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Salute dei Gatti

Come funziona la mente del gatto? Tutto ciò che devi sapere

Sapere come funziona la mente del gatto è fondamentale per costruire la relazione con Micio: ecco tutto ciò che la scienza ha rivelato a riguardo.

La mente del gatto: funzionamento, emozioni e pensieri (Foto Unsplash)

Alzi la mano chi non si è ritrovato ad osservare il proprio gatto mentre guarda assorto fuori dalla finestra o quando decide di sederti sul tuo computer proprio quando hai bisogno di utilizzarlo, domandandosi: “ma a cosa starà pensando?”. Chiunque abbia adottato un gatto vorrebbe sapere come funziona la mente di questi felini domestici, per provare a capirli meglio e relazionarsi con loro in modo da creare una convivenza più serena e un affetto più profondo.

Il cervello del gatto non ha struttura poi così diversa da quella del cervello umano: è leggermente più piccolo rispetto a quello di altri mammiferi, ma è organizzato incorteccia e lobi cerebrali esattamente come il nostro. Un gatto ha una propria capacità cognitiva, è responsabile del suo processo decisionale, interagisce e si rapporta con la propria intelligenza emotiva e capacità di comunicazione con altri animali e con gli esseri umani.

Ma come funziona precisamente la mente del gatto? Che cosa pensano e come prendono le decisioni i nostri amati felini domestici? Analizziamo in questo articolo le più importanti scoperte scientifiche sul funzionamento della mente felina.

Come funziona la mente del gatto? Il parere degli scienziati

I giochi sono fondamentali per il cervello del gatto (Foto Pixabay)

Secondo l’esperienza di Mieshelle Nagelschneider, comportamentista e fondatrice della The Cat Behavior Clinic di Portland, in Oregon, i proprietari di gatti sono molto interessati a capire perché i gatti fanno quello che fanno e quindi a comprendere in che modo ragionano e come funzionano la loro mente e il loro cervello. La causa di questa curiosità è probabilmente nascosta nell’alone di mistero che da sempre circonda i felini domestici, notoriamente indipendenti e a volte un po’ distaccati, nonostante siano stati addomesticati ormai da millenni.

La dottoressa Nagelschneider, assieme alla collega Pam Johnson-Bennett, sono tra le pioniere dello studio del funzionamento della mente del gatto e da anni spiegano al mondo in che modo pensano i gatti e come nascono i loro comportamenti. In passato, i gatti erano considerati come animali da compagnia più “semplici” e meno impegnativi da gestire rispetto ai cani: oggi si sa che non è così. Un gatto ha bisogno di amore e dedizione, di tempo assieme alla sua famiglia umana e può essere addestrato a fare tante cose.

Ma in che modo i gatti si relazionano con le persone e come influisce il funzionamento della loro mente e della loro cognizione nel rapporto gatto-uomo? Proveremo a rispondere nei prossimi paragrafi.

In che modo il gatto interagisce con l’uomo?

Interazione uomo – gatto (Foto Unsplash)

Anche se cacciano da soli e amano esplorare il mondo in solitudine, i gatti sono comunque animali sociali e interagiscono con i propri simili, con altri animali domestici ma soprattutto con l’uomo con il quale possono stabilire una relazione affettiva molto profonda.
Siamo abituati a pensare al cane come amico fedele dell’uomo, ma in realtà anche il gatto può essere un amico leale e affezionato. Ha soltanto bisogno di più tempo per prendere confidenza con l’ambiente domestico e con le persone che lo abitano.

Una volta stabilita una connessione, è scientificamente dimostrato che i gatti vedono nell’essere umano un “riferimento sociale” e si rivolgono alla persona di cui si fidano per le proprie esigenze e i propri bisogni non soltanto in termini di cibo, ma di accudimento in generale. Una ricerca scientifica di alcuni anni fa, ad esempio, ha dimostrato che quando un gatto si spaventa la sua mente si attiva alla ricerca del padrone: i gatti cercano gli umani quando hanno bisogno di sentirsi al sicuro.

Inoltre, esattamente come accade con i cani, è da sottolineare che i gatti sanno leggere il linguaggio del corpo e le espressioni facciali delle persone per riconoscere in modo preciso le emozioni e gli umori degli esseri umani: per non parlare della loro capacità, dimostrata in uno studio giapponese del 2013, di riconoscere la voce del proprietario.

I gatti riconoscono le voci?

Ebbene sì, i gatti sono in grado di riconoscere la voce del loro umano preferito: sanno benissimo se a pronunciare il loro nome è stato un estraneo oppure no. La risposta è molto chiara dalle reazioni fisiche di micio: quando a pronunciare il suo nome è una persona nota, il gatto muove le orecchie o la testa e a volte si incammina per raggiungere la fonte del richiamo.

A proposito di voci e vocalizzazioni, la comunicazione vocale ha una grande importanza nell’intelligenza felina: il cervello di un gatto adulto è in grado di elaborare fino a 16 differenti tipologie di miagolio, ciascuno con un significato ben preciso. La cosa più sorprendente e ancora poco nota è che i gatti miagolano per comunicare con le persone, e non con i propri simili: di solito, un miagolio stridente e acuto dice “ho fame”, mentre le fusa indicano una situazione piacevole. Per approfondire questo tema, scopri tutti i suoni dei gatti e i possibili significati delle fusa feline nei nostri approfondimenti.

Quali emozioni prova il gatto?

Il cervello emotivo del gatto (Foto Pixabay)

Se vogliamo approfondire la tematica del funzionamento del cervello felino non possiamo prescindere da quella parte della mente del gatto che serve a micio per provare le emozioni: l’intelligenza emotiva di un gatto è molto più ricca di sfumature di ciò che possiamo pensare!

Ad esempio, i gatti provano rabbia: guai a provare a costringere un micio riluttante a fare qualcosa che non vuole! Fortunatamente, però, non provano rancore e anche se sul momento li facciamo arrabbiare non tenteranno di punirci. A volte le persone tendono a umanizzare il comportamento dei loro amici a quattro zampe, pensando che gatti o cani facciano i dispetti: non è assolutamente possibile, perché la loro mente non è in grado di tracciare i comportamenti altrui per agire di conseguenza.

In modo simile, i gatti non provano sensi di colpa: lo sguardo apparentemente colpevole di micio quando combina qualche guaio, ad esempio quando fa la pipì sul tappeto, è in realtà lo sguardo spaventato di un felino che percepisce la tua rabbia ma non riesce a capire come reagirai.

Infine, proprio come negli esseri umani, la mente del gatto è capace di provare ed elaborare sentimenti di gioia e tristezza: i gatti soffrono la solitudine e la mancanza di attenzioni o sanno essere felici quando sono rilassati, quando giochiamo con loro, quando mangiano un bocconcino goloso.

Come funziona la mente del gatto età per età

Come funziona la mente del gatto cucciolo, adulto e anziano (Foto Unsplash)

Come accennato in precedenza, il cervello di un gatto è dotato di corteccia cerebrale che è responsabile del processo decisionale di micio, dell’apprendimento e dei ricordi a breve e lungo termine. Per completare il nostro approfondimento sul funzionamento del cervello felino e capire cosa pensa un gatto, è interessante analizzare la mente di un micio nelle varie fasi di età: dal gattino cucciolo, passando per il gatto adulto fino alla vecchiaia del gatto.

Il cervello del gattino

Nei cuccioli di gatto la corteccia cerebrale ha un ruolo critico nello sviluppo del piccolo, in quanto la memoria modella quasi tutta la capacità di apprendimento: un gattino prende nota mentalmente di tutto ciò che vede e in particolare di ciò che fanno gli altri gatti di casa, gli animali domestici e la famiglia umana. Il confronto con altri esseri viventi è fondamentale per il corretto sviluppo cognitivo e comportamentale del micio: si tratta della fase di socializzazione del cucciolo di gatto.

A volte, i gattini a questa età sono molto timidi e tendono a restare un po’ in disparte: non bisogna preoccuparsi, perché i cuccioli sono degli abili e attenti osservatori ed è proprio guardandosi intorno che imparano. Ciò che puoi fare in questa fase per aiutarlo a vincere un po’ la timidezza è provare a convincerlo, con molta delicatezza e senza mai forzarlo, a giocare con dei giocattoli interattivi.

La mente del gatto adulto

Quando il cucciolo entra nell’età adulta continua ad imparare e a modellare la sua mente attraverso l’osservazione e la ripetizione di ciò che vede e sperimenta attorno a lui. Un gatto sa esattamente dove tieni il suo cibo e sono tantissimi gli esemplari che aspettano davanti al mobiletto finché non arrivi a riempire la ciotola. In età adulta, la mente del gatto funziona attraverso le varie aree del cervello e le interconnessioni che le legano.

A volte i gatti adulti possono stressarsi particolarmente di fronte a novità e cambiamenti improvvisi, mostrando difficoltà a comprendere e ad adattarsi alle situzioni nuove. Il loro cervello ha bisogno di un po’ di tempo per abituarsi, quindi non c’è nulla di cui preoccuparsi.
Attenzione, invece, se il gatto adulto è incapace di ricordare la disposizione di mobili e oggetti o se presenta cambiamenti improvvisi nella personalità: è probabile che il gatto abbia una malattia neurologica e va portato subito dal veterinario.

Cosa pensano i gatti anziani

Il cervello di un gatto anziano può presentare sintomi e segnali tipici dell’invecchiamento proprio come accade agli esseri umani. Bisogna imparare a riconoscere i sintomi di disturbi cognitivi che possono incidere sul funzionamento della mente di micio e sulla qualità della sua vita. Eccone un elenco:

– calo dell’interazione con l’uomo e con gli altri animali domestici,
– diminuzione dell’appetito,
il gatto fa i bisogni fuori dalla lettiera,
– cambiamenti nel ciclo sonno-veglia,
– il gatto sembra confuso e inconsapevole,
– il gatto piange e si lamenta molto, soprattutto di notte.

Anche se la vecchiaia può portare alcune problematiche di salute ai gatti, è possibile affrontare al meglio questa fase delicata con i dovuti accorgimenti in termini di alimentazione sana e precauzioni di sicurezza. Inoltre, non trascurare mai lo stimolo fisico e mentale nel tuo gatto: esistono giochi adatti ai gatti anziani, per mantenere attivo il suo corpo e il suo cervello.

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Chiara Burriello, 08-05-2020

Chiara Burriello

Giornalista pubblicista iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia, esperta di comunicazione web e social, laureata in marketing ed economia, amante della fotografia e della natura, da sempre appassionata alla scrittura e al mondo dell’informazione: amo lavorare nella redazione di Amoreaquattrozampe, dove ho la possibilità di coniugare la passione per le parole con quella per gli animali. Lavoro ogni giorno con la voglia di conoscere e imparare come punto di partenza, sperando di riuscire a trasmettere e diffondere contenuti utili e interessanti per chi ha scelto di assumersi la grande responsabilità di prendersi cura di un amico a quattro zampe (e non solo quattro!).

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Chiara Burriello

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