gatti), agitazione-ansia (11 gatti) e defecazione inappropriata (7 gatti).

Queste scoperte possono aiutare i proprietari a identificare i modi per ridurre i problemi di separazione dei loro amici a quattro zampe, ad esempio fornendo più giocattoli e affrontando altri fattori ambientali.

La routine

In caso di problemi più gravi, il gatto potrebbe dover avere cure mediche. (Foto Adobe Stock)

I gatti (ma anche i cani) ora sono a strettissimo contatto con la loro famiglia, e si stanno lentamente abituando a questo modo di vivere. E essendo gli animali domestici molto abitudinari, quando i loro padroni torneranno al lavoro, alla vita sociale, e in generale a stare fuori casa come prima, questo sarà un grande problema, che potrebbe sfociare anche in malattie psicologiche.

Il gatto rispetto al cane, è ancora più sensibile alla routine. A volte manifesta disagio anche quando un membro della sua famiglia sta via alcuni giorni, o se arrivano in casa ospiti a sorpresa. Ma in ogni caso, sottolineiamo che tutto questo dimostra solo che il gatto si lega al suo padrone, si affeziona tanto quanto i cani, solo in modo diverso.

Come intervenire

L’istinto del gatto nel gioco è quello del predatore: può servirci. (Foto Pexels)

La cosa migliore, onde evitare problemi nei gatti dopo la quarantena, è non stargli attaccati 24 ore al giorno, lasciare dei momenti di solitudine e di pace. Magari lasciandoli stare in un’altra stanza rispetto a dove siamo noi, in modo da abituarli a non essere dipendenti della nostra presenza.

Ovviamente è meglio non saltare subito alle conclusioni autonomamente, ma di effettuare una visita dal nostro veterinario quando possibile, per essere sicuri che il gatto soffre di ansia da separazione. A quel punto potremmo usare delle tecniche di modificazione del comportamento per ridurre il suo stress.

Acquistare un tira graffi, nel caso non sia già in casa, è un ottimo punto di partenza. Questo accessorio serve come posto per dormire, giocare, arrampicarsi, graffiare, e se posto vicino a una finestra fornirà un posto in prima fila per osservare uccelli all’esterno. 

Inoltre, un ottimo metodo è premiare il gatto quando è tranquillo o fa qualcosa per intrattenere se stesso. In questo modo stiamo premiando il comportamento che vogliamo rivedere, e non i comportamenti indesiderati. 

Infine, possiamo coinvolgere il gatto in giochi di caccia, usando un nastro cui attacchiamo un pezzetto di carta d’alluminio, o un giocattolino, o una piuma. Per un gatto, cacciatore anche dentro casa, essere in grado di agguantare la preda e godere di una cattura di successo è il massimo della gioia e della soddisfazione.

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Fabrizio Burriello

Fabrizio B

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