I dolori muscolari nel gatto possono avere origini e cure diverse a seconda del caso: ecco quali sono e come allevare il problema dei nostri amici felini.
Li vediamo sempre muoversi sinuosamente con scatti eleganti e dei balzi che fanno tenere il fiato sospeso agli umani. Insomma il gatto ha un’agilità e una capacità di movimento invidiabili: ma qual è il loro segreto? Sta tutto nel sistema di muscoli e ossa che contraddistinguono la loro morfologia. Ma quando il perfetto meccanismo dl loro fisico si inceppa iniziano i problemi dell’apparato muscolare. Ecco quali sono le principali patologie che li affliggono e quali sono i rimedi consigliati.
Il corpo del gatto gli consente movimenti e scatti impensabili per il corpo umano: si tratta di una struttura molto articolata e complessa, ma che dà risultati davvero sorprendenti. Al suo buon funzionamento contribuisce una struttura ossea di ben 240 ossa collegata non solo da legamenti, come nell’uomo, ma anche da 500 muscoli. Non hanno la clavicola, dunque la spalla si apre facilmente: non a caso è detta anche ‘spalla volante’. A completare questo fantastico sistema osseo-muscolare è la colonna vertebrale che consente loro dei movimenti a 360˚.
Premessa l’estrema mobilità delle ossa, vi è una dinamica precisa alla base dell’andatura sinuosa e scattante del gatto: le zampe posteriori danno la spinta e quelle davanti fungono da ‘stop’. Anche nei salti il gatto riesce a calcolare quanta forza propulsiva deve mettere nelle zampe posteriori per darsi lo slancio, ma nel caso di un salto dovuto a una paura improvvisa si attivano tutte e quattro le zampe contemporaneamente. Non dimentichiamo che il gatto cammina poggiandosi sulla punta delle dita: questo consente loro di correre molto velocemente poiché l’attrito con il terreno è minore.
Il sistema muscolare felino è formato da tre tipi di muscoli, tutti fatti di fibre tenute insieme da tessuto connettivo. Il primo tipo è quello cardiaco, che si trova solo nel cuore; il secondo, detto anche liscio o non striato, che controlla gli organi interni e un terzo tipo, detto striato, che comprende i muscoli sotto il controllo del sistema nervoso. Le cellule muscolari che formano appunto i muscoli si suddividono in altrettante tipologie: a contrazione rapida che si affaticano, a contrazione rapida resistenti alla fatica e cellule a contrazione lenta. La prima tipologia compone la maggior parte dei muscoli che si attivano con grande rapidità ma si stancano con altrettanta facilità (tanto è vero che un gatto è capace di saltare all’improvviso, ma si stanca subito dopo lo sforzo). La seconda tipologia mette in luce un’altra caratteristica dei muscoli del gatto: la poca resistenza è dovuta al fatto che sono poche le cellule affaticamento-resistenti. Infine le cellule a contrazione lenta funzionano lentamente e si stancano altrettanto lentamente: il gatto le attiva quando deve nascondersi o raggiungere la preda in maniera furtiva, senza farsi vedere.
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Prima di concentrarci sulle principali malattie che possono affliggere il sistema muscolare del nostro gatto, è necessaria una piccola premessa sul sistema di contrazione muscolare del felino. La contrazione, ovvero azione-contro, è la risposta al consumo di energia necessario al compimento di uno sforzo: tale forza si sprigiona attraverso ATP, sigla per ‘adenosino-trifosfato’, si verifica solo in presenza di calcio e magnesio. Un accumulo di acido lattico, prodotto dalle riserve di ATP, causa i crampi. L’esame della elettromiografia consente di valutare lo stato dell’attività elettrica del muscolo felino: è l’equivalente del nostro elettrocardiogramma per il cuore umano. Se il muscolo non ha una attività regolare, e dunque un cattivo funzionamento, siamo in presenza di una riduzione del tono muscolare detta anche ‘atrofia’. In questo caso il nervo si paralizza e interrompe la ‘comunicazione’ col muscolo, che di conseguenza non si muove. Ma questo è solo uno dei problemi muscolari del gatto, che ora andremo a valutare nello specifico. Tra le patologie più importanti, e ahimè più frequenti, del gatto vi sono le miositi, le miopatie da fatica e le miopatie ereditarie. Chiudono il gruppo delle patologie anche: la Miotonia congenita, la Polymyositis felina e le lesioni tumorali che però sono molto più rare e tipiche dei gatti anziani.
Il mancato funzionamento dei muscoli, causato dalla paralisi del nervo è alla base della atrofia. Essa può essere solo temporanea, ovvero una conseguenza di un’operazione chirurgica e la sua successiva immobilizzazione della parte interessata: in questo caso basterà qualche seduta di riabilitazione motoria per riattivare il muscolo. Ma l’atrofia può avere anche altre origini, ben più preoccupanti: malattie sistemiche, come la Leishmaniosi (atrofia muscoli temporali) o la Sindrome di Cushing (atrofia muscoli addominali), sebbene questa siano tra le patologie più frequenti nel cane.
Con il termine ‘miosite’ si indica una malattia muscolare-scheletrica, che provoca danni ai muscoli o ai tessuti muscolari. La sua origine può essere congenita, e dunque presente fin dalla nascita o causata da carenze nutrizionali, lesioni o intossicazioni. La miosite, infiammando i muscoli, provoca una mobilità limitata, continui spasmi muscolari e uno stato generale di spossatezza e letargia. Se i muscoli si infiammano il gatto non riesce a muoversi bene, quindi si immobilizza per evitare di sentire dolore. Talvolta l’infiammazione è visibile ad occhio nudo poiché crea delle macchie rosse sulla pelle: questo inconveniente può essere alleviato con degli impacchi freddi e con degli antinfiammatori prescritti dal veterinario. La miosite inoltre può essere alla base di movimenti muscolari involontari o spasmi, ma solo quando la malattia è in uno stato avanzato.
Oltre agli impacchi di acqua fredda e gli antinfiammatori, è opportuno avere sempre a portata di mano dell’acqua da bere per il nostro gatto: la disidratazione potrebbe peggiorare le sue condizioni e portare ulteriori complicanze. Anche il giaciglio del felino deve essere morbido e silenzioso per alleviare i suoi dolori. Oltre alla cura farmacologica, è utile anche l’attività fisica che comprende alcuni esercizi per limitare la rigidità muscolare e migliorarne la flessibilità. Il senso generale di spossatezza può causare anche inappetenza: cerchiamo di stimolare il suo appetito con la pappa che più gli piace! E’ importante però che siano cibi morbidi e facili da digerire, e in piccole porzioni.
Con il termine ‘miopatia’ si indica una patologia muscolare che comporta una debolezza muscolare, congenita in alcune razze come il Devon Rex e lo Sphynx. Scientificamente parlando si tratta di una mutazione che colpisce il gene COLQ e che provoca la sindrome miastenica congenita, simile a quella che colpisce l’uomo oppure da fatica. Un gatto affetto da miopatia presenta dei sintomi ben visibili: una flessione del collo e della testa nonché un andamento ondeggiante della parte superiore del corpo, la scapola più esposta, e un senso generale di debolezza e affaticamento muscolare. Nel caso della miopatia da fatica questi sintomi possono essere più manifesti dopo uno sforzo, una attività stressante o eccitante: si affaticano facilmente e spesso tendono a riposarsi posando le zampe anteriori su un supporto comodo, come ad esempio un cuscino.
Pur essendo annoverata tra le distrofie muscolari, la miotonia congenita non è progressiva, quindi i sintomi non tendono a peggiorare ma restano stabili (il tempo di stabilizzazione oscilla tra i 6 e i 12 mesi di età del felino). Si tratta di una patologia fastidiosa e dolorosa, ma non mortale: infatti le aspettative di vita sono piuttosto positive nella maggioranza dei casi. A livello muscolare essa comporta prolungata contrazione dei muscoli quando si fermano, ovvero dopo un movimento volontario: in altre parole dopo lo sforzo, il gatto non riesce facilmente a decontrarre il muscolo, che quindi non si rilassa. Scientificamente la causa dovrebbe ricercarsi in una cattiva circolazione del cloro: la membrana muscolare è in iper-eccitazione. Nel gatto può presentarsi una rara forma di miotonia congenita, con fenomeni di disfonia (legata all’emissione dei versi e dei suoni, con miagolio rauco) e disfagia (difficoltà ad ingerire cibi e la sensazione che restino bloccati a metà fra bocca e stomaco). Entrambi i disturbi provocano tosse, conati di vomito e altri problemi respiratori, causati dalla continua contrazione della muscolatura delle parti interessate.
La polimiosite, indicata con la sigla PM, è un disturbo che infiamma i muscoli scheletrici e il tessuto connettivo che li lega. Essa comporta un senso generale di debolezza dei muscoli estremi del corpo, ovvero quelli del collo e della faringe. Scientificamente comporta un elevato livello di enzimi muscolari e la sua diagnosi avviene attraverso l’esame dell’elettromiogramma ma anche con una biopsia muscolare.
Nelle varie tipologie di cancro muscolare che affliggono i nostri amici felini ritroviamo, al primo posto, il carcinoma squamoso orale. Esso ha delle caratteristiche simili a quello umano ed è anche soprannominato ‘fibrosarcoma o sarcoma dei tessuti molli’: si tratta di un tumore che si sviluppa nella parte muscolare o nel tessuto connettivo del corpo. La patologia purtroppo può avere diagnosi e terapie differenti, a seconda della gravità del caso specifico: il più delle volte l’esperto consiglia di combinare l’intervento chirurgico a delle sedute di radioterapia e chemioterapia. Anche l’esito di queste cure può dare risultati molto differenti e di conseguenza anche le aspettative di vita possono essere molto diverse da caso a caso.
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F.C.
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