La Puglia, sulla scia dell’esempio di Lombardia e Lazio, rende obbligatorio il microchip anche per i gatti: cosa stabilisce la normativa regionale.
La Lombardia è stata la prima Regione a tracciare la strada, seguita poco dopo dal Lazio. Anche la Puglia ha seguito l’esempio, rendendo obbligatorio il microchip anche per i gatti, con la recente Legge Regionale n. 2 del 2020, recante le “Norme sul controllo del randagismo, anagrafe canina e protezione degli animali da affezione“.
Nel nostro ordinamento giuridico la normativa di riferimento in materia di animali d’affezione e prevenzione del randagismo è la Legge quadro n. 281/1991.
La disciplina non fornisce una definizione di animale d’affezione; tuttavia le uniche due specie animali ad essere regolate dall’atto sono il cane ed il gatto.
A fronte dell’aumento del numero di specie scelte come animali d’affezione (ad esempio criceto, porcellino d’India, pappagallo, furetto, tartarughe), il cane ed il gatto rimangono pur sempre le principali scelte degli italiani.
Ma la legge riserva ad essi un trattamento diverso, imponendo ai proprietari un differente carico di obblighi “burocratici”. Chi possiede un cane è tenuto ad iscriverlo all’Anagrafe canina territorialmente competente.
Contestualmente alla registrazione, si procede all’inoculazione del microchip al cane: si tratta di un dispositivo contrassegnato da un codice di 15 cifre, associato in modo univoco all’animale e al suo proprietario.
Uno strumento particolarmente utile per aumentare le probabilità di ritrovare l’animale eventualmente smarritosi; allo stesso tempo scoraggia il reato di abbandono di animali.
Ed il gatto? Il felino viene definito quale animale in libertà: libero di vivere nel luogo che ha scelto come territorio (sul tema si ricorda il divieto di allontanarlo dal luogo che ha eletto a sua dimora), dove comunque può essere accudito.
Per chi possiede dei gatti, tuttavia, non è obbligatorio registrarli e identificarli a mezzo microchip; a meno che non risieda in Lombardia, nel Lazio o in Puglia.
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La Puglia ha reso obbligatorio il microchip per i gatti con la Legge Regionale n. 2 del 2020, recante “Norme sul controllo del randagismo, anagrafe canina e protezione degli animali da affezione“.
L’atto ha abrogato la previgente disciplina, dettata dalla L. R. n. 12 del 1995. L’art. 16 della suddetta statuisce che anche i gatti vanno registrati obbligatoriamente, entro 60 giorni dalla nascita o comunque entro 10 giorni dall’acquisizione del possesso (come ad esempio nel caso di acquisto dell’animale).
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All’ASL territorialmente competente vanno segnalati altresì:
Chi non denuncia tali eventi, è soggetto ad una sanzione pecuniaria, che va dai 150 ai 450 euro; chi invece omette di iscrivere il proprio gatto nel registro dell’Anagrafe canina, rischia dai 100 ai 600 euro.
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Antonio Scaramozza
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