La demenza senile del gatto è una patologia molto comune nei mici anziani: ecco come individuarla e cosa fare per aiutare il gatto.
Quando il nostro amato felino domestico invecchia, tutta la nostra vita sembra cambiare: i ricordi del tempo passato con lui si fanno più vivi e lo ricordiamo quando era in forze e lucido. Tuttavia la terza età felina non deve essere affrontata con tristezza, ma anzi con la consapevolezza e la voglia di risolvere dei possibili problemi di salute tipici di un micio anziano, in primis la demenza senile del gatto.
Noto anche come ‘Alzheimer felino’, la demenza senile del gatto è una disfunzione della sfera cognitiva felina e mnemonica del micio.
Essa è causata dalla mancata (e impossibile) rigenerazione dei neuroni. Infatti, A partire dalla sua entrata nella terza fase della sua vita, dopo i 10 anni circa, il micio tende a sviluppare questa progressiva disfunzione.
La malattia compromette la qualità della sua vita da diversi punti di vista, a partire da problemi alle articolazioni a quelli mnemonici e così via.
Non è sempre facile percepire i primi segnali di un gatto affetto da demenza senile.
In ogni caso, ci sono alcuni comportamenti che, se non sporadici e reiterati nel tempo, che sono dei veri e propri segnali di allarme. Ecco come si comporta un gatto che soffre di demenza senile:
Non c’è dubbio: una delle attività a cui i mici sono più interessati e nella quale si impegnano a fondo è proprio la pulizia.
Eppure, se il gatto è affetto da demenza senile, pare che leccarsi il pelo, lavarsi e la cura dell’igiene non siano più delle priorità.
E’ probabile che se il micio non si lava, questo sia dovuto alla carenza di forze o a qualche correlato problema di salute. Bisogna fare attenzione allo stato di salute del pelo del gatto, in base soprattutto alla sua lucidità e all’odore.
Un gatto con demenza senile è come se perdesse la cognizione del tempo: non riesce più a distinguere la notte dal giorno.
Quindi, il micio adotta comportamenti notturni alla luce del sole e viceversa. Tra questi vi è sicuramente anche il gatto che miagola di notte e fa vocalizzi continuamente, apparentemente senza nessun motivo.
In realtà lo fa perché si sente solo e spaesato, come se fosse in uno stato di oscurità perenne che lo innervosisce.
Spesso sono i mici a ricordarci quando è ora della pappa, perché avvertono un senso di fame.
Eppure un gatto con demenza senile è come se si dimenticasse di aver già mangiato e potrebbe continuare a chiederci del cibo.
Allo stesso tempo magari le sue abitudini fisiologiche possono cambiare orario e magari anche diventare difficili da controllare: insomma non sembra più il nostro gatto poiché cambia tutte le abitudini alle quali era tanto affezionato.
La demenza senile nel gatto comporta anche uno stato perenne e costante di fiacchezza, come se il gatto fosse stanco, annoiato e disinteressato a tutto ciò che lo circonda.
Un fatto stranissimo per un animale che invece si interessa a tutto e vuole sempre avere il controllo totale del suo territorio, eventi compresi.
Allo stesso tempo questo stato di apatia lo spinge anche a dormire di più e a provare a recuperare le forze.
Già normalmente il sonno del gatto è fatto di tanti brevi (e vigili) pisolini, che gli servono per ricaricare le energie giornaliere; ma nel caso del gatto malato tenderà a dormire molto più del solito.
Non è detto che tutta questa stanchezza non si tramuti in aggressività: può anche capitare che il micio si senta tanto frustrato e nervoso da diventare violento anche con le persone che ama.
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Purtroppo la risposta deve essere netta: no, non c’è una cura per il gatto che soffre di demenza senile. Vi sono tanti palliativi che consentono di far vivere al micio una vita più o meno serena.
Eliminare la condizione di disfunzione mentale e guarire il micio che ne è affetto non è possibile; tuttavia si può, con un trattamento farmacologico e di integratori, affievolire i suoi effetti e controllare un progressivo peggioramento.
I farmaci più utili sono a base di selegina, che solitamente viene impiegata per gli esseri umani affetti dal morbo di Parkinson. Esistono anche appositi integratori che devono essere abbinati ad una dieta specifica: chiediamo consigli al nostro veterinario di fiducia.
Sarà infine molto utile capire come prendersi cura di un gatto con demenza senile, come aiutarlo ad affrontare le piccole difficoltà di ogni giorno e come rendergli la vita meno ‘influenzata’ dalla malattia di cui soffre.
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Francesca Ciardiello
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