Bartonellosi nel gatto: cause, sintomi e cura della malattia

Bartonellosi nel gatto: cause, sintomi e cura della malattia

Bartonellosi nel gatto, una gravissima condizione da cui può essere colpito anche il suo padrone. Vediamo, nello specifico, le diverse cause scatenanti, i sintomi e la cura.

Bartonellosi nel gatto
(Foto Unsplash)

Quando il micio domestico si ammala occorre affrontare con lucidità e tranquillità la situazione, cercando di capire la causa del suo male. Può capitare che il peloso venga colpito da malattie meno comuni e che possono essere pericolose anche per noi umani. Vediamo, in questo articolo, che cos’è la bartonellosi nel gatto e come intervenire a riguardo.

Bartonellosi nel gatto: cause principali e sintomi tipici

Si tratta di una malattia che può generare complicazioni molto gravi nel felino. Chiamata anche “Malattia del graffio”, è di natura batterica e può essere rischiosa per il suo padrone. Leggiamo meglio qui di seguito.

Il micio è malato
(Foto Pixabay)

Ogni padrone vorrebbe per il proprio micio domestico benessere completo e felicità perenne, in ogni momento della sua vita.

Purtroppo, non sempre è possibile proteggere il peloso da disagio, paure e malattie più o meno gravi.

Nei casi peggiori, micio è costretto ad affrontare patologie complesse e pericolose addirittura per il suo amico umano.

Le malattie batteriche sono tra le condizioni più gravi per il gatto, come la bartonellosi (bartonella o Malattia del graffio).

La bartonellosi nel gatto si sviluppa, in particolare, tramite l’infezione delle ferite da graffio ed è causata da alcuni batteri chiamati, appunto, Bartonella.

Parliamo di un gruppo di batteri molto pericoloso, poiché provoca alterazioni gravi nell’organismo dell’animale, e non solo. La bartonellosi, infatti, è infettiva e può colpire l’essere umano.

Il felino, nello specifico, può essere contagiato da tre tipi del gruppo di batteri Bartonella:

  • Bartonella helenae
  • Bartonella Clarridgeiae (la pulce del gatto)
  • Bartonella Koehlera

Dobbiamo sapere che la bartonellosi non colpisce soltanto i gatti, ma anche altri animali, tra cui i cani e anche l’uomo. Trattandosi di questa malattia, è il gatto stesso il portatore dell’infezione.

Come avviene la trasmissione

La trasmissione della bartonellosi nel gatto avviene, solitamente, attraverso pulci e zecche, i vettori che infettano mordendo l’animale soggetto.

Principalmente, sono le pulci del gatto ad avere la più alta trasmissione dei batteri, proprio perché i felini possono infettarsi entrando in contatto con le pulci o con le loro feci, lisciandosi.

L’infezione batterica viene trasmessa da micio ad altri gatti, cani e agli umani tramite il contatto con i fluidi, come la saliva o le ferite aperte, ma avviene anche con le trasfusioni di sangue.

É proprio il graffio il mezzo più comune con cui si trasmette la bartonellosi da un animale all’altro.

Questa malattia infettiva, inoltre, è molto più frequente nei gatti che vivono all’aperto e sempre per strada, nelle colonie e nei gattili, essendo costantemente a contatto con gli animali e, quindi, con il rischio di infezione da pulci.

A rischio di contrarre questa malattia sono i gatti che hanno meno di due mesi e i mici con un sistema immunitario debole.

I sintomi tipici della bartonellosi nel gatto

Occorre dire che la bartonellosi può presentarsi nel felino in modo asintomatico, quindi senza alcun sintomo della patologia. Anche se il gatto non ha sintomi, dovrà essere curato per evitare che possa contagiare gli altri animali.

Al contrario, può manifestarsi una sintomatologia molto estesa, in particolare nei gatti immunodepressi. Ecco di quali si tratta:

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Il felino e l’infezione batterica: diagnosi e trattamento

L’infezione batterica dovrà essere verificata dal medico veterinario, dal quale sarà necessario recarsi per sottoporre il felino a controllo completo. Vediamo, qui, in cosa consiste la diagnosi e il trattamento di questa malattia infettiva.

La malattia nel gatto
(Foto Unsplash)

Se si ha il sospetto che il gatto possa aver contratto l’infezione batterica, bisogna recarsi il prima possibile dal suo veterinario.

Una volta in presenza del medico, egli effettuerà la diagnosi sull’animale, eseguendo l’emocoltura, cioè il prelievo del campione del sangue, il cosiddetto standard di riferimento, per controllare la presenza dei batteri Bartonella nel sangue del micio.

In concomitanza con questo prelievo, verranno effettuati i test PCR (proteina C reattiva), attendibili se sono trascorsi 1415 giorni dalla trasmissione dell’infezione, periodo in cui si rilevano i batteri nel flusso sanguigno del felino.

Oggi, i trattamenti esistenti contro la malattia batterica non possono curarla in modo assoluto, ma curarne i sintomi clinici.

Sono disponibili, perciò, dei trattamenti solo per casi specifici, quali gatti con sintomi, animali che presentano altre malattie e per gli umani che convivono con persone immunodepresse.

L’importanza della prevenzione nel micio

Il trattamento antibiotico darà risultati dopo quasi 28 giorni dal suo inizio ma l’unico strumento di cura davvero efficace, per questa malattia, è la prevenzione.

É importante sottoporre a controllo il gatto, applicare gli antiparassitari contro l’infezione da pulci, stare attenti nel tipo di contatto con il peloso e che lui stesso non incontri gatti randagi o che possono avere contratto una infezione.

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