Come noi umani, anche il nostro micio può avere la febbre quando è malato. Ma come riconoscere e curare la febbre del gatto in modo efficace e senza controindicazioni?
Per capire se un bambino ha la febbre, possiamo toccare la sua fronte. Molte persone hanno provato a usare lo stesso metodo con il loro gatto, magari anche provando a sentire la temperatura delle orecchie o del naso. Ma non è così semplice, purtroppo. Certo, alcuni gatti hanno le orecchie molto più calde del solito quando hanno la febbre, ma nella maggior parte dei casi non è così. A volte il caldo delle loro orecchie può anche essere dovuto al nervosismo, magari mentre siamo in attesa dal veterinario. E non c’è correlazione tra la temperatura corporea e le condizioni del naso. E allora, come possiamo riconoscere e curare la febbre nel nostro gatto?
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Un gatto che ha la febbre solitamente si può riconoscere grazie ad alcuni comportamenti comuni di questa condizione.
I segni tipici sono: debolezza, letargia, scarso appetito, un apparente aumento della frequenza respiratoria, che però non ha correlazione ad altre condizioni.
In realtà, l’unico modo per sapere se il nostro micio ha la febbre, è prendere la sua temperatura corporea. Ed è meglio evitare i termometri a mercurio.
I termometri digitali sono molto rapidi, per cui sono più consigliati, ma anche un termometro pediatrico rettale in vetro può funzionare.
Per misurare la temperatura al gatto, la cosa migliore è farlo in due. I felini non sono animali molto collaborativi, in questo senso.
Una persona può trattenere in modo delicato il micio, mentre l’altra persona inserisce il termometro di circa 2-3 cm nel suo retto, usando molto lubrificante.
Lasciamo il termometro per quanto tempo serve a misurare (a seconda dei modelli, ci saranno istruzioni diverse da seguire).
La temperatura ottimale di un gatto domestico è compresa tra i 37,5°C e i 39°C. Se la temperatura è superiore, dobbiamo portare il micio dal veterinario.
In ogni caso, non somministrare mai farmaci senza che siano prescritti da un esperto medico, nemmeno paracetamolo, ibuprofene o aspirina.
Le cause più comuni della febbre nel gatto sono: malattie infettive, cancro, reazioni a un farmaco che è stato assunto, disturbi immuno-mediati, condizioni infiammatorie.
Le cause da infezioni sono la ragione più comune nel caso di febbre di origine sconosciuta (detta anche FUO, o Fever of Unknown Origin).
Il cancro è meno comune, e anche i disturbi immuno-mediati sono molto rari. La maggior parte dei casi sono in realtà causati da una malattia comune, con sintomi insoliti.
Innanzitutto, cercare di curare la febbre del nostro gatto con metodi casalinghi non è un metodo sicuro. Dobbiamo sempre rivolgerci al nostro veterinario.
Per prima cosa, dobbiamo capire cosa significa realmente dire che il nostro micio ha la febbre, per poi capire come abbassare la sua temperatura.
La temperatura corporea degli animali è regolata dall’ipotalamo, una parte del cervello. Una sorta di termostato interno al corpo.
La febbre è quindi un aumento della temperatura del corpo, a causa di una malattia. Questo succede per un disturbo della regolazione termica.
In questo caso, l’ipotalamo alza il termostato in modo eccessivo, comunicando al corpo di tenere la temperatura alta in modo attivo.
La temperatura corporea del gatto è normalmente più alta di quella di noi umani. Di solito, quando arriva a 39,5°C, i veterinari parlano di vera febbre.
E se nel caso di noi umani il nostro obiettivo primario è abbassare la temperatura corporea in questi casi, per i gatti invece dobbiamo trovarne il motivo, prima di tutto.
I veterinari infatti considerano la febbre un sintomo, non una malattia. E anche se migliora la risposta del sistema immunitario, fa sentire il micio molto male.
Capire cosa ha causato la febbre può non essere facile. Le informazioni storiche sulla salute del nostro micio sono molto utili, in questi casi.
Le informazioni più importanti da avere sono: lo stato delle vaccinazioni, la recente somministrazione di farmaci, recenti viaggi fatti con il gatto, e ogni tipo di esposizione a agenti infettivi.
Un viaggio all’estero, magari, può aver causato l’esposizione a qualcosa di infettivo. Ma anche una mostra felina o un canile, ad esempio.
Il veterinario deve quindi procedere a un esame fisico approfondito, per capire da dove deriva la febbre del micio.
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Per curare la febbre di origine sconosciuta nel gatto, il veterinario dovrà cercare la causa quanto possibile e trattare poi tale causa.
Solitamente i farmaci usati per gli esseri umani (come gli antipiretici) non sono adatti ai gatti, quindi vanno evitati.
Ecco perché, come dicevamo prima, non è il caso di curare la febbre del gatto a casa. Molti farmaci umani sono tossici o anche letali per gli animali domestici.
Solitamente a causa dello scarso appetito e della disidratazione, la febbre aumenta la necessità di liquidi da parte del nostro micio.
E certo, a un gatto non è facile dire di riposarsi e bere molti liquidi, come farebbe un dottore a noi pazienti.
Per questo, nei casi più gravi, i veterinari optano per il ricovero in ospedale, per la terapia con fluidi endovenosi e antibiotici, o per un supporto alimentare finché non si trova la causa o la febbre si risolva autonomamente.
E proprio perché la febbre del gatto è sintomo di una malattia, bisogna curare la malattia per risolvere il problema.
Solitamente il trattamento della malattia, in caso di infezioni o problemi lievi (infezioni alle vie respiratorie, ascessi) risolverà la febbre.
In caso di una malattia più grave, invece, il trattamento sarà più intenso e il recupero richiederà più tempo.
F. B.
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