L’allattamento della gatta: di cosa ha bisogno mamma gatta e cosa possiamo fare per lei in un momento così delicato dall’alimentazione alle cure.
La gravidanza è un momento molto delicato nella vita di ogni mamma, sia essa umana o animale. Quando la mamma ha dato alla luce i suoi piccoli la attende un periodo piuttosto faticoso, ovvero quello dell’allattamento della gatta. Proprio perché si tratta di un periodo impegnativo dovremo far sentire alla mamma la nostra vicinanza, affinché non le manchi nulla e anche per scongiurare e risolvere alcuni eventuali problemi. Vedremo dunque in che modo curare la sua alimentazione post-parto e come aiutarla nella fase iniziale di nutrimento dei piccoli gattini.
Quando vediamo mamma gatta stesa e tutti i cuccioli che si attaccano alle sue mammelle non ci verrebbe mai da pensare quanto possa essere impegnativo e faticoso quel momento per lei dal punto di vista nutrizionale. Infatti, erroneamente, si pensa che dopo il parto la gatta non abbia più bisogno di mangiare tanto perché non dovrà ‘sfamare’ i feti all’interno del suo utero; invece l’allattamento è altrettanto oneroso da questo punto di vista.
I piccoli nati pesano circa 100 grammi ciascuno alla nascita e assumerà all’incirca 30 grammi di latte per soddisfare il suo fabbisogno giornaliero. Se al momento del parto la gatta ha dato alla luce almeno quattro cuccioli e ciascuno di essi ha lo stesso fabbisogno nutritivo, dovremmo calcolare almeno 120 grammi di latte per un periodo che varia dai 40 giorni ai due mesi: insomma la mamma ha bisogno di energie!
Potremmo dire che nel periodo dell’allattamento la gatta ha bisogno di essere nutrita ancora di più e meglio che durante la gravidanza per fare in modo che possa tenersi in forma e soddisfare le esigenze di tutti i suoi gattini, per farli crescere sani e forti.
Quando i gattini si attaccheranno alle mammelle della mamma in realtà non berranno il suo latte o almeno non subito. Infatti la prima sostanza che ingeriranno sarà il colostro: si tratta di un liquido denso e molto nutriente. Esso infatti contiene proteine, grassi, minerali ma soprattutto gli anticorpi che serviranno loro per crescere sai e in forma con una protezione pressoché totale dalle malattie (Leggi qui: Alimentazione del cucciolo di gatto: dalla nascita allo svezzamento).
Il tempo per l’allattamento non supera i 20 minuti, con intervalli di circa 2-3 ore. Come accade per la donna, mamma gatta dovrebbe produrre tanto latte quanto è necessario per soddisfare tutti i suoi cuccioli almeno fino alla quinta settimana di vita dei piccoli. Successivamente la quantità di latte disponibile diminuirà fino a sparire del tutto.
Il gattino che si attacca alla mammella della sua mamma sarà autonomo nello scegliere quando e come interrompere questa sua attività: svezzare precocemente un gattino (Leggi qui: Svezzamento dei gatti: da una ricerca arrivano molte risposte)potrebbe indurre gravi problemi comportamentali quando sarà adulto. Quindi meglio lasciargli la libertà di scegliere!
Chiarito dunque che mamma gatta ha assolutamente bisogno di cibi nutrienti anche (e soprattutto) dopo il parto, vediamo quali sono gli alimenti più adatti in questa fase altrettanto delicata. Di certo bisognerà cambiare la sua solita dieta: se durante la gravidanza il suo fabbisogno energetico è passato dal 100% al 150%, bisognerà mantenere questo standard alto (Leggi qui: Gravidanza del gatto: le 5 fasi e come prendersi cura di mamma gatta).
Sono consigliati alimenti ricchi di proteine, come ad esempio le solite crocchette, ma anche pesce e frutta grattugiata. Alle solite pappe potremmo aggiungere anche vitamina C ed integratori alimentari a base di calcio, fosforo e magnesio. E’ necessario che la gatta sia sempre idratata con acqua e minestre o brodini di carne. Una buona idea è quella di lasciare il cibo a disposizione della mamma cosicché possa mangiare quanto e quando vuole. Per quanto riguarda la consistenza, meglio preferire cibi umidi.
Purtroppo come per la gravidanza, anche nella fase dell’allattamento potrebbero esserci problemi che inevitabilmente influiranno anche sul nutrimento dei piccoli appena nati. Le difficoltà di questa fase sono sostanzialmente tre: infezioni alle mammelle, scarsa produzione di latte e che si rifiuti di allattare.
Se dovremo badare noi all’allattamento del gattino col biberon, facciamo in modo di tenerlo in posizione dritta e mai sdraiato a pancia in su, perché potrebbe soffocare. Quando avrà finito di mangiare massaggiamo la zona addominale per stimolare la digestione.
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F.C.
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