Poco conosciuta ma altamente pericolosa: scopriamo cos’è la cuterebra nel gatto, quali sono i sintomi e come curare al meglio micio.
Il nome forse non vi dirà nulla, ma se lo accostate alla parola “parassiti” qualcosa potete intuire. E con l’arrivo della bella stagione (dove le temperature aumentano piacevolmente moltiplicando i parassiti) è bene sapere di cosa tratta.
Poco conosciuta ma altamente pericolosa, la cuterebra non è altro che una miasi, e cioè un’infezione da parassiti, provocata da larve di mosca, del genere Cuterebra, che può colpire i nostri amici a quattro zampe.
Scopriamo cos’è nello specifico la cuterebra nel gatto, quali sono i sintomi e soprattutto come curare micio.
Abbiamo sopra accennato che la cuterebra è una vera e propria infezione parassitaria che può attaccare i nostri amici pelosi.
Molto diffusa nel Nord America (pensate che ad oggi se ne contano 34 specie diverse), nel nostro paese questo tipo di mosca è rara: studi recenti hanno indicato che nel giro di un anno ogni veterinario conta al massimo 10 casi di questo tipo di miasi.
Generalmente questi parassiti attaccano roditori e conigli, ma “accidentalmente” possono colpire anche micio, quando, ad esempio, si addentra in una “tana infestata” nel tentativo di scavare o di curiosare: è in questo modo che può essere contagiato.
Ma cosa accade nello specifico? La mosca “adulta” non fa altro che depositare le uova nelle tane di roditori e conigli, le quali si attaccano letteralmente su un corpo “ospite” (in questo specifico caso sul malcapitato micio) e con l’aumento delle temperature e grazie al calore corporeo si schiudono.
Le larve appena “nate” a questo punto iniziano il loro “viaggio” sul corpo di micio e per completare il loro ciclo vitale si insediano nel suo organismo non attraverso delle ferite (cosa che capita con le miasi da mosca carnaria) ma bensì attraverso delle aperture naturali del corpo, come narici e bocca.
Queste insidiose larve riescono così a raggiungere il sottocute, formando delle cisti, all’interno delle quali crescono, nutrendosi grazie al “corpo che le ospita”.
Trascorse 5-6 settimane le larve ormai adulte creano sulla cisti un foro, detto di respirazione, dal quale fuoriescono migrando nel terreno: a distanza di tempo, per alcune specie possono passare anche anni, si trasformano in mosche.
Se micio dovesse ritrovarsi in un ambiente infestato, le uova di cuterebra potrebbero attaccarsi alla sua cute, schiudersi e penetrare nel suo organismo attraverso la bocca o le narici, o altra apertura naturale del corpo, e compiere al suo interno il loro “ciclo vitale”.
A differenza delle larve della mosca carnaria, che penetrano nel corpo attraverso delle ferite, le larve della mosca del genere cuterebra si insediano attraverso “aperture naturali”.
Durante il loro “cammino” all’interno dell’organismo di micio (per raggiungere il sottocute) possono “stanziarsi” e depositare le uova anche in più organi sensibili.
I sintomi dipendono proprio dagli organi che hanno attraversato queste larve. Se colpito il sottocute il primo segno visibile è la formazione di una cisti (foruncolosi da miasi, all’interno di questa cisti le larve sono già mature), accompagnata ad uno stato di letargia e depressione del gatto.
Invece, se si sono insediate in organi sensibili, i maggiori problemi riscontrati nei gatti contagiati da cuterebra interessano:
E’ importante precisare che la comparsa di segni neurologici, che arrivano dopo 7 giorni dai sintomi respiratori fino ad un massimo di due mesi, sono l’indicatore della gravità dell’infezione, a tal punto da condurre micio anche alla morte.
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La cuterebra diviene molto complessa da diagnosticare nel momento in cui le larve sono migrate profondamente nell’organismo di micio: in questi casi ai primi sintomi di miasi è necessario sottoporre micio ad una TAC o ad una risonanza magnetica, per determinare la causa dell’infezione.
Se le larve hanno colpito organi sensibili non sarà possibile “rimuoverle” manualmente tutte, quindi il veterinario prescriverà a micio una cura farmacologica (generalmente a base di antibiotico) il cui obiettivo è quello di “sverminare” il suo organismo.
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Nel caso in cui la miasi è cutanea sono ben evidenti le cisti, che si formano maggiormente sul collo e sulla testa: è importante asportare manualmente le larve, cosa che deve assolutamente essere fatta dal veterinario (evitiamo di improvvisarci medici, rischieremo di complicare la situazione).
Purtroppo la prognosi della cuterebra nel gatto è riservata nel caso in cui l’infezione sia a carico del sistema nervoso, in quanto non è possibile rimuovere manualmente le larve a livello encefalico.
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Rossana Buccella
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