Teneri e indifesi, ma è giusto prendersi cura dei randagi anche se si è in condominio? Tutto quello che stabilisce la Legge a riguardo.
Forse non a tutti piace ritrovare nel palazzo colonie feline, gestite da alcuni condomini, ma è legittimo prendersi cura dei randagi in condominio? Ecco qual è la posizione assunta dalla Legge in merito e a quali regole bisogna attenersi per non arrecare disturbo agli altri condomini e rispettare la Legge, soprattutto quella del buon vivere civile.
Si tratta di un animale decisamente indipendente e anche testardo, quindi fargli cambiare idea non sarà facile. Ma in fondo perché dovrebbe lasciare un posto dove gli danno da mangiare, è accudito e coccolato dalla maggior parte dei condomini?
Ma come spesso accade vi sarà colui che non ama che i gatti e si lamenta con coloro che forniscono da mangiare e magari fanno entrare nel palazzo i randagi nelle serate più fredde e più umide. Ma questi ultimi stanno solo facendo del bene o stanno, in qualche modo, violando la Legge? Ecco qual è la posizione legale a riguardi.
Chi non è d’accordo a vivere coi randagi in giro per le scale e l’androne del palazzo può impugnare la Legge contro coloro che si prendono cura di questi animali? In realtà dal 2012 le cose sono decisamente cambiate, in materia di regolamento condominiale.
Chi è ufficialmente proprietario di cani e gatti, debitamente registrati, è assolutamente libero e autorizzato a tenerli in casa propria. Ma per quanto riguarda gli animali randagi il discorso si complica, poiché ad entrare in questione saranno la pulizia, l’igiene e il decoro da mantenere inalterati all’interno dello stabile e delle sue aree comuni.
L’art. 1102 C.C. stabilisce che ciascun condomino è libero di ‘servirsi’ degli spazi e delle aree comuni a suo piacimento ma, trattandosi di un luogo ad uso comune, non dovrà mai ‘alterarne’ la destinazione e impedire agli altri di fruirne liberamente.
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Poiché la Legge ha raggiunto spesso esiti differenti, che una volta (a Milano nel 2009) hanno concesso di tenere una colonia felina in condominio e altre volte (a Roma nel 2013) l’hanno osteggiata, bisognerebbe attenersi al regolamento di condominio.
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L’assemblea condominiale può osteggiare la decisione di prendersi cura dei randagi in un condominio, se questa è la volontà dell’unità dei condomini attraverso una delibera. Ma in realtà non è la Legge ad impedire le colonie feline. Pertanto chi desidera dare da mangiare e prendersi cura dei randagi in condominio non commette alcun illecito, tranne nel caso in cui l’igiene venisse compromessa.
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In questo caso infatti la Asl di competenza potrebbe intervenire e spostare la colonia che si è formata in altro luogo. Inoltre la colonia dovrà essere accudita sì dal punto di vista alimentare ma anche da quello sanitario, attraverso la somministrazione di vaccini al gatto ed eventuale sterilizzazione felina.
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