L’avvelenamento da arsenico nel gatto, un incidente domestico frequente per i felini. Vediamo come trattare e aiutare il gatto avvelenato.
L’arsenico è una sostanza chimica senza odore e senza sapore, presente in natura sottoforma di solido cristallino grigio-nero o in forma inconsistente di colore giallo. In passato, nel Medio Evo era utilizzato addirittura nei cosmetici, poi però eliminato perché molto tossico.
Questo utilizzo così largamente diffuso, perché era ed è un elemento molto presente in natura. Infatti è possibile trovarlo nel suolo, nelle rocce, nell’acqua, nell’aria ed in quasi tutti i tessuti animali e vegetali.
L’arsenico è utilizzato principalmente nella formulazione dei fitofarmaci, nell’industria metallurgica, nell’industria del vetro e della ceramica.
Ragion per cui è possibile trovarlo in diversi prodotti quotidianamente utilizzati dall’uomo che rendono la vita dei nostri animali domestici in pericolo. Infatti non è raro l’avvelenamento da arsenico nel gatto.
Vediamo insieme quali le cause principali, i sintomi che si riscontrano, la diagnosi e il trattamento di questa emergenza veterinaria.
L’arsenico può essere velenoso quando penetra nel nostro corpo per via orale, inalatoria e cutanea. L’unico modo per poi eliminarlo dall’organismo è attraverso le vie: urinaria, intestinale, sudoripara e desquamatoria.
Essendo una sostanza abbondantemente utilizzata nel settore farmaceutico e quello dei prodotti agro-chimici, come insetticidi, erbicidi e fungicidi, non è raro che si possa verificare un incidente che possa causare l’avvelenamento dei nostri cuccioli pelosi.
Le cause di avvelenamento da arsenico nel gatto possono essere diverse ad esempio:
I segnali di avvelenamento da arsenico nel gatto possono iniziare quindi come problemi gastrointestinali, come ad esempio vomito e diarrea nel gatto, ma che ben presto evolveranno anche verso:
Ovviamente a piccole dosi non è tossico ma se accidentalmente viene ingerita tutta la confezione allora possiamo parlare di avvelenamento da arsenico nel gatto. Mentre nel caso in cui l’intossicazione fosse cronica come sintomi si riscontrerebbero anche uno scarso appetito con conseguente dimagramento del gatto.
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Poter effettuare una diagnosi di avvelenamento da arsenico del gatto, non è una cosa piuttosto semplice, questo perché i sintomi che vengono riscontrati sono pressoché imprecisi e possono riguardare diverse patologie e differenti tipi di avvelenamento nel gatto.
L’avvelenamento da arsenico nel gatto è un’emergenza veterinaria, perciò va trattata velocemente, portando l’animale quanto prima dal veterinario o alla clinica più vicina.
Il veterinario non potrà che confrontarsi con il proprietario dell’animale per poter fare un’anamnesi precisa segnalando l’eventuale presenza in casa di prodotti pericolosi. Questo per far in modo di accelerare la diagnosi e non perdere del tempo prezioso.
Successivamente il veterinario procederà con esami del sangue completi ed esami delle urine. Nel caso in cui il bolo fosse ancora presente nello stomaco, occorrerebbe prelevare il contenuto dello stomaco e inviarlo all’Istituto Zooprofilattico per individuare la presenza di arsenico.
Per quanto riguarda il trattamento dell’avvelenamento da arsenico nel gatto non esiste attualmente terapia idonea, anche se ci sono dei chelanti.
La terapia chelante è una terapia farmacologica che sfrutta la chelazione per curare alcune forme di intossicazione dovuta a metalli pesanti.
Sicuramente ciò che possiamo fare per il nostro gatto è non bloccare in vomito che aiuta ad espellere la sostanza e se è stato ingerito da meno di mezz’ora il veterinario effettuerà una lavanda gastrica, ma passata la mezz’ora questo risulterà un rimedio inutile poiché il veleno sarà passato nell’intestino del gatto.
Il veterinario procederà con una terapia sintomatica e di sostegno, utile a sostenere la funzionalità di fegato e reni.
Naturalmente tutto questo può essere effettuato solo ed esclusivamente con il gatto ricoverato in ospedale e purtroppo in prognosi riservata.
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Raffaella Lauretta
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