Analisi delle urine del gatto: come raccoglierle e come interpretarle

Analisi delle urine del gatto: come raccoglierle e come interpretarle

Analisi delle urine del gatto, un test fondamentale. Perché farle, quando, cosa rivelano e come prelevare la pipì in modo corretto.

analisi delle urine nel gatto
(Foto AdobeStock)

Scegliere di adottare un animale domestico comporta una certa responsabilità, in merito al suo benessere e alle sue cure.

Anche accogliere in casa un gatto, vuol dire nutrirlo e curarlo, ma non solo con attenzioni e premi, anche con le dovute vaccinazioni e visite mediche.

Nei controlli di routine vanno incluse anche le analisi delle urine del gatto.

Nell’articolo di oggi, impareremo quando, perché farle e cosa rivelano sulla salute del gatto.

Analisi delle urine del gatto

Le analisi delle urine del gatto è il test diagnostico meno eseguito e peggio esaminato tra tutti gli esami, nonostante sia al terzo posto (per importanza) nella classifica degli esami diagnostici.

Solamente preceduto dall’emocromo con formula e dal biochimico del sangue, ma vediamo per quali motivi, invece andrebbe considerato e soprattutto eseguito.

Analisi delle urine del gatto: perché farle e quando

Le urine, nell’uomo come anche nel gatto, sono il prodotto di scarto dell’organismo.

urine del gatto
(Foto AdobeStock)

Sapere cosa il corpo elimina e cosa invece trattiene permette di valutare lo stato di salute dell’animale come nell’uomo.

In particolare, consente di valutare le infezioni batteriche della vescica e dei reni o meglio la funzionalità renale nel gatto.

Inoltre, fornisce anche informazioni fondamentali sulla funzionalità del fegato, sull’equilibrio acido base e sulla regolazione del glucosio.

Gli esperti, consigliano di eseguire le analisi delle urine del gatto almeno una volta all’anno negli animali di età superiore ai 7 anni, a meno che non ci siano situazioni quali:

  • maggior assunzione di acqua;
  • aumento della frequenza delle volte che fa pipì;
  • dolore durante la minzione;
  • colore diverso dal classico giallo paglierino.

Come prelevare un campione di urine

Se state pensando al prelievo del campione di urina attraverso la medesima procedura umana (urina spontanea nel contenitore), state sbagliando di grosso. Questa procedura è totalmente scorretta!

Per prima cosa perché sarebbe davvero difficile provvedere alla raccolta dell’urina di mezzo, quindi non il primogetto del gatto e poi ad ogni modo verrebbe contaminata dalla presenza di pelo impuro intorno all’organo e non solo.

Perciò la raccolta delle urine del gatto è bene effettuarla con la cistocentesi, una procedura diagnostica semplice, veloce, indolore.

Si esegue con un ago sottile e una siringa da 5 o da 10 ml, sotto guida ecografica. Si effettua come una iniezione ma non si iniettare nulla, al contrario si aspirano le urine.

L’animale non soffre e non rischia nulla se collabora, se invece dovesse agitarsi, oppure la quantità di urina in vescica è poca o non si possiede un ecografo, è bene rimandare.

In alternativa si può procedere con il catetere, ma non è esente lo stesso da alcuni rischi procedurali.

Potrebbe infatti, irritare la delicata mucosa uretrale e causare poi fastidiose, ma temporanee uretriti. Ad ogni modo, piuttosto che per minzione spontanea e meglio per cateterismo.

Questa procedura può come abbiamo detto andare bene, ma se dovessero nascere dei dubbi interpretativi, bisognerà eseguire una raccolta sterile e pulita, attraverso la cistocentesi.

Come interpretare le analisi delle urine del gatto

Le analisi delle urine del gatto, oltre che necessario eseguirle, è giusto anche saperle interpretarle.

Cosa occorre sapere riconoscere? Ecco i criteri fondamentali:

  • Colore delle urine: deve essere giallo ambrato chiaro; la presenza di sangue nelle urine può dare una colorazione rosso-marrone, le urine molto concentrate possono dare un colore giallo scuro, se le urine sono state prelevate in cistocentesi potrebbero essere presenti tracce di sangue nelle urine, la presenza di sangue in questo caso è normale.
  • Aspetto: l’urina deve avere un aspetto limpido, se è torbida potrebbe esserci presenza di globuli bianchi (infezione).
  • Peso specifico: un parametro molto importante che permette di capire quanto i reni sono in grado di concentrare le urine. I gatti con i reni sani sono in grado di produrre urina concentrata intorno 1030-1050, al contrario se l’urina è troppo diluita indica una patologia renale o diabete.

I valori più importanti: come interpretarli

Tra i valori più importanti abbiamo il PH, i globuli bianchi, i rossi e tanto altro. Vediamo di cosa si tratta e come interpretarli.

Esame al microscopio e del sedimento

Globull blanchi (piuria) la loro presenza nelle urine indica infezione, malattie renali, diabete.

Globuli rossi (ematuria): non devono essere presenti nelle urine, la loro presenza indica infiammazione, malattie, traumi, difetti della coagulazione, calcoli, cistite e tumore.

Glucosio e chetoni: la loro presenza si rileva nei gatti diabetici, o in presenza di chetoacidosi diabetica, malattie metaboliche.

Bilirubina: è un pigmento biliare di colore arancione prodotto dal fegato. Se presente nelle urine può indicare una malattia del fegato, emolisi, lipidosi epatica o FIP.

Ph: il valore del Ph indica diverse condizioni:

  • se l’urina è acida o alcalina;
  • il tipo di calcoli e cristalli che si potrebbero formare.

Il valore 7 è considerato neutro, inferiore a 7 le urine sono acide, superiore a 7 le urine vengono definite alcaline.

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Proteine: le proteine sono presenti nelle urine in piccole quantità (tracce), ma la loro presenza può essere dovuta ad uno sforzo fisico prolungato, una dieta iperproteica e febbre nel gatto.

La proteinuria renale indica la progressione e l’aggravamento dell’insufficienza renale cronica.

Attenendosi alle nuove direttive IRIS (Internatonal Renal Interest Society) vengono classificati cani e gatti:

  • non proteinurici (PU/CU < 0,2)
  • proteinurici borderline (PU/CU tra 0,2 e 0,4 nel gatto, e tra 0,2 e 0,5 nel cane
  • proteinurici (PU/CU > 0,4 nel gatto e > 0,5 nel cane) – Il rapporto PU/CU deve essere valutato insieme al peso specifico delle urine.

La proteinuria deve essere valutata insieme al peso specifico delle urine.

Rapporto PU/CU: ovvero tra proteinuria e creatinuria. Serve a valutare la presenza di un danno renale in caso di infezioni alle vie urinarie o di un’alterata funzionalità renale riscontrate con esame del sangue. Un valore inferiore a 0,5 è eccellente, ma viene tollerato fino a 1.

In presenza di un elevato quantitativo di proteine nelle urine può essere utile effettuare and chiamato elettroforesi delle proteine urinarie (SDS-PAGE).

L’elettroforesi delle proteine urinarie, è un esame che permette di sapere, dal punto di vista qualitativo, quali proteine glomerulari vengono perse con le urine.

In base all’origine delle proteine, possiamo classificare in:

  • Proteinuria pre-renale
  • Proteinuria renale
  • Proteinuria post-renale

Sedimento urinario e urinocoltura

Il sedimento è un esame che individua globuli rossi, globuli bianchi, batteri, cristalli, o altri materiali che non devono essere presenti nelle urine.

Clearance della creatinina gatto

La creatinina viene filtrata quasi esclusivamente nel glomerulo, fornisce informazioni sulla funzionalità renale molto prima di un aumento dell’urea e della creatinina nel sangue.

Eventualmente, viene determinata e confrontata con la produzione di urina al minuto.

 

 

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