Eclampsia puerperale nella gatta: cos’è, quali sono i sintomi, come si cura

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By Redazione

Salute dei Gatti

Dopo il parto la gatta potrebbe sviluppare una patologia nota come eclampsia puerperale. Vediamo di cosa si tratta e come riconoscerla.

Eclampsia puerperale nella gatta
Eclampsia puerperale nella gatta (Foto Adobe Stock)

L’eclampsia puerperale nella gatta è una malattia che insorge nel periodo finale della gravidanza o dopo il parto. Se la tua micia è incinta, presta attenzione alla manifestazione di questo disturbo di natura alimentare, in modo da riconoscerlo tempestivamente. L’eclampsia, infatti, può essere letale. Per questo, in caso di sospetto, occorre rivolgersi prontamente al veterinario per le cure del caso.

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Cos’è l’eclampsia puerperale nella gatta

allattamento gatta
L’eclampsia puerperale della gatta provoca una riduzione della quantità di calcio a causa dell’allattamento (Foto Pixabay)

Questa patologia è anche nota come “febbre lattea”, “ipocalcemia” e “tetania puerperale”. Gli animali che ne sono affetti presentano una riduzione della quantità di calcio, causata dall’allattamento al seno della gatta.

L’eclampsia puerperale nella gatta si manifesta con maggiore probabilità a seguito del primo parto, oltre che in casi di cucciolate molto numerose. Infatti, è stato osservato che gli animali di età compresa tra i 14 mesi e i 5 anni sviluppano con più frequenza tale patologia, laddove il numero dei neonati sia superiore a 7.

Come riconoscerla: i sintomi

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I primi sintomi dell’eclampsia puerperale nella gatta sono mancanza di coordinazione, debolezza e dimagrimento (Foto Pixabay)

Generalmente, i sintomi di questa patologia insorgono a 2-4 settimane dal parto. Infatti, si tratta del periodo in cui i cuccioli hanno necessità della massima quantità di latte per la loro crescita. Come si manifesta l’eclampsia puerperale nella gatta?

L’animale appare debole e irrequieto, presenta un’andatura incerta e può mostrare disinteresse per i propri piccoli. Tra i sintomi più evidenti, c’è una notevole perdita di peso nel gatto, accompagnata da un aumento della sete e della diuresi.

Ulteriori manifestazioni della malattia sono pupille dilatate, rigidità del corpo e spasmi. Nei casi più gravi, possono presentarsi vomito, difficoltà respiratorie, febbre e convulsioni, collasso e morte.

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Diagnosi e cura

allattamento gattini
Durante la cura, è opportuno separare i piccoli dalla madre e allattarli artificialmente (Foto Pixabay)

Visti i notevoli rischi per la salute dell’animale, al primo sospetto di eclampsia puerperale nella gatta è opportuno recarsi dal veterinario per una visita approfondita. Le conseguenze dell’ipocalcemia, infatti, possono essere fatali.

Riconoscendo e curando tempestivamente la patologia, invece, si hanno buone probabilità di prognosi favorevole. Come viene diagnosticata l’eclampsia puerperale? Si procede all’esame clinico e alla valutazione della calcemia.

Il trattamento della malattia prevede la somministrazione di calcio, sia tramite infusione per endovena al gatto che oralmente. Inoltre, si può ricorrere a farmaci come rilassanti muscolari e anticonvulsivi, per la cura dei sintomi. Importante è anche fornire un’adeguata idratazione alla gatta.

Naturalmente, durante questo periodo, l’animale non potrà allattare la propria cucciolata. Per questo, sarà opportuno occuparsene, nutrendo i cuccioli con latte artificiale.

Come prevenire l’eclampsia puerperale nella gatta

gatta che allatta
Durante l’allattamento, la gatta ha bisogno di una maggiore quantità di cibo (Foto Adobe Stock)

Si può prevenire l’insorgenza di questa malattia? La risposta è sì. In primo luogo, è fondamentale assistere l’animale durante la fase postpartum, per individuare rischi per la salute della madre e dei gattini.

Durante l’allattamento è importante fornire alla micia un’alimentazione bilanciata, con dosi che soddisfino le esigenze nutrizionali dell’animale, facendo particolarmente attenzione al rapporto tra fosforo e calcio.

Al termine della gravidanza della gatta, il fabbisogno nutritivo dell’animale risulta aumentato. Per questo, è necessario fornire alla madre una razione di cibo doppia o tripla rispetto al solito. Inoltre, la micia necessita anche di una maggiore quantità di acqua, che contribuisce alla produzione del latte.

Laura Bellucci

 

 

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