La broncopolmonite ab ingestis nel gatto è una malattia potenzialmente fatale: ecco cosa sapere su prevenzione e cura.
La broncopolmonite ab ingestis è una grave forma di polmonite nel gatto. La causa di questa patologia dipende spesso dall’intervento umano. Per questa ragione, è essenziale sapere di cosa si tratta e quali accortezze mettere in pratica per la salute del nostro animale domestico.
Letteralmente, questa patologia significa “broncopolmonite a ingestione”.
Ciò significa, quindi, che la malattia è provocata dall’inalazione all’interno dei polmoni di sostanze diverse dall’aria.
Ad essere particolarmente a rischio, quindi, sono i gattini orfani o abbandonati dalla mamma.
Qualora, infatti, i cuccioli vengano allevati e svezzati da una balia umana, è essenziale che l’operazione di allattamento mediante biberon venga svolta adeguatamente, per evitare che il latte somministrato possa finire nei polmoni, anziché nel sistema digestivo dell’animale.
Per questo, è indispensabile allattare il gattino esclusivamente a pancia in giù.
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Come si manifesta la broncopolmonite ab ingestis nel gatto?
I principali disturbi causati da questa patologia sono:
Come abbiamo anticipato, la causa che determina l’insorgenza di questa patologia è l’ingresso di corpi o sostanze estranee all’interno dei polmoni del micio.
In particolare, può trattarsi di:
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Come intervenire nel caso in cui si sospetti che il gatto sia affetto da broncopolmonite ab ingestis?
In primo luogo, è fondamentale intervenire tempestivamente: questa patologia è molto rischiosa e potrebbe causare la morte dell’animale.
Il veterinario sottoporrà il micio a una serie di test diagnostici, come analisi del sangue e radiografia del torace.
In questo modo, sarà in grado non solo di individuare la presenza dell’infezione, ma anche di avere una panoramica circa la serietà delle condizioni del micio.
La terapia a cui il gatto sarà sottoposto, infatti, dipende dalla gravità della situazione: in alcuni casi potrebbe dover assumere medicinali e trascorrere il periodo della guarigione in un luogo tranquillo e isolato; in altri, invece, potrebbe dover essere necessaria l’ospedalizzazione.
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