Gastroenterite eosinofila nel gatto: le cause, i sintomi e la cura

Gastroenterite eosinofila nel gatto: le cause, i sintomi e la cura

Gastroenterite eosinofila nel gatto, l’infiammazione di stomaco e intestino che colpisce gatti e cani. Vediamo le cause, i sintomi e la cura.

eco al gatto
(Foto AdobeStock)

Come dicevamo la gastroenterite eosinofila può colpire sia gatti che cani a prescindere da età, razza che sia maschio o che sia femmina.

Il nome della malattia, deriva dal fatto che rivestimento dello stomaco e dell’intestino subisce infiltrazioni da un tipo specifico di globuli bianchi noti come eosinofili.

Ecco spiegato il motivo, per cui si chiama gastroenterite eosinofila nel gatto. Ma andiamo a capire come riconoscere la patologia e come curare il micio.

Cause della gastroenterite eosinofila nel gatto

Le cause della gastroenterite eosinofila nel gatto possono essere le seguenti:

  • Gastroenterite eosinofila idiopatica (causa sconosciuta);
  • Granuloma eosinofilo;
  • Immuno-mediato: può essere associato ad allergie alimentari, malattie infiammatorie intestinali o reazioni avverse ai farmaci;
  • Leucemia eosinofila;
  • Mastocitosi sistemica (un disturbo che coinvolge l’infiltrazione dei mastociti nei tessuti del corpo);
  • Parassiti;
  • Sindrome ipereosinofila.

Sintomi

Sappiamo bene quanto il gatto possa essere bravo a nascondere un momento particolarmente difficile a livello salutare.

gatto dal veterinario
(Foto AdobeStock)

Il gatto, non ama affatto mostrare le sue debolezze, la sua indole lo porta a nascondersi e a soffrire in disparte, proprio come succederebbe allo stato selvatico per non farsi trovare debole dai predatori.

Ad ogni modo, il vostro amico a quattro zampe, vivendo in casa, poco potrà fare per non manifestare i segnali del suo malessere, perciò potrete notare i seguenti sintomi:

  • diarrea nel gatto;
  • feci sanguinolente o di colore scuro;
  • mancanza di appetito;
  • perdita di peso;
  • vomito.

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Diagnosi e trattamento della gastroenterite eosinofila nel gatto

Per poter effettuare una diagnosi il veterinario dovrà, per prima cosa essere messo al corrente della storia pregressa della salute dell’animale, fino al momento in cui è stato possibile individuare in lui i primi segnali di malessere.

Dopodiché, eseguirà un esame fisico sul gatto ed esami del sangue di routine, quali:

  • campione di feci;
  • esame emocromocitometrico completo e un profilo ematochimico;
  • analisi delle urine (per verificare la presenza di anomalie nella funzione degli organi e nelle cellule del sangue);
  • radiografie;
  • ecografia addominale (per esaminare il tratto intestinale in modo più approfondito);
  • prove dietetiche possono essere eseguite per diagnosticare allergie alimentare nel gatto o ipersensibilità alimentari.

Tuttavia, la diagnosi definitiva, potrà essere confermata soltanto raccogliendo campioni dello stomaco e dell’intestino per la biopsia tramite endoscopia o chirurgia esplorativa.

Ottenuti i risultati e stabilita la diagnosi, il veterinario potrà procedere con il trattamento. Per prima cosa, penserà a reidratare l’animale se ha perso molti liquidi.

Poi procederà con la cura della causa sottostante, laddove poi fossero presenti parassiti nel felino, procederà con un antiparassitario adeguato.

Per quanto riguarda i farmaci utilizzerà cortisone e antiemetici per controllare il vomito e la nausea. Nel frattempo, deve essere corretta l’alimentazione.

L’animale dovrà essere nutrito con una rigorosa dieta ipoallergenica del gatto e mangiare solo quello fino a quando il veterinario non vi dirà il contrario.

Se il tutto viene eseguito con attenzione e scrupolosità ci si può aspettare un buon recupero da parte del gatto.

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