Insieme all’anoressia, la bulimia è uno dei principali disturbi alimentari che può colpire il gatto: ecco tutto quello che c’è da sapere.
Anche i nostri piccoli amici a quattro zampe possono soffrire di disturbi alimentari; alcuni di essi possono portare a conseguenze particolarmente gravi. La bulimia nel gatto ne è un esempio. Quali sono i sintomi della patologia? Quali le cause? Come si cura? Scopriamolo insieme in questo articolo.
La bulimia è un noto disturbo alimentare, che può colpire anche il gatto. Purtroppo, quando insorge nei nostri amici a quattro zampe, il problema è molto spesso sottovalutato.
Il felino tende a mangiare molte volte nell’arco della giornata ingenti quantità di cibo; non di rado, pur ammettendo l’esistenza di un problema di peso del gatto, non si indaga, con l’aiuto del proprio veterinario di fiducia, sulle reali cause della sua ingordigia.
La bulimia può essere cagionata anche da altre patologie, come il diabete felino, l’ipertiroidismo o la presenza di parassiti nell’intestino.
Il disturbo, tuttavia, può essere indotto anche da un forte stress; e a tal punto occorre indagare sulle cause di quest’ultimo. Come noto, il gatto è un animale molto abitudinario, e tende a percepire i cambiamenti come una minaccia alla sua routine quotidiana.
Le ragioni possono essere molteplici: dall’introduzione di un nuovo membro all’interno della famiglia (cane o gatto che sia, e perfino un bebè) ad un trasloco, oppure all’introduzione del medesimo in un ambiente che non conosce (può capitare ad esempio che un gatto adottato faccia fatica ad inserirsi nel contesto della nuova famiglia).
Lo stress può manifestarsi in vari modi: il felino può scaricare la tensione e l’ansia accumulata anche nel cibo, mangiando ben oltre i propri bisogni giornalieri.
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Il sintomo principale della bulimia è, come detto, uno smisurato aumento dell’appetito del gatto, che mangia più volte al giorno, in modo rapido e vorace, una quantità di cibo che supera di gran lunga il suo fabbisogno giornaliero.
Non v’è dubbio che il proprietario, nella maggior parte dei casi, è il complice involontario dell’aggravarsi della malattia; superficialmente tendiamo a declassare un disturbo serio come la bulimia in semplice golosità del gatto, non affrontando il disturbo seriamente, o facendolo troppo tardi.
Senza contare che il miagolio del gatto è purtroppo molto spesso identificato univocamente in una richiesta di cibo, trascurando quelli che possono essere i bisogni relazionali (anche con noi) dell’animale.
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In presenza dei sintomi descritti, laddove si sospetti che il nostro gatto possa soffrire di bulimia, è necessario rivolgersi con tempestività al proprio veterinario di fiducia.
Il professionista, nel diagnosticare la patologia, procederà prima di tutto ad accertare che la causa non sia da ascrivere ad altra malattia che affligga l’animale; solo successivamente si potrà procedere ad indagare sul malessere psicologico del gatto.
In quest’ultimo caso sarà preziosa la collaborazione del proprietario, che meglio di chiunque altro conosce la storia e l’ambiente familiare del felino, al fine di individuare la reale ragione del suo malessere.
L’approccio terapeutico, ovviamente, sarà diverso a seconda della causa alla base della bulimia nel gatto.
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A. S.
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