L’ernia ombelicale nel gatto è un disturbo di origine congenita, che a volte non presenta sintomi. Scopriamo insieme come intervenire.
Se il nostro amico a quattro zampe presenta un bozzo sulla zona addominale, potremmo essere di fronte ad un’ernia ombelicale del gatto. Si tratta di un problema non sempre semplice da identificare, anche perché il felino potrebbe non avvertire particolari sintomi né dolore al tatto. Ecco cosa occorre sapere a riguardo e come intervenire sul problema.
Tra le varie ernie che possono colpire il gatto, quella ombelicale è una delle più diffuse; certamente è la più frequente tra quelle di tipo addominale.
Si tratta di un disturbo piuttosto comune e di origine congenita; dunque si presenta fin dal momento della nascita, e spesso compare contestualmente ad altre patologie, come ad esempio il chiptorchidismo nel gatto.
Come noto, l’ernia consiste nella fuoriuscita, totale o parziale, di un viscere dalla cavità in cui è normalmente contenuto.
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L’ernia ombelicale è più comune nel cane piuttosto che nel gatto; ma si tratta comunque di un disturbo in grado di affliggere il piccolo felino.
L’ernia si presenta alla vista come un bozzo che si staglia nella parte addominale dell’animale; più precisamente, come si evince dal nome, nei pressi dell’ombelico.
Non è sempre facile individuare la presenza dell’ernia, e la ragione è piuttosto semplice; non sempre cagiona dolore all’animale, specialmente laddove sia di piccole dimensioni. In tal caso sarebbe difficile accorgersi anche visivamente del disturbo, e in assenza di particolari sintomi che affliggono il felino, molto spesso l’ernia non viene identificata.
Di norma, maggiore è la dimensione dell’ernia, maggiori sono i dolori che il felino avverte.
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Nell’ipotesi in cui il gatto avverta dolore alla zona addominale, e in essa sia visibile o palpabile un rigonfiamento, è bene allertare immediatamente il nostro veterinario di fiducia, che potrà accorgersi del problema già a partire da una visita superficiale.
Il professionista di norma dispone ulteriori esami come la radiografia, che talvolta può essere coadiuvata da un’ecografia.
La terapia prescritta è quella chirurgica, volta alla rimozione dell’ernia con apposito intervento. Spesso, se l’ernia viene diagnosticata nel corso delle prime visite di controllo, l’operazione può essere abbinata a quella di sterilizzazione del gatto, richiedendo entrambe il ricorso all’anestesia.
Non sempre è necessaria la rimozione chirurgica dell’ernia; in particolare, se di piccole dimensioni, potrebbe non comportare alcun disturbo al piccolo felino. Pertanto, specie se la scoperta del problema avviene quando l’animale è già adulto, potrebbe essere opportuno non intervenire.
A. S.
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