L’epidermolisi bollosa distrofica è una patologia estremamente rara nel gatto. Ma di cosa si tratta? E come riconoscerla?
Sarebbe sempre utile tenere in casa un’enciclopedia medica, da consultare alla bisogna. Perché il novero delle malattie esistenti è innumerevole; molto spesso, infatti, il solo nome di una patologia non ci suggerisce nulla. È il caso dell’epidermolisi bollosa distrofica nel gatto; scopriamo insieme che cos’è e quali sono i sintomi.
Epidermolisi bollosa distrofica nel gatto: molto probabilmente la maggior parte dei lettori non ha idea di cosa sia questa patologia, che può colpire anche l’essere umano.
La ragione è piuttosto semplice: si tratta di malattia ereditaria cutanea, causata dalla mancanza di collagene nella pelle, estremamente rara.
Anche i nostri amici a quattro zampe possono essere affetti dalla patologia; ma, fatte le dovute proporzioni, nel cane è decisamente più frequente che nel gatto.
Vi sono 3 forme di epidermolisi bollosa nel gatto:
Nel gatto quella distrofica, più che rara appare unica: ad oggi infatti sembra essere stata registrata in un solo esemplare, un gatto europeo di 8 mesi.
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La mancanza di collagene della pelle, determina, di norma, la comparsa di erosioni e vesciche su tutto il corpo dell’animale.
Con il venir meno della membrana basale che unisce la pelle alle altre strutture del corpo, i muscoli e gli altri tessuti, rimanendo scoperti, restano alla costante mercé di infezioni.
Tuttavia, nell’unico caso di epidermolisi bollosa distrofica registrata in un gatto, le lesioni sono state riscontrate solo nella cavità orale (lingua, palato, gengive), nonché sui cuscinetti.
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In presenza di sintomi che possano far sospettare l’insorgenza dell’epidermolisi bollosa distrofica nel gatto, è bene allertare con tempestività il proprio veterinario di fiducia.
Nel cane la patologia (che si manifesta alla nascita o comunque nelle prime settimane di vita) ha esito fatale; tutto ciò che è possibile fare è rallentarne il decorso. Nell’unico caso registrato per i felini, a riguardo, non si possono avere dati significativi.
Sebbene i sintomi siano comparsi più tardi (ad otto mesi) ed appaiano meno gravi, non vanno affatto sottovalutati: lesioni estremamente dolorose alla bocca del gatto avrebbero l’effetto di inibirlo dal nutrirsi, portandolo alla morte in pochi giorni; quelle affliggenti i cuscinetti, invece, renderebbero il movimento più difficoltoso, se non del tutto impossibile.
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A. S.
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