Allattamento della gatta: durata, alimentazione e possibili problemi

Allattamento della gatta: durata, alimentazione e possibili problemi

L’allattamento della gatta: di cosa ha bisogno mamma gatta e cosa possiamo fare per lei in un momento così delicato dall’alimentazione alle cure.

Allattamento della gatta
Allattamento della gatta: cosa c’è da sapere (Foto AdobeStock)

La gravidanza è un momento molto delicato nella vita di ogni mamma, sia essa umana o animale. Quando la mamma ha dato alla luce i suoi piccoli la attende un periodo piuttosto faticoso, ovvero quello dell’allattamento della gatta. Proprio perché si tratta di un periodo impegnativo dovremo far sentire alla mamma la nostra vicinanza, affinché non le manchi nulla e anche per scongiurare e risolvere alcuni eventuali problemi. Vedremo dunque in che modo curare la sua alimentazione post-parto e come aiutarla nella fase iniziale di nutrimento dei piccoli gattini.

Gattini appena nati: informazioni generali

Gattino
Gattino (Foto Pixabay)

Quando vediamo mamma gatta stesa e tutti i cuccioli che si attaccano alle sue mammelle non ci verrebbe mai da pensare quanto possa essere impegnativo e faticoso quel momento per lei dal punto di vista nutrizionale. Infatti, erroneamente, si pensa che dopo il parto la gatta non abbia più bisogno di mangiare tanto perché non dovrà ‘sfamare’ i feti all’interno del suo utero; invece l’allattamento è altrettanto oneroso da questo punto di vista.

I piccoli nati pesano circa 100 grammi ciascuno alla nascita e assumerà all’incirca 30 grammi di latte per soddisfare il suo fabbisogno giornaliero. Se al momento del parto la gatta ha dato alla luce almeno quattro cuccioli e ciascuno di essi ha lo stesso fabbisogno nutritivo, dovremmo calcolare almeno 120 grammi di latte per un periodo che varia dai 40 giorni ai due mesi: insomma la mamma ha bisogno di energie!

Potremmo dire che nel periodo dell’allattamento la gatta ha bisogno di essere nutrita ancora di più e meglio che durante la gravidanza per fare in modo che possa tenersi in forma e soddisfare le esigenze di tutti i suoi gattini, per farli crescere sani e forti.

Gattini alle mammelle: non bevono latte

Quando i gattini si attaccheranno alle mammelle della mamma in realtà non berranno il suo latte o almeno non subito. Infatti la prima sostanza che ingeriranno sarà il colostro: si tratta di un liquido denso e molto nutriente. Esso infatti contiene proteine, grassi, minerali ma soprattutto gli anticorpi che serviranno loro per crescere sai e in forma con una protezione pressoché totale dalle malattie (Leggi qui: Alimentazione del cucciolo di gatto: dalla nascita allo svezzamento).

Il tempo per l’allattamento non supera i 20 minuti, con intervalli di circa 2-3 ore. Come accade per la donna, mamma gatta dovrebbe produrre tanto latte quanto è necessario per soddisfare tutti i suoi cuccioli almeno fino alla quinta settimana di vita dei piccoli. Successivamente la quantità di latte disponibile diminuirà fino a sparire del tutto.

Il gattino che si attacca alla mammella della sua mamma sarà autonomo nello scegliere quando e come interrompere questa sua attività: svezzare precocemente un gattino (Leggi qui: Svezzamento dei gatti: da una ricerca arrivano molte risposte)potrebbe indurre gravi problemi comportamentali quando sarà adulto. Quindi meglio lasciargli la libertà di scegliere!

Allattamento della gatta: cosa darle da mangiare

Allattamento della gatta
Allattamento della gatta: un occhio alla sua dieta ideale (Foto Pixabay)

Chiarito dunque che mamma gatta ha assolutamente bisogno di cibi nutrienti anche (e soprattutto) dopo il parto, vediamo quali sono gli alimenti più adatti in questa fase altrettanto delicata. Di certo bisognerà cambiare la sua solita dieta: se durante la gravidanza il suo fabbisogno energetico è passato dal 100% al 150%, bisognerà mantenere questo standard alto (Leggi qui: Gravidanza del gatto: le 5 fasi e come prendersi cura di mamma gatta).

Sono consigliati alimenti ricchi di proteine, come ad esempio le solite crocchette, ma anche pesce e frutta grattugiata. Alle solite pappe potremmo aggiungere anche vitamina C ed integratori alimentari a base di calcio, fosforo e magnesio. E’ necessario che la gatta sia sempre idratata con acqua e minestre o brodini di carne. Una buona idea è quella di lasciare il cibo a disposizione della mamma cosicché possa mangiare quanto e quando vuole. Per quanto riguarda la consistenza, meglio preferire cibi umidi.

Allattamento della gatta: possibili problemi

Gattino nutrito
Gattino nutrito con una siringa (Foto Pixabay)

Purtroppo come per la gravidanza, anche nella fase dell’allattamento potrebbero esserci problemi che inevitabilmente influiranno anche sul nutrimento dei piccoli appena nati. Le difficoltà di questa fase sono sostanzialmente tre: infezioni alle mammelle, scarsa produzione di latte e che si rifiuti di allattare.

  • Infezioni alle mammelle: quando un gattino si attacca alla mammella potrebbe non saper dosare bene la forza del suo ‘morso’. Infatti il muso del gattino che si attacca potrebbe causare piccole ferite che tendono ad infettarsi. Infatti può succedere che una mammella sia più rossa delle altre e si gonfi, provocandole dolore. E’ ovvio che in quel caso la mamma si rifiuti di allattare perché ciò le provoca sofferenza. Dovremmo chiedere il parere del medico veterinario, che potrebbe prescrivere antibiotici per sanare la parte.
  • Se produce poco latte: è piuttosto frequente purtroppo che la gatta non riesca a produrre una quantità sufficiente di latte per sfamare i suoi gattini. In questo caso la sola soluzione da adottare è quella dell’alimentazione artificiale: il latte dovrà però essere specifico per gatti. Non pensiamo mai di dar loro del latte di mucca perché sarebbe un errore gravissimo con pericolose conseguenze sulla loro salute.
  • Si rifiuta di allattare: in realtà questo è un ‘falso’ problema perché sarà normale e naturale che mamma gatta allontani i suoi piccoli. Sarà lei infatti a decidere lo svezzamento dei gattini, poiché riterrà che non ce ne sia più bisogno. Naturalmente questo dovrà avvenire non prima di 40 giorni dalla loro nascita. Nel caso in cui la mamma gatta si mostri fin dal principio contraria all’allattamento bisognerà ricorrere nuovamente al latte artificiale: lo troveremo facilmente in farmacia e dovrà essere somministrato in biberon (Leggi qui: Mamma gatta non allatta i suoi cuccioli? Ecco perché e come aiutarla).

Se dovremo badare noi all’allattamento del gattino col biberon, facciamo in modo di tenerlo in posizione dritta e mai sdraiato a pancia in su, perché potrebbe soffocare. Quando avrà finito di mangiare massaggiamo la zona addominale per stimolare la digestione.

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F.C.

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