La fibroadenomatosi mammaria felina, è la malattia mammaria non di natura tumorale, molto comune nelle specie feline, ad esempio nel gatto.
La fibroadenomatosi mammaria felina, consiste nell’improvviso aumento delle dimensioni di una o più ghiandole mammarie. Di solito è più comune nelle giovani, ma può verificarsi nella gravidanza del gatto o nei maschi sottoposti a trattamenti ormonali. Sebbene l’infiammazione non sia dolorosa, possono verificarsi lesioni da attrito e ulcerazioni che sono dolorose e facilmente contaminabili.
Questa condizione è anche nota come iperplasia mammaria, ipertrofia mammaria benigna, iperplasia fibroepiteliale mammaria, ipertrofia fibroglandolare mammaria o displasia mammaria. La mastite o fibro-adenomatosi è una condizione benigna caratterizzata da una crescita veloce (in giorni) e anormale delle ghiandole mammarie, masse molto grandi, presenti nella zona delle mammelle.
Questa crescita dipende dalla dipendenza ormonale dal progesterone e dai progestinici sintetici (pillola contraccettiva). Dare la pillola al gatto quindi agevola questa condizione. Le ghiandole mammarie allargate possono durare per diverse settimane. La mastosi deve essere distinta dai tumori mammari che sono frequenti nei gatti.
I tumori al seno sono spesso maligni nel gatto (in oltre l’80% dei casi): hanno quindi una prognosi sfavorevole rispetto alla mastosi che è una condizione benigna e inoltre riguardano principalmente gatti di età superiore ai 10 anni. La mastosi invece colpisce soprattutto i giovani gatti. Si riscontra anche nei gatti dopo l’assunzione della pillola contraccettiva e nei gatti in gravidanza.
Sono stati segnalati casi rari in gatte sterilizzate e in gatti maschi.Nella maggior parte dei gatti, le condizioni generali di salute restano per lo più buone. In rari casi, le masse possono divenire ulcere, quando sono molto grandi, il che può portare a un deterioramento delle condizioni generali dell’animale.
Quando la mastosi si sviluppa in gravidanza o dopo la fase di calore della gatta, si verifica generalmente una regressione spontanea delle masse, nei giorni o nelle settimane dopo che queste hanno raggiunto la loro dimensione massima. Quando invece appare la fibroadenomatosi dopo l’assunzione della pillola, spesso si possono osservare dei noduli nelle catene del seno, abbastanza persistenti. Si consiglia quindi di rimuoverli chirurgicamente.
A causare la fibroadenomatosi mammaria felina è l’azione del progesterone (ormone prodotto dalle ovaie) sul tessuto mammario. L’ormone può trovarsi in circolo (nel sangue) in seguito a gravidanza oppure a gravidanza isterica del gatto.
L’ormone può essere anche di derivazione iatrogena (conseguente alla somministrazione di farmaci progestinici). Questi farmaci sono stati usati spesso in passato per il controllo dell’estro (calore) nelle gatte e, in entrambi i sessi, per il trattamento di alcuni problemi comportamentali e dermatologici.
La fibroadenomatosi mammaria, infatti, è una patologia che può colpire anche il gatto maschio o la gatta sterilizzata se sottoposti a questi trattamenti. Oggi l’utilizzo dei progestinici è molto limitato a causa dei loro provati effetti collaterali, tra i quali il rischio d’insorgenza di neoplasie mammarie.
Per quanto riguarda i sintomi, sono abbastanza evidenti e veloci nella loro evoluzione:
La diagnosi di iperplasia fibroepiteliale mammaria felina è un problema clinico, ma vi sono alcuni sintomi che possono aiutare determinare la diagnosi. Come prima cosa, il gonfiore sospetto compare in più ghiandole mammarie. Inoltre si possono eseguire dei prelievi siero-ematici per valutare il quantitativo di progesterone in circolo, che in questo caso sarà notevolmente aumentato.
La diagnosi diventa invece complicata da determinare, quando le lesioni sono riferibili ad una sola mammella. In questo caso è facile scambiare l’iperplasia per tumore mammario.
Possono essere d’aiuto i prelievi bioptici che consentono di differenziare i due problemi.
Nella fibroadenomatosi mammaria felina è possibile intervenire nella maggior parte dei casi con un trattamento medico. La terapia per aggredire la patologia, consiste nella somministrazione di antiprogestinici (Aglepristone). Il protocollo da utilizzare resta a discrezione del veterinario, in base logicamente alla gravità del problema.
L’asportazione completa della fila mammaria, per sospetto di tumore, può diventare un intervento chirurgico molto aggressivo, quindi si sconsiglia quando non si è arrivati ad una diagnosi certa. Un approccio chirurgico potrebbe essere quello dell’ovarioisterectomia nei soggetti integri.
Il compito della corretta diagnosi di queste malattie è quello di determinare e distinguere il metodo terapeutico più adatto, per ogni paziente evitando un approccio chirurgico inutile e aggressivo.
Raffaella Lauretta
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