Il deficit di piruvato chinasi è una patologia molto rara nel gatto: scopriamo quali sono i sintomi ed i rimedi della patologia.
Sono diverse le patologie che possono colpire sia l’essere umano che i nostri amici a quattro zampe. Alcune di esse sono poco conosciute, come ad esempio il deficit di piruvato chinasi, che colpisce il gatto piuttosto raramente. In ogni caso, è sempre bene imparare a riconoscerne i sintomi, per farsi trovare pronti all’evenienza.
Il piruvato chinasi (PK) è un enzima, impiegato dal corpo nel processo della glicolisi.
La sostanza ha un ruolo fondamentale nella produzione di energia per le nostre cellule, e di conseguenza per l’organismo. La carenza di piruvato incide su quest’aspetto; in particolare il numero dei globuli rossi all’interno del sangue scende al di sotto del livello ordinario.
Questo può comportare l’insorgenza di alcune patologie, quali l’anemia emolitica, la mielofibrosi e la riduzione della funzionalità epatica. Si tratta di una patologia ereditaria, che il gatto eredita dai genitori. È rara la sua comparsa nel gatto, ed ancor più rara l’insorgenza nell’esemplare che abbia meno di cinque anni.
D’altro canto si segnalano alcune razze che sono maggiormente predisposte ad essere colpiti dalla malattia:
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Come detto, il deficit di piruvato chinasi va ad agire sul corretto funzionamento del processo di produzione di energia nel gatto, pertanto il sintomo principale è da rinvenire nella letargia e stanchezza del felino.
Altro segnale tipico della patologia è l’inappetenza del gatto, correlata alla diminuzione del peso, specie se non si interviene in maniera tempestiva. Altro sintomo, di norma secondario e collegato a quelli già descritti è l’ittero.
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In presenza dei sintomi descritti è necessario rivolgersi al proprio veterinario di fiducia per intervenire tempestivamente.
È pur vero che, laddove il deficit di piruvato chinasi si manifesti nel gatto già anziano con il solo sintomo della letargia, potrebbe non essere particolarmente semplice individuare il disturbo, che facilmente potrebbe essere associato all’avanzata età del nostro amico a quattro zampe.
Anche per questo motivo è sempre necessario svolgere una visita di routine, almeno una volta all’anno. La diagnosi, di norma, è piuttosto semplice: la carenza o mancanza di PK viene rilevata dalle analisi del sangue del gatto. Purtroppo ad oggi non vi sono cure efficaci nel debellare in maniera definitiva la malattia.
Per fortuna molti animali sono portatori sani della patologia, non accusando alcun sintomo o riuscendo comunque a condurre una vita normale. Di certo si può agire in via preventiva, impedendo l’accoppiamento degli esemplari che ne siano affetti.
Di norma si raccomanda un test sui gatti appartenenti alle specie più vulnerabili al deficit da piruvato chinasi.
A. S.
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