Anche i gatti dopo la quarantena potrebbero avere problemi di ansia da separazione come i cani. Gli esperti ci danno dei consigli per gestire al meglio il cambiamento.
I gatti non sono così indifferenti nei confronti dei loro proprietari come potrebbero sembrare, e possono anzi anche avere ansia da separazione se lasciati soli, proprio come fanno i cani. Uno studio ha fatto venire alla luce questa problematica, intervistando 130 proprietari di gatti brasiliani. Si è scoperto che un gatto su dieci mostrava comportamenti problematici quando veniva lasciato solo, tra cui aggressività, depressione e defecazione inappropriata. Dopo l’emergenza della quarantena, il pericolo per il nostro micio è che viva il ritorno alla vita normale come qualcosa di stressante.
Ansia da separazione nei gatti
Almeno uno su dieci gatti presentavano problemi comportamentali quando erano lontani dai loro umani – con una frequenza maggiore nelle famiglie con un solo animale domestico e in quelle senza giocattoli per gatti. Inoltre, i gatti sembrano avere maggiori probabilità di avere problemi di separazione se vivono in una casa senza donne (o più di una), o con padroni giovani adulti (età compresa tra 18 e 35 anni).
I problemi comportamentali segnalati includono aggressività, depressione, vocalizzazione eccessiva e defecazione e minzione inadeguate. I ricercatori concludono che, nonostante la loro distinta reputazione, questa natura sociale dei gatti significa che possono sviluppare legami con i proprietari. Ma per i padroni dei gatti questa non è certo una novità.
I segni da considerare
Questo studio fornisce informazioni sui segni comportamentali che dimostrano problemi legati alla separazione tra i gatti domestici, e offre anche approfondimenti sulle pratiche di gestione utilizzate dai padroni. Ovviamente, è importante conoscere questi segni e le pratiche per risolvere i problemi dei gatti dopo la quarantena che hanno un’alta probabilità di avvenire.
Dallo studio è emerso che circa il 13% dei gatti (30 sui 223 campionati) potrebbe avere segni coerenti con l’ansia da separazione. I test hanno indicato inoltre che 20 dei 30 gatti presentano comportamenti distruttivi e altri comportamenti simili, o anche stati mentali problematici. Questi includono una vocalizzazione eccessiva (19 gatti su 30), minzione inappropriata (18 gatti), depressione-apatia (16 gatti), aggressività (11 gatti), agitazione-ansia (11 gatti) e defecazione inappropriata (7 gatti).
Queste scoperte possono aiutare i proprietari a identificare i modi per ridurre i problemi di separazione dei loro amici a quattro zampe, ad esempio fornendo più giocattoli e affrontando altri fattori ambientali.
La routine
I gatti (ma anche i cani) ora sono a strettissimo contatto con la loro famiglia, e si stanno lentamente abituando a questo modo di vivere. E essendo gli animali domestici molto abitudinari, quando i loro padroni torneranno al lavoro, alla vita sociale, e in generale a stare fuori casa come prima, questo sarà un grande problema, che potrebbe sfociare anche in malattie psicologiche.
Il gatto rispetto al cane, è ancora più sensibile alla routine. A volte manifesta disagio anche quando un membro della sua famiglia sta via alcuni giorni, o se arrivano in casa ospiti a sorpresa. Ma in ogni caso, sottolineiamo che tutto questo dimostra solo che il gatto si lega al suo padrone, si affeziona tanto quanto i cani, solo in modo diverso.
Come intervenire
La cosa migliore, onde evitare problemi nei gatti dopo la quarantena, è non stargli attaccati 24 ore al giorno, lasciare dei momenti di solitudine e di pace. Magari lasciandoli stare in un’altra stanza rispetto a dove siamo noi, in modo da abituarli a non essere dipendenti della nostra presenza.
Ovviamente è meglio non saltare subito alle conclusioni autonomamente, ma di effettuare una visita dal nostro veterinario quando possibile, per essere sicuri che il gatto soffre di ansia da separazione. A quel punto potremmo usare delle tecniche di modificazione del comportamento per ridurre il suo stress.
Acquistare un tira graffi, nel caso non sia già in casa, è un ottimo punto di partenza. Questo accessorio serve come posto per dormire, giocare, arrampicarsi, graffiare, e se posto vicino a una finestra fornirà un posto in prima fila per osservare uccelli all’esterno.
Inoltre, un ottimo metodo è premiare il gatto quando è tranquillo o fa qualcosa per intrattenere se stesso. In questo modo stiamo premiando il comportamento che vogliamo rivedere, e non i comportamenti indesiderati.
Infine, possiamo coinvolgere il gatto in giochi di caccia, usando un nastro cui attacchiamo un pezzetto di carta d’alluminio, o un giocattolino, o una piuma. Per un gatto, cacciatore anche dentro casa, essere in grado di agguantare la preda e godere di una cattura di successo è il massimo della gioia e della soddisfazione.
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Fabrizio Burriello