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Quando i gattini possono essere separati dalla madre: cosa stabilisce la legge

La legge stabilisce qual è il momento a partire dal quale i gattini possono essere separati dalla madre: ecco cosa sapere sull’argomento.

(Foto Adobe Stock)

I primi mesi di vita sono fondamentali per la sopravvivenza dei cuccioli; d’altronde in questa fase sono totalmente indifesi, avendo come unico baluardo dai pericoli del mondo mamma gatto, colei che insegnerà loro a sopravvivere da soli, una volta divenuti adulti. Ed è per questo che la legge stabilisce quello che è il momento a partire dal quale i gattini possono essere separati dalla madre: scopriamone di più a riguardo.

Le fonti normative

È molto difficile, soprattutto per i non addetti ai lavori, districarsi tra le miriadi di fonti del diritto di cui tenere conto nella regolamentazione della materia degli animali d’affezione.

(Pixabay)

Ed ecco dunque che anche rinvenire il fondamento normativo del divieto di separazione dei gattini dalla madre diventa piuttosto difficoltoso.

Come sarà noto ai lettori, gran parte della disciplina concernente i nostri amici a quattro zampe si rinviene nelle normative regionali; il cui contenuto, tuttavia, almeno sull’argomento di nostro interesse, è particolarmente disomogeneo.

Eppure v’è una fonte ben precisa cui far riferimento sul caso specifico; o meglio, un Accordo a cui le Regioni avrebbero dovuto uniformare la propria legislazione: parliamo dell’Accordo del 24 gennaio 2013 tra Governo, Regioni, Province Autonome di Trento e Bolzano, Province, Comuni e Comunità montane in materia di identificazione e registrazione degli animali da affezione.

Ebbene, il suddetto Accordo, all’art. 1 lett. e), prevede che le Regioni e le Province autonome avrebbero dovuto adeguare la propria legislazione a quanto in esso stabilito, prevedendo, tra le altre cose, il divieto di vendita e cessione, a qualsiasi titolo, di cani e gatti non identificati e registrati, nonché di cani e gatti di età inferiore ai due mesi.

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La situazione nelle varie Regioni

Sul fronte regionale abbiamo dovuto prendere atto di una profonda disomogeneità nel recepimento del suddetto Accordo, e ancor di più nella trasformazione delle indicazioni in esso contenuto, tra cui, appunto, quella relativo al termine a partire dal quale i gattini possono essere separati dalla madre, in disposizioni dettate da legge regionale.

(Love Meow – YouTube)

Alcune Regioni, come ad esempio l’Emilia Romagna e la Sardegna, si sono limitate a recepire l’atto delibere relativamente recenti, e dunque in netto ritardo rispetto al termine che l’atto prevedeva, e senza adeguare la propria normativa regionale.

Poche sono state le Regioni virtuose, tra le quali possono annoverarsi la Lombardia, la Toscana e le Marche. Lasciano qualche perplessità le disposizioni dettate in materia dalla Sicilia e dalla Basilicata.

In particolare, la prima, con Decreto dell’Assessorato alla Salute n. 2164 del 2017 (quindi successivo all’Accordo del 2013) viene sancito il divieto di movimentazione di animali la cui età sia inferiore ad otto settimane (56 giorni in luogo dei 60 stabiliti) e in assenza di identificativo e di iscrizione nella anagrafe canina regionale.

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Ciò sembrerebbe lasciare intendere che senza il difetto degli ultimi due presupposti la movimentazione degli animali sarebbe possibile anche al di sotto del limite indicato.

La Basilicata, invece, all’art. 14 comma 4 della L.R. n.46 del 2018 stabilisce che è vietata la vendita di cani e gatti al di sotto dei 60 giorni di età per chi esercita attività economiche riguardanti gli animali da compagnia. Anche in questo caso la formulazione dell’enunciato appare poco felice, giacché pare che il divieto sia riferibile ad una categoria specifica, e non a tutti i cittadini.

Antonio Scaramozza

Antonio Scaramozza

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