Ansia del gatto? Ci possono diverse cause scatenanti di questa condizione nel proprio pet domestico. Ma siamo sicuri di non essere anche noi parte del suo problema? Approfondiamo in questo articolo.
Il nostro micio domestico può avere, nel corso della sua vita, disturbi comportamentali legati a paura, stress e anche ansia. Non è raro che un felino possa soffrire di ansia, in un periodo della sua esistenza, ma l’importante è riuscire a capire la causa scatenante di questa delicata condizione. Vediamo a cosa può essere associata l’ansia del gatto e se la causa può essere il comportamento del suo padrone umano.
L’ansia può essere una condizione molto dannosa e pericolosa per il proprio pet domestico, in quanto influenza in negativo il suo comportamento, compromettendo la salute e il benessere, nonché il suo rapporto con il padrone umano. Leggiamo, nello specifico, quali sono le possibili cause e quanto conta anche il nostro atteggiamento con micio.
Da proprietari di un felino, ci si chiede spesso se si è in grado di distinguere le varie problematiche che si possono presentare in lui, nel corso del tempo. Interpretare in modo corretto il linguaggio del corpo del gatto non è facile e alcuni suoi gesti possono confondere e fare intendere altro.
Purtroppo, ci sono tanti e diversi motivi capaci di provocare il disturbo dell’ansia nel gatto: si può trattare dell’ambiente domestico, in cui micio non si sente abbastanza a suo agio, lo stress familiare che subisce anche lui, così come l’essere stato cucciolo in uno stato selvatico.
In generale, l’ambiente privo di stimoli in una casa non giova al gatto, cucciolo o adulto che sia, favorendo la cosiddetta ansia sociale. Questa condizione deve essere affrontata e si deve fare di tutto per prevenirla nel peloso. Bisogna dire, poi, che correggere l’ansia nel gatto giovane è più facile rispetto a quando è già cresciuto.
Cosa ancora più importante da sapere è che l’ansia non curata nel tempo può diventare cronica, una condizione chiamata distress, che avrà conseguenze pericolose sulla sua salute. Detto questo, occorre fare una distinzione dei diversi tipi di ansia:
Come comportarsi, allora, per poter gestire il comportamento ansioso nel felino, senza commettere errori? Continuiamo la lettura dell’articolo per saperne di più.
Abbiamo visto che l’ansia del gatto può manifestarsi in modi diversi, in base alla causa che la scatena. Per ogni tipologia di ansia, infatti, c’è una serie di soluzioni da mettere in pratica. Ecco quali sono da memorizzare per poter aiutare micio.
La prima cosa da sapere, se si vuole correggere un disturbo comportamentale nel gatto, è che si devono escludere le punizioni e i rimproveri violenti; in molti casi, la sua ansia può essere somatizzata da quella del suo padrone, venendo influenzato inevitabilmente.
Per eliminare l’ansia del gatto, dunque, occorrerà concentrarsi su questi obiettivi:
All’inizio, il trattamento del disturbo può essere associato alla terapia farmacologica, la quale può essere di grande aiuto ne rendere il felino recettivo e pronto a modificare il suo atteggiamento.
Abituare il micio a quei comportamenti che inducono ansia in lui, con uno stimolo crescente. Ripetere il gesto di allontanarsi da casa, per esempio, 20 volte al giorno, senza farlo davvero, quindi mettersi il cappotto o prendere le chiavi di casa.
Si tratta di una tecnica con la quale si introduce gradualmente l’elemento di stress o ansia nel felino. Va applicata questa tecnica nel momento in cui il pet si spaventa senza motivo per qualcuno o qualcosa intorno a lui.
Con tempo, pazienza e il rinforzo positivo, micio imparerà ad accettare una nuova presenza nella sua vita.
In questo caso, se micio prova una paura o un forte stress giustificato da un trauma vissuto o da un’esperienza negativa legata a persone o eventi, si potrà intervenire creando una situazione di distensione, fornendogli dei piccoli premi.
Ricordiamo che anche il nostro gatto domestico, come tutti gli altri, porta con sé il proprio vissuto, che può essere stato segnato da eventi traumatici e maltrattamenti, nonché dall’assenza reale dell’uomo. Per cui, comprensione e pazienza sono elementi basilari per aiutarlo a uscire dal disturbo e affrontare bene il percorso di cura.
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