Cosa pensano i gatti di noi umani? Traduciamo i loro comportamenti

Cosa pensano i gatti di noi umani? Traduciamo i loro comportamenti

Il gatto è meno amico dell’uomo rispetto al cane? O semplicemente, non hanno gli stessi modi di farcelo capire? Cosa pensano i gatti degli umani, e come riconoscere le loro emozioni?

gatto relax lecca
Un gatto si lecca rilassato, chissà che pensa (Foto Pexels)

I cani sono nell’immaginario comune i migliori amici dell’uomo, e parte di quest’idea viene dal fatto che i cani e gli umani hanno vissuto insieme e si sono spalleggiati per molto tempo. Gli umani hanno addomesticato i cani circa 30.000 anni fa, mentre i gatti hanno iniziato a vivere con gli umani solo circa 9.000 anni fa. In questo scenario, i cani potrebbero essersi legati agli umani di più semplicemente perché hanno avuto più tempo per vivere con noi.

Gatti e umani: pensieri e miagolii

Gatto siamese (Foto Pixabay)
Un siamese ci guarda con attenzione (Foto Pixabay)

In ogni caso, è chiaro che i gatti e gli umani legano. Nel 2016, dei ricercatori del Michigan che studiavano la psicologia felina, hanno pubblicato un articolo per verificare come dodici gatti rispondevano ai loro padroni. I gatti erano con i loro padroni per un po’ di tempo, che a seconda dei casi sorridevano o erano imbronciati.

I gatti mostravano comportamenti più positivi, come fusa, o sedersi sul grembo dei padroni, o strofinarsi contro di loro, quando i padroni sorridevano. Quando i gatti passavano del tempo con degli sconosciuti, il loro comportamento invece non cambiava sia con sorrisi che con bronci.

Questo ha fatto concludere ai ricercatori che i gatti riconoscono gli umori degli umani, e imparano anche a capire le espressioni facciali nel tempo, probabilmente passando del tempo con la stessa persona.

Le emozioni dei gatti

pensiero del gatto
Cosa penserà questo gatto di noi? (Foto Unsplash)

In un altro studio, si è analizzato come i gatti rispondono a una situazione stressante. I ricercatori hanno messo i gatti e i loro padroni in una stanza con un ventilatore elettrico cui erano attaccati dei fiocchi verdi. I fiocchi e il ventilatore in movimento servivano a rappresentare visivamente qualcosa di strano e potenzialmente spaventoso per i gatti.

Lo studio ricercava un comportamento noto come “riferimento sociale” in cui, secondo i concetti di psicologia, il gatto in pratica fa riferimento all’espressione facciale del suo umano per sapere come comportarsi (questo tipo di studio è stato anche fatto su cani e bambini umani). In altre parole, cosa pensano i gatti semplicemente è che se l’umano è nervoso, anche loro lo saranno.

Quando i gatti incontravano il “ventilatore mostruoso”, il 79% dei gatti guardava i suoi padroni. Se i padroni sembravano preoccupati del ventilatore, i gatti iniziavano a cercare un’uscita dalla stanza più velocemente dei gatti i cui padroni sembravano tranquilli rispetto al ventilatore.

I gatti con i padroni nervosi rispetto al ventilatore cercavano di uscire dalla stanza più velocemente, ma allo stesso tempo questi gatti cercavano l’uscita già prima che i padroni facessero una qualunque espressione. Questo rende difficile avere una conclusione precisa, ma i ricercatori hanno comunque concluso che le emozioni e gli umori umani possono influenzare le emozioni dei mici, il che dimostra che effettivamente cosa pensano i gatti dei loro padroni umani è un senso di legame affettivo, proprio come nei cani.

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F. B.

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