Un rapporto speciale che può anche diventare pericoloso: come si sviluppa e si cura la micosi da gatti nei bambini. Cosa è meglio sapere per affrontarla.
Il micio e il tuo bambino sono inseparabili? E’ sicuramente un piacere vederli crescere e giocare insieme, ma a volte anche i rapporti più belli tra essere umano e animale possono nascondere delle insidie: una di queste è la possibilità di sviluppare una micosi da gatto nei bambini. Ecco di cosa si tratta e quando (e se) possibile curare una malattia fastidiosa come questa.
Farli crescere insieme sarà uno spettacolo per gli occhi e per il cuore: infatti chi pensa che il micio sia un animale troppo indipendente e solitario per instaurare un rapporto così intimo con un piccolo umano, probabilmente non ne ha mai avuto uno.
I bambini si legano molto ai gatti, soprattutto se sono i loro primi animali domestici, e imparano anche a responsabilizzarsi prendendosi cura di loro. E’ ovvio che ci sono alcune razze particolarmente ‘predisposte’ al contatto e alla socializzazione con gli altri animali e con i padroni umani.
In ogni caso è meglio non lasciarli mai da soli, soprattutto nei primi tempi della convivenza e portare sempre il micio a controllo dal veterinario, proprio per scongiurare l’inizio di qualche malattia che può essere facilmente trasmessa anche ai bambini, come appunto la micosi.
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Prima di capire come individuarne i segnali, è bene spiegare cosa è la micosi: si tratta di una infezione della pelle, provocata da organismi invisibili ad occhio nudo (come i funghi) che vengono trasmessi dall’animale al bambino.
Nel caso del micio, si tratta di un gatto con la tigna: questa malattia colpisce la pelle dell’animale ed è nota anche col nome di ‘dermatofitosi felina’. I funghi dermatofiti che la causano possono ‘spostarsi’ dalla pelle del gatto ai bambini che vi entrano in contatto, e che a loro volta possono diventare veicolo di trasmissione della stessa.
Trattandosi di funghi che si nutrono di cheratina, possono attaccare sia zone coperte da peli sia quelle che ne sono prive. Sebbene sia rara, la micosi può anche riguardare le unghie: in questo caso si tratterebbe di onicomicosi.
Il contagio avviene tramite contatto diretto con l’animale ma anche quando l’essere umano (o altro animale) tocca quegli oggetti già toccati dal micio infetto.
Solitamente infatti bisogna stare attenti non solo che non vi siano contatti tra bambino e gatto ma anche con tutti gli oggetti che appartengono a quest’ultimo, come ad esempio oggetti, giocattoli, coperte, lettiera etc.
Nel gatto la tigna si manifesta con lesioni a livello locale, con eritema e quindi arrossamenti e desquamazione della pelle (irritazione spesso peggiorata dall’atteggiamento del felino che si gratta e si lecca la zona che gli provoca prurito). Nel bambino invece si segnalano macchie di forma rotonda leggermente a livello, con eritemi e desquamazioni che provocano prurito e irritazione.
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Dopo aver chiarito cosa è la micosi da gatto è utile sapere come e se è possibile curarla: di certo bisogna individuarne i segnali nel felino, prima che questo possa infettare il piccolo umano (che a sua volta potrebbe trasmetterla ad altri).
Trattandosi di una zoonosi piuttosto comune e frequente non è il caso di preoccuparsi eccessivamente, poiché è possibile curarla. Nel caso dei bambini ovviamente il pediatra saprà come affrontare l’infezione, mentre nel caso degli animali i veterinari solitamente utilizzano una combo di due trattamenti: uno sistemico (per via orale) e uno locale.
Il primo prevede appunto l’assunzione di farmaci che agiscono sul follicolo pilifero e non sul pelo; quindi il trattamento a livello locale serve ad eliminare la presenza dei funghi sul manto stesso dell’animale. La cosa migliore è tosare il pelo e applicarvi pomate, e utilizzare specifici prodotti per l’igiene del pelo del gatto.
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Antonio D’Agostino
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