Anaplasmosi nel gatto: cause, sintomi e cura della febbre da zecca

Anaplasmosi nel gatto: cause, sintomi e cura della febbre da zecca

L’anaplasmosi è una patologia trasmessa al gatto dai parassiti esterni: vediamo insieme come individuarla e curarla tempestivamente.

anaplasmosi gatto
(Foto Pixabay)

Le infestazioni parassitarie rappresentano un grande rischio per la salute dei nostri amici a quattro zampe. Le zecche, infatti, sono portatrici di numerose malattie, con conseguenze anche molto gravi. Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’anaplasmosi nel gatto, dalle cause della patologia alla sua diagnosi.

Anaplasmosi nel gatto: cause e sintomi

Le zecche sono portatrici di un’infezione batterica nota come anaplasmosi.

gatto si gratta
(Foto Adobe Stock)

Questa malattia viene trasmessa all’animale ospite attraverso il morso stesso dei parassiti, nel corso del loro pasto di sangue.

Solitamente, i primi segnali della patologia iniziano a manifestarsi dopo un paio di settimane dal contagio.

Tra i principali sintomi dell’anaplasmosi nel gatto ci sono:

  • Perdita di appetito;
  • Letargia;
  • Vomito;
  • Diarrea nel micio;
  • Gonfiore articolare;
  • Febbre alta.

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Diagnosi e cura dell’anaplasmosi nel gatto

Al primo segnale di malessere nel felino, è fondamentale condurre l’animale dal veterinario.

Il gatto si gratta
(Foto Adobe Stock)

Le conseguenze dell’anaplasmosi nel gatto, infatti, possono essere molto gravi.

Inoltre, qualora si trovi ad uno stadio di sviluppo avanzato, non sempre è possibile debellare la malattia con facilità.

La diagnosi della patologia avviene mediante un apposito test ematico, che rivela la presenza del batterio anaplasma phagocytophilum, responsabile dell’infezione.

Inoltre, si consiglia di sottoporre il micio ad un esame del sangue e delle urine, per escludere la presenza di eventuali altre malattie e verificare lo stato di salute dell’animale.

L’anaplasmosi nel gatto, infatti, ha conseguenze debilitanti sulla salute del micio, esponendolo al rischio di contrarre altre patologie.

La cura della malattia consiste in una terapia farmacologica, la cui durata dipende dalla severità dell’infezione contratta dal felino.

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Come proteggere il micio dalle infestazioni parassitarie

Poiché non esiste un vaccino in grado di proteggere il gatto dall’anaplasmosi, è fondamentale prevenire l’insorgenza della patologia.

Il gatto si gratta
(Foto Pixabay)

Come fare? Proteggendo l’animale dalle infestazioni parassitarie.

La presenza di pulci e zecche, infatti, può comportare non solo la trasmissione del batterio anaplasma phagocytophilum, ma anche numerose altre malattie nel micio, tra cui:

Per questo, è fondamentale ricorrere agli antiparassitari. In commercio sono presenti diverse soluzioni, adatte alle esigenze e preferenze più disparate.

Dalle classiche pipette da applicare mensilmente sulla pelliccia del felino, fino al collare antipulci, passando per lo spray antiparassitario, il miglior consiglio è di rivolgersi al proprio veterinario di fiducia per individuare il prodotto più idoneo al proprio amico a quattro zampe.

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A. S.

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