Sono sempre di più le aziende internazionali che consentono di portare gli animali a lavoro. Ma in Italia si può portare il gatto in ufficio?
Secondo diversi studi, gli animali migliorano la produttività dei dipendenti sui luoghi di lavoro. E per questo sempre più aziende di tutto il mondo consentono ai rispettivi lavoratori di portare con sé il proprio amico a quattro zampe. Ma in Italia è consentito portare il proprio animale d’affezione (in particolare il gatto) in ufficio? Scopriamolo insieme.
Compagni di vita, compagni di gioco, compagni di lavoro: gli animali d’affezione entrano di prepotenza in ogni aspetto della nostra vita. Secondo diversi studi i nostri amici a quattro zampe migliorano la produttività nei luoghi di lavoro.
Merito dei benefici che sarebbero in grado di portare con la sola presenza in ufficio. Tra i principali si annoverano:
E molte aziende non se lo sono fatto ripetere due volte, consentendo ai propri dipendenti di portare al lavoro il proprio amico a quattro zampe. Ma in Italia è consentito portare il gatto in ufficio?
In realtà nel Belpaese si registra un vuoto normativo sul punto. Certo, l’evoluzione legislativa e giurisprudenziale sulla materia degli animali ha compiuto (e compie, quotidianamente) degli enormi passi, ma sulla specifica questione tutto tace.
In particolare, in assenza di qualsivoglia previsione legislativa, sia permissiva che di divieto, la palla passa ai privati, ovvero ai datori di lavoro.
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Dunque, di fatto, sono i regolamenti aziendali a dettare legge. Le singole aziende stabiliscono se i propri lavoratori possono portare il gatto (nonché gli altri animali d’affezione) in ufficio.
In verità in Italia, sul punto, siamo ancora molto indietro, anche rispetto ad altri Paesi europei; la speranza è che a breve si possa registrare un significativo cambio di rotta.
Detto questo, va ricordato che il proprio ufficio di certo non costituisce una zona franca; anche laddove la propria azienda consenta di portare a lavoro il proprio gatto, vi sono delle norme da rispettare.
Prima di tutto, quelle relative alla gestione degli animali d’affezione nei luoghi pubblici e nei luoghi aperti al pubblico. Il proprietario deve assicurarsi di avere costantemente sotto controllo la custodia dell’animale. E Per il felino, rispetto al cane, la questione si fa decisamente più complicata.
Certamente possiamo e dobbiamo far ricorso al trasportino per gatti, che costituisce il migliore strumento per custodire l’animale nell’attraversando le parti comuni della struttura, prima di giungere nel proprio ufficio. In alternativa si può utilizzare il guinzaglio, che è comunque vietato da alcuni regolamenti comunali.
Va curata, inoltre l’igiene del luogo di lavoro, garantendo in primis quella dell’animale, e mantenendo inalterate le condizioni dell’ufficio. Il felino, inoltre dovrà essere in regola con tutti i trattamenti sanitari obbligatori per legge.
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Attenzione anche alla responsabilità civile per i danni cagionati dall’animale; l’art. 2052 cc stabilisce che
Il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, è responsabile dei danni cagionati dall’animale, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito.
Senza scomodare la responsabilità penale, si tenga in considerazione il regolamento aziendale, la cui violazione è fonte di responsabilità disciplinare.
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