Il tuo gatto soffre di prurito e temi sia affetto da rogna? Ecco tutti i segnali da interpretare e le cure per guarire da questa parassitosi.
Tutti i gatti sono soggetti a questo tipo di malattia della pelle, e non è escluso che essa sia trasmissibile anche ad altri animali che vivono in casa e agli umani. Non vi è una sola tipologia di rogna, bensì il gatto può essere colpito da almeno quattro tipi, ognuna con sue proprie caratteristiche. Ecco di seguito tutti i segnali per riconoscere le varie tipologie e le cure a disposizione per sconfiggere questa pericolosa malattia.
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Comunemente chiamata anche ‘scabbia dei gatti’, la rogna è una parassitosi causata dall’acaro Notoedres cati. Una volta attecchito sulla pelle esso provoca un atroce prurito, che spesso costringe i felini a grattarsi così forte da consumare interi strati di pelle sotto le unghie. La zona priva di pelo e pelle si ricoprirà di una crosta pruriginosa e sanguinolenta. Rientra a pieno titolo tra le zoonosi, in quanto trasmissibile sia all’uomo sia ad altri animali.
Il Notoedres cati svolge il suo ciclo vitale interamente sulla pelle del gatto. Le femmine dell’acaro scavano dei tunnel per depositare in profondità le loro uova: in questo modo, non trattandosi di un fastidio epidermico, compromettono le stimolazioni nervose. Dalle uova nascono le larve che fuoriescono all’esterno del corpo del gatto per poi maturare in ninfe sessualmente mature: tutto ciò in tre settimane di tempo. Così il ciclo vitale potrà riprendere.
Avviene tra animale infetto e sano, non solo tra gatti quindi, e tramite contatto diretto con gli oggetti sui quali si è depositato l’acaro. E’ importante dunque non solo tenere ben separati i due animali, l’uno malato e l’altro a rischio, ma anche sterilizzare e pulire efficacemente i giochini e gli oggetti che appartengono a quello infetto. Il contagio con l’uomo può avvenire , ma solo se la rogna è determinata da un particolare tipo di acaro. Infatti esistono ben quattro tipologie di rogna, ciascuna riconoscibile attraverso chiari sintomi e segnali.
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Non vi è un solo tipo di rogna, bensì almeno quattro che si differenziano l’una dall’altra con particolari ben precisi. Sta al padrone attento capire di quale rogna si tratta e segnalare subito i segnali al veterinario di fiducia.
Detta anche ‘scabbia’ non è prerogativa dei gatti, ma è più frequente come rogna nei cani. Gli acari responsabili della malattia scavano delle gallerie nella pelle e stimolano le terminazioni nervose.
Sintomi: i tunnel scavati nella pelle provocano un fastidioso prurito.
Si tratta di una rogna auricolare in quanto colpisce l’orecchio del felino, provocando anche otite esterna e altre infezioni di questo genere.
Sintomi: il prurito non è un segnale indicativo in quanto può esserci, e anche in maniera intensa, oppure non manifestarsi oppure essere dovuto a punture di pulci e zecche. Ciò che deve attirare la nostra attenzione sarà un cerume marrone intenso che fuoriesce dall’orecchio e il formarsi di croste attorno e dentro l’orecchio.
Prerogativa dei gatti, tanto da meritarsi il titolo di ‘scabbia felina’. In questo caso l’acaro responsabile, sempre il Notoedres cati non scava gallerie nel padiglione auricolare ma da esso raggiunge esternamente testa, collo e altre zone del corpo.
Sintomi: il forte prurito spinge i gatti a grattarsi. Gli artigli impegnati in questa operazione scalfiscono la pelle e creano delle crosticine sull’epidermide. Quindi facciamo attenzione non solo alle croste che vedremo ad occhio nudo ma anche al comportamento del gatto che sta male.
Il suo nome proviene dall’acaro responsabile: il Demodex cati, che si differenzia da quello del cane. Nel gatto esso vive nel bulbo pilifero e provoca una importante caduta del pelo. In questo modo sarà possibile notare delle chiazze prive di pelo che lasciano ben visibile una zona arrossata di pelle ‘fresca’ e rosacea.
Il prurito nei gatti può avere varie cause, non solo la rogna. Quindi è importante osservare attentamente l’atteggiamento del felino in tutto il periodo del manifestarsi della malattia. Oltre al prurito dunque, che di per sé può anche non essere indicativo o addirittura inesistente come nel caso della rogna auricolare, bisogna stare attenti si seguenti segnali.
Il gatto ci appare insofferente, non riesce a riposare bene e sembra infastidito da qualsiasi forma di contatto o coccola.
Si verrà a creare una sorta di corpo a macchia di leopardo, ovvero a chiazze prive di pelo che si alterneranno a strati ricoperti dal manto del gatto.
Conseguenze dell’arrossamento, dell’irritazione e della desquamazione della pelle sono di certo ferite sanguinolente e crosticine. Facciamo attenzione affinché quando il gatto si gratta, non danneggi ancora di più la pelle già martoriata.
Innanzitutto è possibile prevenire la rogna grazie a profilassi antiparassitaria regolare: naturalmente ciò è possibile per i gatti che vivono in casa e sottoposti a cadenzati controlli veterinari, ma risulta ben più rara nei randagi. I parassiti del gatto costituiscono il motivo principale per il quale il contatto tra il felino domestico e quello che vive in strada non è mai visto di buon occhio. Una volta diagnosticata la malattia sarà compito del veterinario adottare la terapia più adatta al caso del nostro gatto.
Sempre su prescrizione medica, sarà possibile acquistarli in farmacia. Si tratta di farmaci da applicare all’esterno, sul corpo dell’animale, circa una volta all’anno. Essi possono essere somministrati sotto forma di shampoo, creme, pomate o spray.
Spesso si accompagnano all’assunzione di antibiotici, in caso di infezione batterica. Il recupero è lento e lungo, ma nella maggior parte dei casi si dimostra efficace. Essi si possono trovare in forma di pastiglie e pillole, efficaci contro ectoparassiti ed endoparassiti, ma anche iniezioni.
Hanno dimostrato la loro efficacia alcuni preparati a base di zolfo attivo colloidale (sulfur bius), che non è tossico per i gatti. Inoltre vi sono alcune molecole, quali la selamectina e la moxidectina, che hanno dato ottimi risultati nella cura della malattia. Anche questi spesso si trovano in prodotti per il trattamento locale: chiedi in farmacia!
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F.C.
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