Anche i nostri amici a quattro zampe possono soffrire di disturbi del comportamento nei confronti del cibo. Vediamo come riconoscere i disturbi alimentari del gatto.
Chi convive con un felino sa quanto quest’ultimo possa avere problemi per quanto riguarda l’alimentazione. Infatti i nostri amici a quattro zampe sono spesso schizzinosi per quanto riguarda il loro cibo. Tuttavia, se da una parte alcuni comportamenti che possono presentare i nostri felini riguardo all’alimentazione sono normali, altri no.
Infatti alcuni atteggiamenti felini, possono essere davvero un campanello d’allarme a cui dobbiamo dare importanza. Nel seguente articolo vedremo insieme quali sono e come possiamo riconoscere i disturbi alimentari del gatto.
Come riconoscere il disturbo alimentare nel gatto
L’alimentazione è un fattore molto importante per la salute del nostro amico a quattro zampe, in quanto è grazie al cibo di cui si nutre che il Micio può ricevere i nutrienti di cui ha bisogno durante la giornata. Tuttavia sappiamo anche quanto i felini siano schizzinosi per quanto riguarda il cibo.
Nello specifico alcuni gatti vengono considerati neofobici, in quanto tendono a rifiutare il nuovo cibo, altri vengono considerati neofiti, in quanto amano il cibo nuovo, mentre altri anti-apostatici, in quanto gli piace variare l’alimentazione e rifiutano il cibo se gli viene proposto molte volte.
Sebbene tali comportamenti siano normali, ci sono altri comportamenti che devono essere attenzionati, in quanto potrebbero farci capire che il nostro amico a quattro zampe presenta un disturbo alimentare. Ma vediamo insieme qui di seguito quali sono i disturbi alimentari del Micio e come possiamo riconoscerli.
Polifagia (bulimia umana)
Uno dei disturbi alimentari che possiamo osservare nel nostro amico a quattro zampe è la polifagia. Quest’ultima equivale alla bulimia umana, ossia il nostro amico peloso tende a mangiare eccessivamente, tanto da diventare aggressivo se vogliamo fermarlo. La polifagia può essere causata da alcune patologie come:
- Ipertiroidismo nel felino
- Diabete mellito
Per capire se il nostro amico a quattro zampe soffre delle patologie sopra elencate, è necessario contattare il proprio veterinario nel momento in cui osserviamo il nostro Micio mangiare eccessivamente.
Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo
Il disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo, si presenta quando il gatto tende a preferire un determinato alimento, di una determinata marca e solo di quel determinato gusto, rifiutando il resto del cibo. Infatti il felino che presenta tale disturbo può persino digiunare per giorni se non riceve il suo cibo preferito.
Solitamente il gatto che presenta tale disturbo è ansioso e presenta una patologia comportamentale. In questo caso è necessario contattare il veterinario e non costringere il proprio gatto a mangiare del cibo diverso ma a dargli il suo cibo preferito per evitare che digiuni per molti giorni.
Anoressia o dislessia
Quando invece il gatto non mangia o mangia poco, si può parlare rispettivamente di anoressia e disoressia. Le motivazioni per cui il gatto non mangia possono essere molte dalla posizione della sua ciotola alla presenza di patologie croniche come:
- Infiammazione intestinale cronica
- Malattie infiammatorie della bocca
- Costipazione nel gatto
- Insufficienza renale cronica
- Malattie infiammatorie del cavo orale
Anche in questo caso è molto importante contattare il proprio veterinario.
Pica
Infine, come disturbo del comportamento alimentare del gatto vi è la pica. Un disturbo in cui il nostro amico ha quattro zampe ingerisce qualsiasi tipo di materiale che non sia alimentare, come per esempio carta, cartone, plastica, fibre e tessuti di cotone.
Uno dei motivi per cui potremmo osservare la pica nel gatto è quando quest’ultimo soffre di polifagia, ossia ha un eccessivo appetito e il materiale che ha ingerito presenta un odore di cibo. Tuttavia nel caso in cui il Micio ingerisca tessuti o materiali non sporchi di cibo, potrebbe presentare un’infiammazione cronica intestinale. Anche in questo caso, come negli altri casi, è opportuno contattare il proprio veterinario.